Hai sentito bene?
-Piacere di conoscerti Elena, sono Pablo Steele, il padre di Aaron- disse il gentile signore tendendo la mano, ma il suo sguardo mi stava uccidendo. L'ho preso per cortesia, ma non sapevo cosa stesse succedendo.
Il signor Steele e Aaron erano molto simili: avevano molti tratti del viso simili, tranne gli occhi, i suoi erano di un marrone comune.
-Buon padre, andiamo in pensione. Buona giornata, saluta mia madre- ha detto Aaron prima di portarmi velocemente fuori, ma prima di arrivare alla porta ha parlato il signor Steele.
-Ricorda la cena di domani Aaron. Dovrai essere veloce se vuoi il potere
-Certo che lo fai- disse Aaron a denti stretti. Ero arrabbiato.
E abbiamo lasciato quel ristorante.
Cena? Può? Fidanzata?
Cosa mi stavi nascondendo, Aaron?
Fuori, mi ha costretto a salire in macchina solo guardando. Senza dire nulla, sono semplicemente salito in macchina e sono rimasto in silenzio, finché non ha deciso di romperlo.
-Vai avanti, chiedi a Miss Hells
-Che diavolo è stato?- chiesi con impazienza, dal momento che non era normale che il tuo capo ti presentasse come la sua ragazza due giorni dopo l'incontro, e ancor meno se non eri a conoscenza dell'argomento.
-È una lunga storia, ti andrebbe di vederci all'ora di pranzo e spiegarci?- disse con calma.
Ho solo annuito, non avevo parole.
Ora che ne sarebbe di me, essendo la sua " fidanzata "?
Mancavano cinque minuti alla mia pausa ed ero troppo nervoso per la conversazione che avrei avuto con il mio capo. Da tanto pensare a cosa sarebbe successo e cosa avrebbe detto, era ora.
-Signorina Hells, andiamo- disse il mio capo uscendo dal suo ufficio e iniziando a camminare senza aspettarmi. Presi la mia borsa e gli corsi dietro. Prima di salire sull'ascensore ordinario, mi fece cenno di salire sull'ascensore dorato, e io lo feci.
La strada per il ristorante era in un silenzio di morte, nessuno disse niente. E questo mi ha peggiorato.
Il ristorante sembrava sobrio ed elegante. Non troppo grande, non troppo piccola, colori caldi e grandi luci appese al soffitto. Il posto sembrava costoso.
-Tavolo per due- ordinò senza salutare o dire per favore.
-Certo, da questa parte signor Steele- disse il cameriere, guidandoci a un tavolo. Sentivo che veniva spesso.
Ha tirato indietro la mia sedia in modo che potessi sedermi, era cavalleresco. Il suo corpo si sistemò sulla sedia di fronte a me. Eravamo pronti a parlare.
-La bottiglia di vino rosso più costosa e la specialità della casa
Senza dire altro il cameriere se ne andò per l'ordine.
-Parla signore- dissi senza mezzi termini.
-L'azienda che gestisco oggi è stata fondata da mio nonno, che aveva solo 2 figli: mio padre e mio zio Alessandro. L'azienda è passata in mano a mio padre anni fa, ma quando ha deciso di andare in pensione ne sono diventato titolare, ma mio nonno cerca un erede impegnato, poiché così ha assicurato meglio un primogenito. L'unico figlio di mio zio vuole la compagnia e io non gliela darò, quindi ho bisogno di una ragazza che presto sarà la mia fidanzata- ha spiegato in dettaglio.
-E perché io?- chiesi confuso.
-Perché tu eri lì, e avevo detto a mio padre che se avessi avuto una ragazza, quando non ce l'ho. Per favore Elena, aiutami- mi guardò negli occhi supplichevole.
Sospirai.
-Cosa ci guadagno da tutto questo?- chiesi, perché ero stupido, ma non così stupido.
-Ti pagherò il doppio del tuo stipendio, inoltre sarà solo per poco tempo, dopo che mio nonno deciderà che sarò il proprietario ti dirò che abbiamo finito
Ci ho pensato, sarebbe stata solo una bugia che sarebbe durata poco, cosa potrebbe succedere?
-Accetto- dissi tendendo la mano. Lo prese con un sorriso a bocca chiusa chiudendo il nostro accordo.
Il cibo è arrivato e ci siamo preparati per mangiare.
-Domani sera ci sarà una cena a casa dei miei genitori per celebrare il mio corteggiamento- disse, interrompendo il mio delizioso pasto.
-Così presto?- chiesi, smettendo di mangiare. Il mio corpo si tese nervosamente. Voleva che conoscessi la sua famiglia, e anche se era una bugia, non ero pronta.
-Sì Elena, ed è per questo che dobbiamo mettere certe regole. Non ti farò firmare nulla, prometti solo di soddisfarli
Ho solo annuito.
