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3066 Parole
warning: menzione di un tema delicato (prostituzione) Jungkook's POV Ero agitato. Tremendamente agitato. Mi trovavo sul pullman, ancora un paio di fermate e sarei dovuto scendere per poi cercare la via e il numero civico indicatomi. Nella mia testa continuavo a ripetermi di dover bussare tre volte veloce e due piano, tre veloce, due piano, tre e poi due. Negli ultimi due giorni non avevo parlato d'altro con Jimin e anche se lui aveva provato in ogni modo a tranquillizzarmi e a fornirmi più consigli possibili, io ero comunque nel panico. E se non gli fossi piaciuto? E se avessi detto qualcosa di sbagliato? E se avessi dovuto sottostare a una qualche forma di rito di iniziazione? No, non poteva essere, Jimin me l'avrebbe detto, o no? Ma soprattutto e se lui non fosse piaciuto a me? Come dovevo comportarmi? Come ci si rivolge al capo di un'organizzazione che gestisce traffico di prostituzione? E mentre nella mia testa vorticavano milioni di domande a cui non sapevo dare risposta, mi ritrovai di fronte allo stabile giusto. Era un palazzo di 6 piani, circondato da una fitta siepe verde alta come minimo tre metri, impossibilitando la visuale. Mi piazzai di fronte al grosso portone nero blindato, suonai l'unico campanello che c'era, pochi secondi e mi rispose una voce femminile. "Risponde la portineria, si identifichi." Panico. "Ehm i-io...ho un c-colloquio di lavoro." "Numero fornitogli?" "Oh ehm...i-io...non mi è stato fornito nessun numero, ho ricevuto una mail." Dissi titubante. Silenzio. Dopo un paio di minuti che a me parvero ore il portone si sbloccò, cominciando lentamente ad aprirsi. Entrai. Attraversai velocemente il parco di fronte allo stabile, soffermandomi su quanto verde e curata fosse l'erba perfino a fine ottobre, probabilmente si trattava di erba finta sintetica. Arrivai finalmente di fronte alla porta a vetro e vidi una ragazza dall'interno alzarsi e venire ad aprirmi. "Buon pomeriggio, Signorino Jeon. Il Signor Master la aspetta al quinto pianto, stanza numero 6. Prenda l'ascensore e quando esce vada immediatamente a destra. Non può perdersi." Mi disse sorridendo. "Ascensore, quinto piano, destra, stanza numero 6. Perfetto, la ringrazio." Dissi educatamente, facendole un rapido inchino per poi dirigermi verso l'ascensore. Quando le porte si chiusero mi guardai allo specchio. Avevo indossato un paio di jeans neri, una maglietta bianca inserita nei pantaloni e una giacca in pelle blu. Mi sistemai i capelli per la milionesima volta. Uscii dall'ascensore e trovai facilmente la porta con sopra riportato il numero 6, alzai una mano per bussare ma mi bloccai. Forza Jungkook, bussa tre volte veloce e due piano, è facile. Devi solo parlarci, non ti lancerà giù dalla finestra. Presi un grosso respiro, deglutii a vuoto avendo la gola e la bocca completamente secche e bussai come mi era stato chiesto. "Avanti, è aperto." Strinsi i pugni e abbassai la maniglia della grossa e pensante porta in mogano. Entrai e venni invaso da un buonissimo profumo di lavanda misto a rosmarino, mi piaceva. Un uomo dai capelli neri corvino, alto come minimo un metro e 80, vestito molto elegante con pantaloni perfettamente stirati e tirati, camicia bianca, giacca e cravatta si alzò dalla scrivania per venirmi incontro. Pensai che fosse bello, era bellissimo. Non avevo mai visto un uomo della sua età così affascinante, mi lasciò estasiato. Potrà aver avuto poco meno di 30 anni ma a prima vista dava una sensazione di pacatezza, autorevolezza e stima. "Buon pomeriggio Signorino Jeon, è un piacere conoscerla." Mi sorrise. "Oh Buon pomeriggio a lei, Signore." Mi inchinai imbarazzato e lui allungò una mano