“Per me si può tenere. Comprendo le spese, ma potrebbe essere un luogo di ritrovo per tutti noi.” Propose lo zio nonno Stefan.
“Se volete tenerla e restaurarla, per me non ci sono problemi. Metterò la mia parte, chissà che un domani la mia Olivia non voglia venire a studiare a Monaco.” Disse Taddheus il grande.
“Io e Hannah siamo per la maggioranza, come potete constatare non è neanche qui. Mi ha lasciato la delega e comunque penso ritornerò poco a Monaco.” Disse AJ. “Da quando mia figlia ha sposato Charles, faccio la spola da Ivandorog a Londra. Inizio ad essere vecchio per queste cose.”
“Come ci è finita tua figlia a Londra dalla Russia?” Chiese il nonno Edgar ad AJ.
“Semplicemente voleva studiare all’università!” Rispose divertito. “Ho due figlie femmine e non potevo negare a nessuna delle due di studiare, anche perché poi chi mi avrebbe portato avanti l’istituto di credito?” Concluse sempre irriverente. .
“Peccato che abbia trovato marito in quella città.” Rispose sua moglie Irina nello stesso tono.
“Di cosa si occupa adesso Irma? Ha lasciato andare le sue ambizioni?” Chiese zia Mette.
“Insegna matematica!” Rispose AJ, ha continuato ad avere a che fare con i numeri. “Dopo la nascita di Drake, decise per un lavoro stabile e che comunque le piaceva.”
“Tu corri lì perché hai un nipote.” Lo prese in giro Pamela.
“Tu non ne hai?” Le chiese AJ. “Comunque ho anche Vila e Indrik, hanno tre anni in meno a Drake. Mentre a Leningrado ci sono i figli di Hannah, Viktor e Oleg.”
“Io vivo in America e sono una donna indipendente.” Rispose la zia Pamela. “Non mi sono mai sposata e mia figlia anche sa che non deve nulla a nessuno. Se vorrà o meno un uomo in futuro si vedrà. Per ora siamo concentrate sul nostro lavoro.” Disse accendendosi una sigaretta. “Comunque fate ciò che volete della casa. Anche io farò la mia parte, ma non voglio né quella, né la proprietà della banca.”
“La banca vorrei prenderla io.” Intervenne papà. “Ho aperto un’agenzia di investimenti a Boston e ci sono dei buoni guadagni, vorrei aprire una filiale qui nella mia patria. Müller, Zimmer e Meyer approvano e anche loro ci metteranno le stesse quote che avevano un tempo i nonni.” Spiegò ai keller papà. “Mette mi sostiene in questa cosa, sarà i miei occhi quando non ci sarò.” Disse.
“È bello se ti insidi nella vecchia proprietà di famiglia. La vecchia Bavarian Bank avrà nuova vita.” Dissi AJ. “In onore di mio padre e mio nonno, io ti do il mio benestare.”
“Fate quelle che volete.” Disse ancora Pamela.
“Fate validare la struttura. Io e gli altri vi daremo la vostra parte. Sigmund già sta parlando con gli altri Zimmer e per la casa anche, ci ha detto che a Gloria presero una casa che si trovava tra qui e il centro. A loro non interessa di questa fin quando hanno la casa di Gloria.” Disse papà.
“Ok… questa cosa che se prendete le proprietà, ognuno avrà la propria parte mi piace.” Disse Pamela. “Fate valutare, anche gli appartamenti in centro. Se volete vendere, si divide rotto per tutti e amici come prima.” Concluse Pamela.
“Possiamo affittarli, cosa più consona.” Disse Taddheus.“Con gli affitti si potrebbe pagare la restaurazione della villa senza avere perdite. Si fa un conto a parte, così un domani quel conto potrebbe pagarci anche spese funerarie e trasporti. Non so voi, ma alla sua morte papà mi chiese di voler tornare a casa.” Disse. “Io lo sposerei con piacere.”
“Si può fare. Dovremo avere una cappella…”
“Che palle! Papà…” intervenne la piccola Olivia raggiungendoci. “Siamo ragazzini, non parlate di queste cose.”
Cambiarono argomento. Non parlarono più dei loro affari al contrario si dedicarono a noi.
Restammo in Germania per tanto tempo.
Papà prese l’appartamento che era appartenuto a
Tobias primo per sé. Decise di ristrutturalo per poi trasferirsi lì quando saremmo andati a Monaco.
“Lo intesto a te Tom, così da grande avrai una casa.”
Ma mio fratello scosse la testa. “Dallo a Tad. Io voglio la casa del mio trisavolo, quello col mio nome.” Disse.
“Quella è la casa di nonno Edgar e col nuovo progetto verrà abbattuta.” Gli spiegò il papà
“Allora andrò a dormire alla nuova casa. Fallo a Tad l’appartamento.”
Ma perché? Pensai.
“Perché insisti Tom, tu sei il più grande.” Chiese papà.
“Perché voglio bene a Tad. Lui ama Monaco, ogni volta che veniamo, non vuole mai venire via.” Rispose scaldandomi il cuore. Mio fratello aveva capito il mio stato d’animo.
“Ma anche a te piace Monaco.” Disse il papà.
“Si! Ma io sono felice quando andiamo via.” Ammise sincero. “Dallo a Tad questo appartamento papà. È bello e dà sul fiume Isae, poi si vede anche l’angelo della pace qui! Chiedilo a Tad, sono sicuro che gli piace.” Concluse mio fratello.
Sospirai stringendomi alla mamma. Avevo sette anni, ero convinto di aver raggiunto mio fratello e invece non era così. Lui era avanti, molto più avanti di me e forse non lo sapeva neanche.