9. La proposta

1909 Parole
Il Sultano non si era seduto a capotavola ma al centro del tavolo rettangolare, aveva alla sua destra la moglie con Joridey, alla sua sinistra Quarin con Charmant. Regina voleva sedersi di fronte al bambino ma il Sultano le fece cenno di sedersi di fronte a lui. Così lei si sedette al centro con i suoi genitori alla sua destra e suo fratello Leone a sinistra, che col suo fare giocherellone si mise subito a far divertire il bambino. Il cibo era delizioso. “Mia cara, ora che siamo tranquilli posso parlarti della proposta di cui ti ho accennato stamattina.” “Certo, signore.” “Visto che a te piacerebbe imparare a cucinare a livello di uno chef stellato, sappi che qui a bordo abbiamo un cuoco eccellente, lo chef Senshaw, che dirige nel mio paese un ristorante a quattro stelle, e che gentilmente mi segue nella crociera per cucinare i pasti per noi. Vorresti lavorare qui nella mia nave finché non torneremo a Krupahw? Il viaggio durerà altre 6 settimane, hai il tempo di impratichirti e imparare dallo chef Senshaw. E’ un ottimo insegnante, in Giappone ha una sua scuola di cucina dove in tanti sgomitano per entrare. Sono sicuro che con buona volontà e duro lavoro potrai un giorno aprire un tuo locale anche all’estero.” All’estero? Un suo locale? Non riusciva nemmeno ad immaginarlo. Che proposta fantastica… non sapeva se sarebbe stata all’altezza. Ma suo figlio? Come l’avrebbe presa? Lo guardò per un attimo. Aveva smesso di mangiare e stava guardando suo padre con preoccupazione. Si capiva che non era d’accordo. Non voleva innescare un’altra battaglia. “La ringrazio moltissimo, maestà, ma è troppo per me, non ho queste grandi ambizioni...” “Ebbene è ora di averle, no? Che si è giovani a fare se non si hanno ambizioni? E che ambizioni sono se non sono grandi? Tu sei giovane, signorina, hai il dovere di sognare in grande, se l’obiettivo è piccolo non avrai voglia di lavorare duramente per ottenere i tuoi sogni!” “Ha ragione, ma… non so...” “Forse non vuoi lasciare il tuo lavoro all’improvviso? Lo ritieni scorretto?” Lei pensò al suo capo e quante volte aveva detto che le dipendenti erano sostituibili dall'oggi al domani, specie quando osavano chiedere un aumento. Il suo contratto prevedeva che potesse essere licenziata su due piedi, ma non aveva nessuna penale se decideva di mollare il lavoro di punto in bianco. “Non è questo, maestà, sono sicura che al lavoro possono fare a meno di me.” “Allora qual è il problema? Se non fosse chiaro, riceveresti una paga al pari del mio staff. Facciamo così, riflettici un pochino, parlane con i tuoi genitori e poi dimmi cosa hai deciso. Ti aspetto.” Lei lo ringraziò e continuò a mangiare, mentre i genitori dicevano che un’occasione del genere andava colta al volo e ringraziavano a loro volta il Sultano. Dopo pranzo, si ritirarono nelle loro stanze, tranne Quarin che andò in camera del padre. “Padre, perdonami ma assumere quella ragazza è una pessima idea. Non la conosci, come fai a metterti in casa una così? Non mi fido di lei, a bordo abbiamo gioielli, quadri rari, tecnologia costosa! Abitando nella nave può facilmente derubarci e trafugare la refurtiva senza farsi accorgere! Non possiamo tenerle gli occhi addosso 24 ore su 24!” “Figlio, ti ringrazio per la tua preoccupazione, ma so quello che faccio.” “Ma è pericoloso, padre!” “Stai tranquillo, Quarin. Sono un po’ più vecchio di te, so giudicare le persone. Quella ragazza non è come Petra, figliolo. Anche se devo dire che fisicamente le somiglia molto. No, è molto più bella di lei, non sei d’accordo?” “Non importa che aspetto ha. Non mi piace, non la voglio qui.” “Ho dato già la mia parola, non la rimangerò.” “Va bene