CAPITOLO XII Al Russicum All’interno del Collegium Russicum, la biblioteca era il rifugio del cardinale Amerigo Cirrincione. Lo preferiva alla imponente sede del suo dicastero, di piazza Sant’Uffizio. Quando vi entrava per sedersi a una scrivania vicina alla finestra che dava sul Pontificio istituto Orientale, il porporato cadeva in trance: muto e sordo. Davanti un libro, un tomo antico, scritto in un linguaggio indecifrabile se non per il cardinale prefetto che conosceva come l’italiano alcune lingue ormai defunte. A parte il russo. Lo parlava speditamente perché lo aveva studiato in gioventù, e aveva frequentato seminaristi che provenivano da oltrecortina. Non lo aveva lasciato più, da allora. A Taranto, un professore di lingua russa veniva due volte alla settimana a fargli lezione e A