-Ci saranno solo pegni d'amore se serve, dirai che abbiamo già del tempo insieme e che ti ho dato il lavoro perché ne avevi bisogno, se non sai cosa rispondere fammi un segno e ti dirò e non parlare con nessuno a meno che non chieda capito?- spiegò.
-Va bene, ma sembra un po' illogico che ci frequentiamo da così tanto tempo e che non sappiamo nulla l'uno dell'altra- dissi.
Ci ha pensato, ma alla fine ha accettato.
-Allora cominciamo. Mi chiamo Aaron Steele, ho 25 anni, ho studiato Economia Aziendale. Ho due sorelle, io essendo la più grande. Mi piacciono le cose invernali e fredde, il mio colore preferito è il nero e sono allergica alle fragole. Ora tu
-Mi chiamo Elena Hells, ho 23 anni, ho studiato Comunicazione. Ho due fratelli: una donna e un uomo, io essendo il più giovane. Amo la spiaggia e le cose calde, penso di avere molti colori preferiti, ma il preferito dei preferiti è il blu. Sono allergico ai crostacei e amo i cani- dissi evitando di dare dettagli del mio passato.
-La nostra storia è facile. Ci frequentiamo da un anno, per quanto ne so, hai appena lasciato l'università, quindi ti ho incontrata lì a tenere una conferenza. Ci siamo innamorati e non abbiamo detto nulla fino ad ora per la tua privacy - mi ha spiegato.
Ho continuato a mangiare ed è allora che ho pensato: se avesse saputo del mio passato, avrebbe accettato che fossi la sua ragazza? La mia famiglia si vergognava di me, quindi non credo di aver avuto possibilità con un uomo, e ancor meno come un dio greco.
Finimmo di mangiare in silenzio.
Siamo usciti da quel ristorante e siamo tornati in ufficio, come se nulla fosse, come se non avessimo appena concluso un accordo, qualcosa di assurdo?
-Il nostro accordo è solo tra me e te, e ovviamente con la mia famiglia, ma di questo non diremo nulla al lavoro ea nessuno, capito?- chiese proprio quando l'auto fu parcheggiata nel parcheggio.
-Si signore
-Lo so che gli avevo detto di trattarmi solo come "tu" fuori dall'ufficio, ma ora che siamo "Fidanzati", penso che possiamo toglierci le formalità tutto il giorno, pensi Elena?- chiese di nuovo
-Mi suona bene, Aaron- ho risposto con un sorriso storto.
Siamo scesi da quell'auto e ognuno è andato al proprio posto di lavoro. Ho cercato di evitare alcune domande di Claudia, perché da quello che sapevo, il capo di solito non pranzava con nessuno.
Quindi mi sono seduto e ho finito alcune cose che erano rimaste da fare.
La mia giornata lavorativa era finita, dandomi la libertà di tornare a casa in sicurezza.
Stavo mettendo le mie cose nella borsa, pronto per uscire e andare a dormire. Non c'era più nessuno su questo piano: le riunioni erano finite e Claudia se n'era andata; solo io e il mio "fidanzato". Ero stato troppo impegnato nel pomeriggio e le mie ore si erano allungate di qualche ora, perché non potevo lasciare il mio lavoro a metà.
-Elena? - Ho sentito qualcuno chiamarmi alle mie spalle
-Aaron- risposi girandomi e prendendo le mie cose.
-Perché sei ancora qui? Il tuo programma è terminato più di due ore fa
-C'erano alcuni elementi in sospeso e dovevo rivederli, ma ora vado- spiegai, avviandomi verso l'ascensore.
-Hai intenzione di uscire a quest'ora della notte?- Chiese incrociando le braccia robuste.
-Non ne ho altri- risposi alzando le spalle.
-Certo che sì, ti ci porto io, è troppo tardi per rischiare così
E prima che potessi dire una parola, è entrato nel suo ufficio e in pochi secondi è uscito con la sua valigetta e ci siamo avviati verso l'ascensore " Intoccabile ". Quando siamo arrivati al parcheggio, nessuno aveva detto niente ma non mi sentivo a disagio, solo piuttosto stanco.
La strada di casa è stata breve e silenziosa, perché a quanto pare non avevamo niente di cui parlare, e ho capito, lui era un uomo d'affari e io una semplice segretaria.
-Ricorda la cena di domani. Ti farò uscire prima così potrai prepararti e verrò a prenderti di notte. Le otto Elena, non un minuto di più, non un minuto di meno- se ne accorse quando parcheggiò davanti al mio palazzo.
-Certo se Aaron- dissi solo con un sorriso stanco.
-Ci vediamo domani Elena-
-Ci vediamo domani Aaron-
E scomparve in quella strada buia...