Prologo

893 Parole
Prologo Tabitha. Seguo la direzione presa da mio fratello e la sua nuova ragazza, mentre tutti e tre attraversiamo in kayak il Lago Walton, fendendo con i remi l’acqua scura, senza fretta. La giornata è tranquilla, soleggiata, e perfetta. Sistemo il bordo del mio cappello di paglia estivo in modo che mi copra completamente la faccia, e spingo gli occhiali da sole più in alto sul naso mentre con una manovra avvicino il mio kayak a quello di mio fratello, Cal, e della sua ragazza Greyson. Sono davanti a me, e remano l’uno accanto all’altra in un silenzio complice. Io resto indietro, per nulla intenzionata a prendere parte al loro festival dell’amore. Cerco di distogliere lo sguardo quando si lanciano delle occhiate di sottecchi, tentando di non farsi notare ma fallendo miseramente. Non riescono a staccarsi gli occhi di dosso, e se non fossi così felice per mio fratello, ne sarei totalmente disgustata. Tuttavia, da donna single, penso che sia mio dovere alzare gli occhi verso il cielo blu e privo di nuvole. «Amore, andiamo a vedere quel banco di sabbia laggiù.» L’eco della voce profonda di mio fratello mi raggiunge. Ruota il suo torso snello e mi osserva. «Tab, ci fermiamo all’isola.» «Ehi, ma io lo conosco questo posto!» esclama Greyson, felice. «Me l’hai fatto vedere in foto una volta.» Cal le sorride, chiaramente contento che se ne ricordi, e remiamo con destrezza verso la piccola isola. In realtà è più che altro una penisola sporgente sull’acqua, con una spiaggia dalla sabbia bianca, tavoli da picnic, ed una zona riservato ai falò. Mentre ci avviciniamo, intravedo una scia di fumo proveniente dal falò degli ultimi campeggiatori, e dai carboni spenti, la tenue nuvola di fumo grigio si solleva tra le fronde degli alberi. Mio fratello continua a parlare. «Mi sono sempre voluto fermare, ma l’idea di essere solo mi deprimeva.» Greyson arrossisce in modo carino. «Beh, non dovrai più preoccupartene.» Lo sguardo severo di mio fratello si posa sulla scollatura di Greyson, visibile sotto la cerniera del salvagente. «Andare in kayak con te è quasi peggio.» I suoi grandi occhi nocciola si spalancano. «Cosa! Perché?» «Perché vorrei avvicinarmi e buttarti in acqua. Farci entrambi un bagno.» Che schifo. Li schizzerei volentieri con il mio remo. «D’accordo voi due. Finitela. Mi date il voltastomaco.» Mio fratello, che neanche tra un milione di anni avrebbe immaginato di poter esternare delle effusioni in pubblico, sporge il suo braccio muscoloso e pieno di tatuaggi per attirare a sé il kayak di Greyson, piegandosi ed arricciando le labbra. Chiudendo gli occhi dietro gli occhiali da sole, le loro labbra si incontrano, premute insieme sopra l’acqua. Sospirano entrambi. Greyson poggia il suo remo sul kayak, e con dita delicate sfiora il taglio profondo sotto l’occhio sinistro di Cal. «Devo metterci un po’ di Neosporin sopra.» la sua voce è pacata. «Sono preoccupata.» Il mio irritante fratellino annuisce come un cagnolino, ancora appoggiato al palmo della sua mano. «Okay.» Ma che… Potrebbe andare peggio di così? «Ho organizzato un picnic per noi.» Come non detto, potrebbe eccome. Greyson ha un sussulto di felicità. «Oh mio Dio, Cal, tesoro… puoi essere più perfetto di così?» «Non lo so. E tu?» «Ti amo.» «E io amo te.» Sono disgustosi. Disgustosi e basta. Greyson sospira. Io la imito, e con un piccolo sbuffo di gelosia, continuo a remare. I nostri kayak raggiungono le sponde dell’isola e Cal è il primo a muoversi, trascinando Greyson a riva con facilità, e offrendole la mano per aiutarla a scendere. Ricaccio un gemito quando le cinge la vita con le braccia e si scambiano un altro rapido bacio. Poi le dà una pacca sul sedere mentre lei si avvia verso la zona da campeggio. Mio fratello si volta avvicinandosi di qualche passo, ed afferra la corda di fronte a me tirando il mio kayak accanto a quello di Greyson, allungando poi una mano nella mia direzione così come aveva fatto con lei. L’unica differenza, è che invece di accettare educatamente il suo aiuto, riduco gli occhi ad una fessura, ancora ferma in acqua. «Perché mi guardi così?» domanda, osservandomi. «Non mi fido di te.» dico. Cal sbuffa. «Pensi che ti farò cadere in acqua? Cos’abbiamo, tredici anni?» «Oh, fammi il piacere. Ti conosco. Non dirmi che non ci stai pensando in questo momento.» lo prendo in giro, ma allungo la mano. Lui la afferra aiutandomi a scendere. Quando i miei piedi toccano la riva, sono immersa fino alle caviglie e mio fratello incrocia le braccia indignato. «Non mi dai neanche un po’ di fiducia. Non ti avrei mai fatta cadere in acqua.» Io me ne sto in piedi e rido. «Sei un gran bugiardo.» «Chi sarebbe così stronzo da far cadere la sorella in acqua difronte alla sua ragazza?» Si sporge piegandosi per bloccare il mio kayak e dandosi da fare portandoli tutti sulla battigia, per evitare che galleggino via. «Sai…» mi guarda furtivo. «… hai ragione. Ho in effetti considerato di farti finire col culo in acqua.» «Lo sapevo!» calcio l’acqua con un piede, e lo schizzo. «Sì, beh, te lo meriti. Devi ancora pagarmela per quando ti sei nascosta sotto il mio letto mentre mi cambiavo, per poi terrorizzarmi una volta spente le luci ed essermi coricato.» Tiro su le mani, esasperata. «Ma è stato tre anni fa!» «In ogni caso…sei pazza. Guardati le spalle, dico solo questo.» «Chiudi il becco.» lo schernisco, alzando lo sguardo verso Greyson che cammina da sola attorno l’area picnic, mentre noi bisticciamo come bambini. «E poi spiegami perché te ne stai qui a darmi fastidio quando la tua ragazza ti aspetta? Ti voglio un bene dell’anima, ma mi date la nausea voi due.» Ma voglio già un bene dell’anima anche a lei, come ad una sorella. Voglio bene ad entrambi. Hanno creato un legame indistruttibile, ed un’amicizia incredibile. E voglio che continuino ad essere felici.
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