Capitolo 7.
Ember
Per l'intero viaggio verso casa del suo branco siamo stati in silenzio. V
olevo parlare ,dire qualcosa, non sapevo se mi era permesso. L'orlo sulle maniche della sua felpa con il cappuccio, avevano il suo odore e stranamente mi sentivo rassicurata da ciò.
Non capivo perché.
Come non capivo perché sembrava che avessi una scelta di andare con lui, sapevo che in realtà non ne avevo... Sono sicura che tutto questo sia solo qualche trucco per farmi pensare che posso fidarmi di lui, cosi può che possa ferirmi.
"Non è così, gli importa di te, non hai visto cosa ha fatto a papà?" Willow cerca di convincermi ma, peccato per lei, riesco a sentire la paura nelle sue stesse parole che mi fanno avere ragione.
"Sì, perché tu lo conosci, o conosci il suo lupo così bene, li conosci da tanto quanto me."
Le ricordo.
La voce di Blaze interrompe i miei pensieri.
"Mark, libera le aree principali della casa, puoi? Fai in modo che tutti siano in un'area dove non la assaliranno quando saliremo nella sua stanza. Non penso che una folla le sia utile. Potrà conoscere il branco quando sarà pronta."
Mark ha detto qualcosa che non riuscivo davvero a sentire prima che Blaze parlasse di nuovo.
"Grazie, amico", poi interrompe la chiamata.
Pochi minuti dopo arriviamo alla casa più grande; no, casa non è la parola, questa è una dimora signorile.
È una bellissima dimora in stile piantagione.
Mi ricorda Tara di Via col Vento. Mentre sono seduta lì con la bocca spalancata per la sorpresa, Blaze spegne la macchina e si rivolge a me.
"Ehi quindi, ehm, posso mostrarti la tua stanza o se preferisci posso farti vedere Angie, la compagna di Mark, che è venuto con me stasera. È una tua scelta, Davvero".
Lo dice così dolcemente e sembra quasi speranzoso, sembra quasi reale. Voglio che mi porti anche se non sono sicura di cosa accadrà. Non voglio dover incontrare nessun altro o rispondere a una domanda.
"Puoi mostrarmela per favore? Se non è un problema".
Sento la mia voce e suona flebile e tremante.
Alzo gli occhi verso di lui e vedo quegli occhi blu ghiaccio illuminarsi mentre un sorriso sboccia sul suo viso.
Subito guardo giù sul mio grembo.
"Sì, assolutamente.", e con questo esce dalla macchina e si avvicina e mi apre la portiera, offrendomi una mano per aiutarmi a uscire. Esitando prendo la sua mano; è sorprendentemente morbida e il contatto della pelle mi fa formicolare la mano.
Lo seguo fino alla casa, apre la porta ed entriamo. Vedo che la sala principale è stata ripulita come richiesto.
Mentre saliamo le scale, il mio corpo fa male e le mie gambe doloranti diventano deboli e traballanti. Devo aver fatto qualche rumore, perché da dietro di me, sento Blaze:
"stai bene? Fa troppo male camminare?"
Mi giro per rispondergli e le mie gambe cedono completamente. Tutto ciò che riesco a fare è chiudere gli occhi e prepararmi al dolore di cadere a metà delle scale. Ma il dolore non arriva mai. Apro gli occhi per trovarmi al sicuro tra le sue braccia. Mi ha preso prima che potessi scivolare per terra. I formicolii si accendono su tutto il mio corpo, sento la sua testa abbassarsi come ad annusare i miei capelli. Spero davvero che non sia quello che sta facendo, probabilmente puzza così tanto.
Parla nel mio orecchio.
"Se è ok per te, posso portarti? Forse farà meno male se lo faccio".
Quasi non lo sentivo, la mia testa stava girando. Non riesco a trovare le parole, quindi annuisco con la testa.
In un attimo si china in avanti e solleva dolcemente le mie ginocchia, mi prende gentilmente e continua a camminare verso quello che immagino sarà la mia nuova stanza.
Apre la porta e la lascia aperta mentre cammina e mi sistema sul letto. Senza dire una parola, si dirige verso quello che capisco essere il bagno e apre l'acqua della vasca.
"C'è un bagno in funzione per te, ho dei vestiti che puoi cambiare....".
Si interrompe e si gratta la nuca con un sorriso timido sul volto. "Sono i miei vestiti, non eravamo esattamente preparati e non sapevamo quale taglia tu avessi. Sono solo tute che puoi regolare e una maglietta... ma ti forniremo i tuoi quando sarai pronta. O posso mandare qualcuno a prenderti qualcosa. Comunque non è il punto adesso." Ride tra sé e sé, è carino quando parla a vanvera.
"Fai un bagno, rilassati un po', ti prenderò qualcosa da mangiare e te la salirò quando hai finito. Magari posso unirmi a te e possiamo parlare un po'?"
Annuisco con la testa, ora ha un sorriso largo mentre si gira per uscire dalla stanza.
Chiude la porta dietro di sé e mi alzo e vado verso il bagno.
Cavolo, è grande quanto tutta la mia casa. Giuro che la vasca da bagno non è una vasca da bagno, è una piscina calda abbastanza grande per sei persone, e non persone piccole.
Faccio attenzione a non guardare lo specchio. Non voglio davvero guardarmi.
Sfilo i vestiti ed entro nella vasca. Vedo che ha lasciato il bagnoschiuma, lo shampoo e tutto quello che mi serve sul lato della vasca.
Mentre mi immergo nella vasca, diventa molto evidente che ho alcune zone del mio corpo tagliate da mio padre stanotte.
Mi chiedo quanti di questi lasceranno cicatrici.
Argh... altri brutti segni da aggiungere alla mia già brutta persona, fantastico.
A questo punto mi chiedo perché cavolo mi ha portato qui.
Non può veramente volermi.
Forse vuole solo un giocattolo proprio come papà, immagino che sia il mio unico scopo.
Forse lo sa e pensa solo che mio padre mi abbia preparato per lui. Inizio a piangere.
Non c'è motivo di nascondere le mie lacrime o trattenerle. A questo punto ho lasciato una persona che mi amava per un'altra che mi amerà allo stesso modo.
Ho visto il danno che ha fatto a papà.
Poi mi ha chiamato sua, è solo questione di tempo prima che venga punita per avermi fatto toccare da qualcun altro, non importa quanto non potessi combatterlo davvero.
Non posso più vivere così... ma immagino che non abbia davvero scelta per il momento.