verso di me. Gliela strinsi. "Posso darti dei tu?" Chiese. Annuii. "Perfetto, allora tu chiamami pure Jin." Annuii di nuovo. "Vieni pure, accomodati." Mi indicò la sedia di fronte alla scrivania e lui tornò a sedersi al suo posto. Mi sedetti e mi guardai attorno. La stanza era composta da due pareti di mensole in cui erano riposti libri e altri oggetti dei più disparati. Statuette a forma di tartarughe, elefanti, due tigri, alcuni fenicotteri. C'erano milioni di fotografie appese ad una cordicella e tenute in posizione da delle mollette. Riconobbi il Colosseo di Roma, la Tour Eiffel di Parigi, la Statua della libertà di New York, e poi il mare e dai colori pensai che quella foto fosse stata scattata in qualche isola dell'Oceano Indiano. "Sono tutti souvenir e foto dei posti che ho visitato." Mi disse lui, facendomi girare nella sua direzione di scatto. "È stato davvero in molti paesi." Dissi timido. "Si, mi piace fare dai tre ai quattro viaggi all'anno." Sorrise di nuovo. Spostai lo sguardo verso le altre due pareti della stanza che erano completamente vetrate ed essendo al quinto piano, si poteva quasi vedere tutta Busan da lassù. "Sei nato e cresciuto a Busan?" Mi chiese di nuovo, scuotendomi dai miei pensieri. "Si." "Io sono nato a Gwacheon, ho studiato e lavorato a Seoul fino ai 23 anni. Poi mi sono trasferito a Busan per...affari." Sorrise e io venni percorso da un brivido per il tono usato per pronunciare l'ultima parola. "E parlando di affari..." Mi guardò, osservandomi bene. "Penso proprio che potremmo instaurare un ottimo contratto, io e te." Non seppi cosa dire anche perché non capivo a cosa si stesse riferendo. "So che sei agitato però non devi. Oggi vorrei solo esplicarti alcune nozioni introduttive. Sicuramente il tuo amico Jeiem ti avrà accennato qualcosa ma per il resto ci sono io qua." "Jeiem?" "Jimin. Te l'ha detto di pensare ad un nome d'arte vero?" Immediatamente mi ricordai che si, me l'aveva detto ma io mi ero completamente dimenticato di pensarci. Annuii frettolosamente sperando che mi venisse qualcosa in mente nel minore tempo possibile. "Okay ma per ora non è questa la parte più importante. Ti spiego come funzionano le cose, fermami e chiedimi chiarimenti se non capisci qualcosa." Annuii. "Sotto la mia ala protettiva ho 27 ragazzi, dai 18 ai 22 anni. Non ne accetto di più piccoli, né di più grandi. Tu sei perfettamente nella media. Vorrei cominciare con il rassicurarti e dirti che in quasi otto anni di attività non ho mai avuto problemi né con le reclute, né con i clienti, né con le autorità. La mia clientela è composta dall'élite di Busan e della Corea in generale, sono tutte persone importanti ed influenti che si comportano nel modo più corretto possibile perché non possono mettere a rischio la loro reputazione e l'immagine che il mondo intero ha di loro. Alcuni dei miei ragazzi vivono qua, tutto il sesto piano è dedicato a loro. Li ho salvati da situazioni critiche, da abusi in famiglia o peggio dalla strada e gli ho dato una casa, un gruppo di persone su cui fare affidamento e un lavoro. Ogni volta che una nuova recluta entra a far parte del mio team, io la considero immediatamente un figlio o un fratello minore da proteggere a costo della mia stessa vita e ti posso giurare su qualsiasi cosa, Jungkook, che mi prenderò cura di te dal primo giorno e in ogni ora avvenire." Si fermò e vidi come cercò di interpretare il mio sguardo. "Posso continuare?" "La sua è una attività illegale." Dissi. "Per la legge coreana lo è, si. Ma io cerco di proteggere i miei ragazzi, i miei clienti e me stesso anche su questo fronte. Per questo dovete tutti avere un nome d'arte, e per lo stesso motivo uso mail censurate e criptate. Sulle carte