padre, ma se succederà qualcosa poi non dire che non ti avevo avvisato!” Arrabbiato, il principe lasciò la stanza. Regina ci aveva pensato e ripensato. Doveva rifiutare, non voleva aver a che fare col principe che non la sopportava. Lo aveva accennato ai suoi genitori ma non le avevano creduto, lei non era scesa nei dettagli per cui non potevano capire quanto il principe la avversasse. Suo padre riconosceva che la proposta era valida ma la riteneva troppo giovane perché si allontanasse da casa, su una nave poi, per tanto tempo. Sua madre la incoraggiava ad accettare. Alla fine la lasciarono scegliere senza imposizioni. Se le circostanze fossero state diverse, avrebbe colto quell’opportunità al volo, ma così no, anche se era un treno che non sarebbe mai più passato e lo avrebbe rimpianto. Così si decise a parlare col Sultano per dargli la sua risposta. Stava per arrivare alla sua cabina, quando incontrò Quarin. “TU!” esplose lui. “Hai giocato bene le tue carte, te lo concedo. Ma non osare accettare la proposta di mio padre. Non ti voglio a bordo della mia nave! Sei hai un briciolo di intelligenza in quella testa vuota rifiuta la proposta, altrimenti ti assicuro che ti renderò la vita un inferno!” Lei sentì montarle dentro la rabbia. Ma come si permetteva! Non sopportava di dovergli ubbidire così, e con un moto di ripicca gli rispose: “Ma la decisione non è tua, stavo giusto andando a dire al Sultano che accetto la sua gentile proposta, e tu… beviti una tanica di camomilla perché dovrai sopportarlo!” Arrabbiatissimo, lui volse lo sguardo di lato e mormorò a denti stretti: “Idiota...” poi rivolgendosi a lei le avvicinò il viso a 10 centimetri e le abbaiò con un sorriso crudele: ”Bene, preparati allora, sarai il mio divertimento preferito!" e marciò via. Lei restò incredibilmente scossa. Aveva sbagliato, non doveva farselo ancora più nemico. Fece un respiro profondo e andò a bussare alla porta del Sultano. “Avanti.” Lei non entrò ancora. “Vostra maestà, sono io, Regina.” Lui aprì la porta. “Vieni cara, accomodati. Sei venuta per parlarmi della mia proposta?” “Sì vostra maestà. Ecco… davvero mi piacerebbe moltissimo ma non posso accettare.” "Dammi un buon motivo mia cara. Ma dimmi la verità " "Ecco vostra maestà, per essere franchi non vado d'accordo con suo figlio. Anzi per essere ancora più franchi, lui mi detesta. Mi vede come una furba sanguisuga che vi vede solo come mucche da mungere! Con tutto il rispetto, vostra maestà" aggiunse rendendosi conto di aver fatto un paragone infelice. Lui sorrise. "Io penso di sapere il perché mia cara." "Davvero?" "Già. Ma resti tra noi. Devi sapere che in passato mio figlio si è innamorato di una ragazza che ci ha derubato ed è scappata spezzandogli il cuore. Credeva davvero di aver trovato la donna della sua vita, ma si è rivelata un' approfittatrice senza scrupoli, che dopo essersi fatta riempire di regali e soldi, ha preso tutto ciò che poteva, tra cui i gioielli della mia prima moglie, sua madre, ed è sparita. Si è rivelata essere una ladra professionista, ma è stata tanto abile da far credere a Quarin di essere perdutamente innamorata di lui. Ora non ha più fiducia nelle donne, è convinto che siano interessate solo al suo denaro." "Ma deve averla superata, visto che sta insieme a quella splendida ragazza, allora cosa c'entro io?" "Quella ragazza non significa niente per lui, può lasciarlo domani e non farebbe una piega. Per quanto riguarda te, bambina, beh... la sua ex fidanzata era una donna stupenda e tu mia cara le assomigli moltissimo." Per un attimo Regina dovette digerire quelle parole. Assomigliava a una stupenda ex del principe? No, non era possibile. Lei era assolutamente nella