XV

3466 Parole

XV Non potevo abbandonarmi alla corrente e andare incontro mollemente agli ostacoli e alle rapide, non ero sola, c’era mia figlia con me, lei si rifiutava di vivere e io dovevo prestarle la mia vita, respirava da me. Dovevo impormi un minimo di ragione e forza. Era necessario scappare da Milano, forse gli uomini di Ricciarda ci stavano cercando, meglio ripararci, ma dove? Non riuscii ad afferrare un pensiero logico e da lì ripartire. Angelica chiese di tornare in convento, lo fece supplicandomi con lo sguardo e tirandomi per il vestito in modo insistente. “Vi prego madre, non ho più forze per guardare ancora il mondo, ho bisogno di riparo, di silenzio, di preghiera. Vi prego madre, anima mia.” Anima mia, così mi chiamava suo padre. Già… suo padre, se solo ci fosse stato Giacomo, se so

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