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Diario

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EDIZIONE REVISIONATA 28/10/2019.

Anne nel Diario aveva annotato in francese: «Soit gentil et tiens courage!» «Sii gentile e abbi coraggio!» Quasi un invito che sentiamo di dare al lettore (giovane o meno giovane) per la propria vita e per l’approccio alla lettura di queste pagine. Coraggio nell’affrontare qualsiasi tipo di avversità; comprensione delle persone che ci sono accanto; gentilezza come modo di essere. Un animo sensibile non può che innamorarsi di questa ragazzina e sperimentare la magia umana dell’empatia.

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Prefazione
Prefazione Con questa edizione del “Diario di Anne Frank” si è cercato di portare al lettore una versione che fosse il più possibile di facile lettura e che fosse allo stesso tempo aderente a quello che è stato lo spirito della sua autrice. Anne Frank, nata a Francoforte sul Meno il 12 giugno 1929, è stata una ragazzina che ha cominciato a scrivere un diario il giorno del suo tredicesimo compleanno, del tutto ignara dell’importanza storica che i suoi pensieri avrebbero assunto nel tempo, aiutando a formare una coscienza collettiva delle generazioni future indirizzata verso la tolleranza e la pace. Il suo diario, in realtà, ha avuto una vita editoriale, se così possiamo definirla, piuttosto travagliata. Si pensi che, in principio, fu persino rifiutato da alcune case editrici e molte persone negli anni, tra cui studiosi, traduttori e lo stesso padre di Anne, Otto, ci hanno messo mano. Anne cominciò a scrivere, appunto, il 12 giugno del 1942 su un diario dal formato quasi quadrato e dalla copertina a quadretti bianchi e rossi, ricevuto per il suo compleanno, mentre l’ultima nota risale al 1° agosto 1944. Nella primavera di questo anno, il 28 marzo, Anne ascoltò su Radio Orange il ministro dell’educazione olandese in esilio che annunciava che al termine della guerra sarebbero state raccolte tutte le testimonianze del suo popolo, i diari e le lettere di quei tristi giorni. Quell’annuncio fu per lei un nuovo inizio. Mercoledì 29 marzo 1944 Cara Kitty, ieri sera su Radio Orange il ministro Bolkenstein ha annunciato che dopo la guerra si farà una raccolta dei diari e delle lettere di questa guerra. Ovviamente tutti si sono buttati sul mio diario. Immagina quanto sarebbe interessante se pubblicassi un romanzo dell’Alloggio Segreto, già il titolo farebbe pensare alle persone che si tratti di un giallo. E comunque 10 anni dopo la fine della guerra può essere divertente venire a conoscenza di come siamo vissuti noi ebrei, di cosa abbiamo mangiato e detto qui dentro. […] Anne, che sognava di diventare giornalista e scrittrice (come lei stessa scrive nella nota dell’undici maggio 1944), si convinse a rivedere, ricopiare e modificare la prima parte del suo diario, continuando ovviamente a scriverlo in parallelo per i giorni che sarebbero venuti. […] Ma cambiamo argomento: come sai già il mio desiderio più grande è quello di diventare giornalista e, successivamente, una scrittrice famosa. Si vedrà, se riuscirò mai a realizzare queste manie di grandezza (o follie?), ma per il momento ho ancora molti argomenti. Dopo la guerra in ogni caso voglio pubblicare un libro intitolato “L’Alloggio Segreto”, bisogna vedere se ci riuscirò, ma il diario potrebbe essermi utile per questo. […] Come sappiamo, l’ultima nota risale al primo agosto del 1944 perché il 4 vennero tutti traditi e arrestati. Quando Otto Frank, unico superstite degli abitanti dell’Alloggio Segreto, anni dopo, ricevette da Miep Gies ciò che lei aveva recuperato, e conservato, del diario di Anne, non trovò subito il coraggio di leggerlo. Il giorno che ne fu in grado, rimase sconvolto dai ricordi che riemergevano e dalla profondità di alcuni pensieri della figlia. Idee e opinioni, pensieri e sfoghi