ufficiali la Safe Idra è un'agenzia che gestisce il centro per l'impiego di giovani che vivono situazioni di disagio e marginalità e fornisce loro vitto e alloggio. Ho avuto controlli fiscali nel corso degli anni, come tutte le organizzazioni e sono sempre risultato pulito. Nessuna prestazione sessuale avviene all'interno di questo stabile, mai." Pensai a quanto intelligente doveva essere questo uomo per essere stato in grado di creare un impero del genere e farlo passare come agenzia volta al pubblico. Poteva quasi essere considerata meglio dei Servizi Sociali. "Mensilmente faccio fare tutti i controlli per l'uso di sostanze stupefacenti e alcool ai miei ragazzi e tre volte all'anno fanno gli esami delle allergie e delle malattie sessualmente trasmissibili a mie spese. Ovviamente tutti sono obbligati a usare le dovute precauzioni ma io preferisco prevenire piuttosto che curare. Anche ai clienti chiedo di sostenere gli stessi esami e controlli." "Ha sempre tutto sotto controllo." Mi guardò e sospirò. Notai nei suoi occhi che cominciavo a fargli quasi pena. "Perché sei qua, Jungkook? Qual è la motivazione che ti ha spinto a scrivermi?" Abbassai lo sguardo imbarazzato e cominciai a giocare nervosamente con le dita delle mani. Rimasi in silenzio. "Okay ti racconterò un paio di storie. Il ragazzo più giovane che ho accolto aveva 16 anni. L'ho mantenuto e l'ho tenuto impegnato facendogli pulire e riordinare gli uffici finchè non ha compiuto 18 anni, l'ho iniziato io stesso perché non volevo che venisse ferito da nessuno. Aveva perso entrambi i genitori in un incidente stradale, figlio unico, i parenti più vicini vivevano in Giappone ma lui non voleva lasciare la Corea. Ora di anni ne ha 22, l'ho praticamente cresciuto io e sono ogni giorno più fiero dell'uomo che sta diventando. Il suo nome d'arte è RM, viene spesso a farmi compagnia qua in ufficio quindi sono sicuro che prima o poi lo incontrerai." "C-compagnia?" Sorrise inclinando la testa di lato. "Si, Jungkook. Credo tu possa immaginare che tipo di compagnia." Tornai ad abbassare la testa rosso in volto. "Altri ragazzi invece si sono presentati qua perché volevano mettere da parte i soldi per andare in futuro a studiare all'estero senza pesare sulle famiglie, sono rimasti con me un paio di anni finchè non avevano raggiunto la somma adeguata. Altri ancora semplicemente volevano comprarsi la macchina, il rolex, la playstation nuova. Questioni di priorità insomma. Ma la tua motivazione qual è, Jungkook?" La sua voce calma e ferma mi rendeva tranquillo e mi dava la sensazione di potermi fidare ciecamente di lui. "Ho bisogno di aiutare mia madre." Alzai lo sguardo e lui mi fece un cenno per chiedermi di continuare. "Mio padre ci ha abbandonati qualche mese fa quando ha scoperto il mio orientamento sessuale, mia madre non lavora e ora hanno cominciato a staccarci le utenze perché lei non riesce a pagare le bollette. Ho chiesto aiuto a Jimin e lui mi ha consigliato di venire da lei." "Da quanto tempo vi conoscete, tu e Jimin?" "Praticamente da sempre, siamo amici dall'asilo." "Ti fidi di lui?" "Si Signore, ciecamente." "E Jimin si fida di me. Quindi Jungkook, ti fidi di me? Ti posso promettere che starai sempre bene, non ti accadrà mai nulla, potrai andartene in qualsiasi momento vorrai e soprattutto potrai aiutare tua mamma a casa." Fui titubante all'inizio ma poi annuii. L'uomo immediatamente accese il computer e stampò alcuni fogli. Prese una penna, si alzò e si venne a sedere nella sedia in parte alla mia, creandomi un certo imbarazzo ad averlo così vicino. "Compiliamo insieme i moduli del contratto così posso spiegarti meglio ogni singolo passaggio, va bene?" "Certo, la ringrazio." "Qua scrivi nome e