Entro nel parcheggio dell’ospedale e faccio il giro di ogni piano, sperando di non trascorrere metà della mia visita in quest’abisso di cemento. È allo stesso tempo fantastico e triste che ci siano tutte queste persone in ospedale o che facciano visita a qualcuno. Non ci avevo mai pensato finché non avevo dovuto passare qui quasi ogni giorno. Dopo aver cercato per venti minuti, trovo un posto libero e parcheggio accanto all’ascensore. Una volta dentro, premo la lettera G e invio un messaggio a Max. Io: Arrivo tra cinque minuti. Dato che non mi aspetto una risposta, mi sorprende sentirlo vibrare quasi subito. Max: Sono in caffetteria, ci vediamo qui? Corrugo la fronte. Il messaggio criptico mi preoccupa. Io: Va tutto bene? Max: Il solito. Rimetto il cellulare in tasca e picchietto