media, se non bruttina. Era pure in sovrappeso! "Come dice? No maestà, non posso assomigliare a nessuno di bellissimo, non sono niente di speciale io, e nessun ragazzo si è mai interessato a me, quindi..." "Capisco. Ed esci molto spesso?" "Beh, non molto, lavoro tutta la settimana... ma conosco molti ragazzi, gli amici di mio fratello, a volte andiamo al mare tutti insieme..." "Ah, ora è chiaro, tuo fratello... lo stesso fratello che quando un cameriere le si avvicina lo guarda male per farlo allontanare? Sono sicuro che avrà messo il veto a tutti i suoi amici su sua sorella!" A lei venne da ridere, il Sultano si sbagliava. Forse lui a cinquant'anni poteva apprezzare una ragazza in salute e tutta curve ma certamente non un suo coetaneo. Erano le ragazze come Charmant, alte, snelle, bionde a piacere a tutti gli uomini. "Non penso sia così maestà, ma la ringrazio per i complimenti. Devo purtroppo rifiutare l'invito" "Ma non sei stata tu a dirmi che sarebbe una grossa crescita lavorare a fianco di cuochi stellati e maitre di sala di prima classe? E tu rinunceresti a tutto questo e ad uno stipendio che è più del doppio della media solo perché hai paura di mio figlio?" Lei guardò in terra e replicò: "Suo figlio fa parecchia paura, signore." Lui rise a tanta franchezza. "E se ti dicessi che mio figlio scenderà dallo yacht tra due settimane? Andremo alle Canarie dove si trova un noto Casinò e rimarrà lì mentre lo yacht proseguirà per un altro mese nel mediterraneo. Sono vecchio e mi posso permettere una lunga vacanza." Lei stava per replicare che non era affatto vecchio, ma non voleva che il suo complimento passasse come un tentativo di seduzione. A volte, tale figlio tale padre... quindi rispose soltanto che lo ringraziava e che ci avrebbe voluto riflettere ancora una notte. "Ma certo, la notte porta consiglio, per aiutarti nella decisione ti farò accompagnare dal maggiordomo capo Bernard a conoscere lo staff e i luoghi di lavoro. Puoi fidarti di lui, qualsiasi disagio tu abbia puoi parlargliene. Fatti dare il numero di telefono della segreteria, di solito risponde proprio Bernard, mi comunicherai la tua decisione definitiva domani mattina.” Suonò un campanello ed apparve il maggiordomo, che avute le istruzioni la scortò nel ponte sottostante. Lui fu molto compito e cordiale, e la mise a suo agio, tanto che ad un certo punto lei osò fare la domanda che le stava a cuore: "Mi scusi Bernard, volevo domandarle... lo staff deve lavorare spesso in presenza dei proprietari, oppure si può essere, per così dire... invisibili?" "Come mai questa domanda, signorina?" Rispose lui, un po' spiazzato. "Beh, il Sultano lo sa già, per cui non è un problema se lo sa anche lei... ecco... il fatto è che il principe non mi sopporta e meno mi vede meglio è." rispose con le guance in fiamme. "Non riesco a crederci signorina, il principe è giusto e cortese con tutti i suoi dipendenti, in particolare con le donne." "Eh, ci creda invece, mi ha minacciato di rendermi la vita un inferno se avessi accettato il posto!" Il maggiordomo si accigliò, guardandola con una nuova consapevolezza. "È così, eh? Beh, possiamo farla lavorare nelle cucine e non in sala, oppure qualche volta se non le dà fastidio potrebbe fare le pulizie sottocoperta" "Nessun fastidio, il lavoro è lavoro, ho fatto di tutto in passato, non mi disturba pulire i bagni nè grattare pavimenti, basta che mi tenga lontana dal principe e le sarò eternamente grata!" Lui sorrise apertamente, quella ragazza gli piaceva già. "Lo consideri già fatto, signorina." Lei esultò dentro di sé. L’indomani avrebbe comunicato al Sultano che accettava il posto.
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