cognome, luogo, giorno e mese di nascita. Non mettere l'anno." "Anche nella mail non dovevo inserire l'anno. Posso chiedere per quale motivo?" "È una questione di sicurezza e privacy. Hai un nome e un cognome abbastanza comune, ci possono essere altri Jeon Jungkook nati a settembre ma se inserisci l'anno la lista si accorcia se non ridursi ad una voce sola e in quel modo saresti tracciabile. La polizia perde la voglia di controllare ogni singolo nome e cognome soprattutto se non sanno chi cercare." Ascoltai attentamente mentre compilavo con i miei dati la sezione apposita. "Qua inserisci l'età massima dei clienti." Mi bloccai, non sapevo che cosa scrivere e lui se ne accorse subito. "Per esperienza credo ti convenga iniziare con uomini fino ad un massimo di 27/28 anni, non di più almeno per i primi tre mesi." Compilai con l'età da lui suggeritami. "In questa sezione devi mettere la crocetta sui momenti della giornata in cui sei libero e dove vuoi che avvengano le prestazioni." Segnai la mia disponibilità il pomeriggio e la sera dal momento che la mattina ero a scuola, dal lunedì al venerdì perché pensai che almeno nel weekend avrei voluto godermi la mia vita da adolescente e ovviamente come luoghi li lascia segnati tutti (casa dei clienti, locali, macchina, hotel, motel) ma non casa mia. Non avrei mai dato loro modo di conoscere il mio domicilio. Poi lessi la sezione seguente. -Livello di esperienza- e sbiancai, la mia mano cominciò a tremare. Jimin mi aveva detto di non mentire ma in quel momento il mio cervello stava andando in cortocircuito e non riuscivo a pensare lucidamente. "Quali tipi di esperienze hai?" Chiese Jin. "Devi segnare il livello da 1 a 10 dove 1 è nulle e 10 è aver provato tutte le posizioni del kamasutra praticamente." Alzai lo sguardo sconvolto e lui scoppiò a ridere. "Ovviamente scherzo. Non preoccuparti se non hai grandi esperienze, ci sono molti uomini che cercano giovani reclute vergini per-" "Non sono vergine." Dissi sicuro, maledicendomi immediatamente. Sarebbe andata a finire male. "Okay, allora meno di 7 come livello di esperienza non puoi segnare." 7. Sette su dieci quando in realtà ritenevo di averne a mala pena 4. "Hai pensato al nome d'arte?" "I-io...pensavo di giocare con le lettere del mio nome originale." "Tipo?" "Jimin a volte mi chiama JK perciò ho pensato che il mio nome d'arte potrebbe essere Geikei." Mi guardò alzando un sopracciglio. Lo vedevo che non era convinto ma il nome sarebbe stato il mio quindi non avrei accettato diciture strane. Alla fine mi disse che andava bene e lo segnai sul foglio. "Ora passiamo all'ultima parte. Devi semplicemente inserire la tua mail, quella finta ovviamente, il tuo numero di telefono e il numero di una persona da contattare in caso tu fossi irraggiungibile." Scrissi il numero di Jimin ovviamente perché non avrei potuto inserire nessun altro contatto. "Metti tre firme per dare il consenso al trattamento dei dati personali." Indicò un punto e firmai, poi girò il foglio. "Una qua per la privacy." Firmai, girò il foglio. "Una per l'assicurazione." "Assicurazione? Per cosa??" Chiesi sapendo che solo nei lavori considerati come pericolosi si stipulavano delle assicurazioni. "Per la sua sicurezza ovviamente. La farò io a mie spese, tranquillo." "No aspetti, di che tipo di sicurezza ho bisogno?" "Jungkook tranquillo. Io intendo cose tipo vai a casa di qualcuno e scivoli per le scale? L'assicurazione ti paga le spese mediche. Stai attraversando la strada e vieni investito mentre ti rechi al lavoro? Paga l'assicurazione. Ovviamente sono cose che non succedono quasi mai ma, ripeto, preferisco tutelarmi e tutelarti. Prevenire è meglio che curare." Venni immediatamente tranquillizzato