che spaziavano dai diritti delle donne a riflessioni sulla guerra, come questa del 3 maggio 1944: […] Non credo che la guerra sia provocata solo dagli uomini grandi, dai governanti e dai capitalisti. No, il piccolo uomo la fa altrettanto di buon grado, altrimenti i popoli sarebbero già insorti da molto tempo! Nell’uomo c’è proprio l’istinto di distruggere, di uccidere, di assassinare a sangue freddo e infierire, e finché tutta l’umanità, senza eccezioni, non avrà subìto una grande metamorfosi, la guerra continuerà a infuriare, e tutto quello che è stato costruito, coltivato e cresciuto, sarà di nuovo distrutto e disintegrato, per poi ricominciare da capo! […] Otto decise, quindi, che avrebbe fatto il possibile per far pubblicare il diario, anche per realizzare il sogno della figlia. Redasse, sulla prima stesura di Anne (e successiva revisione) una propria versione ridotta. Tralasciò, infatti, alcuni passaggi che reputava troppo intimi e forse anche troppo duri da parte della figlia, soprattutto per ciò che riguardava la moglie e gli altri abitanti dell’Alloggio Segreto. Questa prima versione venne pubblicata nel 1947 dalla casa editrice Contact col titolo Het Achterhuis (tale versione ridotta aveva anche alcune motivazioni editoriali). Bisogna segnalare che alcune pagine dei diari di Anne, nella sua prima versione, sono andati perduti, quelli dal 6 dicembre 1942 al 21 dicembre 1943. Il vuoto è stato colmato, ed è arrivato a noi, solo nella forma della sua seconda stesura. Inoltre, in essa, Anne decise di cambiare alcuni nomi degli abitanti dell’Alloggio Segreto che in questa versione abbiamo mantenuto. La famiglia Van Daan, in realtà, era la famiglia Van Pels e Anne chiama Petronella la signora Van Pels ma a Peter, il figlio, lascerà il vero nome, mentre Dussel, nella realtà, aveva il nome di Fritz Pfeffer. Per cui possiamo dire che solo con la sua revisione Anne abbia deciso di rendere pubblici i propri pensieri. La sua, comunque, è stata un’impresa non facilissima perché, come ci racconta lei stessa, la carta era un bene che scarseggiava. Quando terminò le pagine del diario bianco e rosso riuscì ad aggiungerci un secondo quaderno (quello andato perduto) ma non bastò nemmeno quello. Un terzo quaderno dalla copertina nera le fu procurato da suo padre e infine la stessa Margot, sua sorella, sacrificò alcune pagine del suo quaderno di chimica per darle ad Anne. Questa pubblicazione che avete tra le mani è basata sulle due versioni di Anne con l’aggiunta delle parti che Otto Frank aveva tolto in principio e spera di aiutare il lettore a far comprendere nel modo più diretto possibile i suoi pensieri, la sua crescita fisica, intellettuale e spirituale. Anne non era altro che un’adolescente sensibile costretta a crescere in un ambiente claustrofobico e incerto, nel pieno di una guerra tremenda, con gli aerei sopra la testa e il rumore degli spari per le strade. Le sue note ci persuaderanno, una volta di più, come il fiore che sboccia nonostante le avversità sia quello più straordinario. Anche per questo scopo, abbiamo deciso di mantenere una forma stilistica in alcuni casi persino imprecisa che si avvicinasse il più possibile a quello di una ragazzina che attraversava una fase delicata della vita, quella dai tredici ai quindici anni. All’interno della copertina del terzo quaderno manoscritto, Anne aveva annotato in francese: «Soit gentil et tiens courage!» «Sii gentile e abbi coraggio!» Quasi un invito che sentiamo di dare al lettore (giovane o meno giovane) per la propria vita e per l’approccio alla lettura di queste pagine. Coraggio nell’affrontare qualsiasi tipo di avversità; comprensione delle persone che ci sono accanto; gentilezza come modo di essere. Un animo sensibile non può che innamorarsi di questa ragazzina e sperimentare la magia umana dell’empatia. Alberto Büchi

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