Avviso al lettoreE

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AVVISO AL LETTORE Nel basso medioevo, i monti Sibillini attiravano non solo cavalieri in cerca di avventure, ma anche stregoni e negromanti. Vari autori, tra i quali lo stesso La Sale, ci ricordano come il Lago di Pilato fosse luogo ove alcuni si recavano a praticare le arti diaboliche. Leandro Degli Alberti scrisse, nel suo libro Descrittione di tutta Italia (1557), che, intorno ad esso, si poteva assistere a un continuo andirivieni di persone di quel genere, “essendo volgata la fama di detto lago… che quivi soggiornano i diavoli e danno risposta a chi li interroga.” Come dicevamo, molti sono i testi letterari che ci tramandano le leggende appenniniche. Tra questi, il Guerrin Meschino, opera in otto libri che fonde elemento cavalleresco e favola, fu scritto intorno al 1410 da Andrea da Barberino. Si tratta di un autore che ebbe grande fama e successo per diversi secoli (a lui dobbiamo anche il noto romanzo I Reali di Francia). La prima pubblicazione del Guerrino ebbe luogo nel 1473. Il testo è tratto dalla edizione stampata a Venezia nel 1567. Solo la parte quinta, in cui si narra della Sibilla, è riprodotta qui, nella versione italiana originale e in traduzione inglese di James Richards. A seguire, con una breve prefazione di Luca Pierdominici, si propone il testo di Antoine de La Sale: il Paradis de la reine Sibylle. Tale opera è tradotta in italiano dallo stesso Pierdominici, che si basa sulla edizione critica di Fernand Desonay (Parigi, Droz, 1930), e in inglese da James Richards. Bernardino di Betto “Il Pinturicchio”, La Sibilla e il profeta Osea, Palazzo Apostolico Vaticano, Appartamento Borgia
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