da quella spiegazione linda e chiara e firmai. Jin prese i fogli e fece immediatamente tre fotocopie, le pinzò. Diede un plico a me, uno lo inserì dentro ad una cartelletta e lo ripose all'interno di uno dei cassetti della scrivania. Poi prese il telefono e compose un numero. "Soyon, sono Jin. Vieni nel mio ufficio a ritirare il nuovo contratto di lavoro appena stipulato e inoltralo pure a chi di competenza." E appena un paio di minuti dopo comparve la stessa ragazza della portineria, prese il plico di fogli e mi allungò una mano, inchinandosi. "Benvenuto tra di noi." Ricambiai la stretta di mano e chinai il capo con fare educato. "La ringrazio." E la guardai uscire velocemente dall'ufficio. "Bene, direi che non è andata poi così male eh?" Mi disse sorridendomi e cominciai a pensare che davvero questo uomo sorrideva troppo ma era bello da mozzare il fiato, aveva i tratti della tipica bellezza coreana ma moltiplicati per cento e io non credevo che al mondo esistessero davvero persone così, esteticamente parlando. Le uniche che avevo visto erano sui giornali ma li sapevo che le foto venivano modificate, lui era bello anche al naturale. "Ora cosa succede?" "Per i prossimi due giorni puoi stare tranquillo. Devo registrare la tua presenza, far partire l'assicurazione, inserire il tuo profilo ID nell'app. Ti avviserò quando sarai sul mercato in tutto e per tutto." Annuii e feci per alzarmi. "Prendi il tuo telefono." Mi disse serio. Feci quello che chiesi mentre lo guardavo armeggiare sul computer. "Scarica Kilin dal link che ti ho appena mandato per messaggio e poi cancellalo." Feci velocemente ciò che mi era stato ordinato e poi lui mi spiegò come funzionava l'app. Per il momento non potevo accedere perché non ero registrato e Jin si sarebbe curato di inviarmi un messaggio con il mio codice recluta da inserire nell'app la prima volta. Dopo di che da li avrei ottenuto contatti e prestazioni, pagamenti e addirittura una classifica per segnare come mi trovavo con i vari clienti e come loro si trovavano con me. Era geniale, dovevo ammetterlo. Poi mi ripetè le stesse cose che mi aveva già spiegato Jimin per quanto riguardava i sentimenti e le relazioni, tutto era severamente vietato. Mi disse anche come ci saremmo spartiti il compenso ma anche su questo fronte ero già stato informato dal mio amico. Mi accompagnò alla porta. "Solitamente il primo contatto sono io a sceglierlo accuratamente per evitare di traumatizzare la nuova recluta e ti prometto che cercherò di essere il più puntiglioso possibile. Ti farò incontrare qualcuno che ci vada piano, okay?" "La ringrazio moltissimo, Signore, davvero." Chinai il capo in segno di rispetto. Lui mi prese il viso con l'indice e il pollice e incastrò il suo sguardo nel mio. "Dammi del tu e chiamami Jin da oggi in poi, per favore. Preferisco diventare tuo amico che essere il tuo capo." Gli sorrisi e annuii convinto. "Posso dirti una cosa, Jin?" "Certamente." "Hai superato le mie aspettative." "Anche tu hai superato le mie aspettative, Geikei. Benvenuto nel team." Allungò la mano e io gliela strinsi di nuovo prima di salutarlo e riprendere l'ascensore. Salutai la ragazza della portineria e corsi in strada. Corsi per davvero per raggiungere la fermata dell'autobus e solo quando mi fermai, cominciai a processare tutto quello che era appena successo. L'avevo fatto davvero. Avevo firmato un contratto di lavoro e la prossima settimana a quest'ora potrei star facendo un pompino a qualche venticinquenne ricco e viziato per poi prendermi i soldi e correre a fare la spesa per me e mamma. Questo era il pensiero che dovevo tenere fissato in testa. Lo stavo facendo per mamma. 
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