Capitolo 11 - Seriel Nora

1500 Parole
"Non puoi?" Le chiesi. "Non puoi o non vuoi?" Le chiesi, il mio cuore non reggeva. Lo sentivo spezzarsi ad ogni sua parola. "Non voglio mettermi contro mio padre. Marcus è il figlio di mio fratello, so che non lo ricordi, ma ero molto legata a lui prima che morisse. Tuo nonno vuole che Marcus abbia l'eredità dello zio Rufus e per farlo deve avere un portfolio ricco." "Nessuno vi dice di non favorirlo. Ma ci siamo anche io e Barbiel." Le ricordai. "Siamo anche noi due figlie e nipoti, siamo delle Müller, proprio come lui." Lei scosse la testa. "Non posso, non con i tabulati che ci ha mandato Guill. Hai una certa attitudine al successo e tuo nonno non vuole che surclassi Marcus agli occhi degli altri consulenti anziani." Mi disse finalmente sincera. Quindi sapeva che ero brava e che meritavo. Ero stata mandata a Francoforte, perché come diceva mio padre, la consulting era guidata da una donna. Mi avrebbe capita e non mi avrebbe trattata con superiorità. Invece non era andata così! "Sono tua figlia." Sussurrai. "Lo so! Ti ho partorita io... ma non posso disobbedire al nonno, sai com'è fatto." Concluse abbassando lo sguardo. "Non posso deluderlo." La lasciai andare. Suo padre, mio nonno! L'uomo più maschilista che avessi conosciuto nella mia giovane vita. Scrollai la testa e mi diressi alle scale che portavano al piano di sopra. "Seriel... hai capito che se porti dei clienti tuoi puoi comunque avere dei contratti?" Mi chiese mamma. Scossi la testa. Non mi voltai. "Tu hai capito che come te anche io non posso deludere una persona? Non posso deludere chi mi ha mandata a Francoforte, ma soprattutto non posso sminuire me stessa." Le dissi. "Non puoi deludere tuo padre, ci sta. Ma non ti permetterò più di deludermi, uscirò da questa casa e dalla tua famiglia. Lascio la consulting, ho dei clienti esterni per la Munz Bank, me li farò bastare." Si avevo deciso, se non ero all'altezza della famiglia Müller, avrei smesso di esserlo. Fortunatamente le leggi per il cambio di nome erano più flessibili rispetto ad anni prima. Avrei cambiato il mio nome, mettendo quello di mio padre. Avrei lasciato la consulting, mi sarei data da fare in proprio, come in Olanda, avrei fatto dei sacrifici. Ma pazienza, non volevo niente da loro. Salii di corsa le scale chiedendomi in stanza. Mia madre non mi aveva seguita, non mi sorprese. Amore! Ciò che avevo sempre voluto era l'amore. Lo dissi anche a Thea quando lesse le lettere ereditate dai suoi genitori, lei fuggiva dall'amore. Io al contrario anelavo quell'amore che mio padre sembrava avere, la mia famiglia non mi aveva mai dato amore, mai che mi avessero fatto sentire accettata e voluta. Essere una Müller non era importante per me, non se questo implicava essere trattata come un'estranea, no! Non andava bene. Riempii la valigia di tutte i miei vestiti. Dopodiché iniziai a chiamare i B&B per trovare dove andare a stare. Avevo un mese prima di raggiungere il Kleinsten, sicuramente rivedere la mia amica mi avrebbe reso il buon umore. Eleonora, Theodora e Tancredi mi volevano bene. Loro mi amavano per ciò che ero, senza chiedermi di annullarmi. Il giorno dopo andai in ufficio e nel mettermi al lavoro potetti appurare che le cose non erano cambiate. Mason, il consulente a cui ero stata assegnata, mi chiese delle fotocopie, dopodiché un caffè e di prendergli un appuntamento con la Öl Corporation. Approfittai di quelle mansioni svolte velocemente per prendere mano ad un lavoro che dovevo presentare quel pomeriggio alla Munz bank. A pranzo ancora non avevo visto mia madre, uscii con Nora e le raccontai del confronto del giorno prima. "Lascio la consulting. Papà non voleva questo per me, neanche per te Barbiel." Conclusi. "Sei troppo drastica Nora. Vedrai che mamma si scioglierà." Mi disse. Scossi la testa. "Sai cosa mi ha detto papà quando mi diede i soldi?" Chiesi a Zora. Lei fece scena muta. "Che il tuo posto era a Francoforte." Mi disse. "Mi disse che ci avrebbe tenute d'occhio, che si aspettava grandi cose da noi. Mi dispiace Barbiel, se resto alla consulting non mi realizzerò e se mi sacrifico per la KCG di mamma, finirò sul lastrico per mantenermi. Manderei a quel paese i lavori e i guadagni di questo anno così fruttuoso." Le ricordai. "Tu vuoi stravolgere tutto Seriel, cambiare nome e cancellare la mamma. Andare via..." mi disse mia sorella. "Ci sono io qui." "Tu ci sarai sempre." Le dissi. "Ma tu sei più forte di me Barbiel, hai Sabrina che è la tua forza. Io ieri non avevo neanche la forza di piangere, perché sapevo che mamma non mi avrebbe comunque sentita." Lei sospirò. "Chiedo a Sabrina, sicuramente puoi venire a stare da noi, così non sarai sola." Mi morsi il labbro. "Se vengo a stare da voi vi pagherò il sub affitto." Le dissi. "Vediamo cosa dirà Sabrina." Concluse mia sorella. Tornammo in KCG e ci separammo, io andai dallo staff di Mason e lei verso quello di Züch. Controllai se ci fossero delle note per me e quando vidi che non avevo nulla da fare misi il mio portatile nella borsa e misi la giacca. "Mara io vado via. Mason sa che questa settimana lavoro solo al mattino." Dissi alla segretaria. "Va bene... ah Seriel. Prima Marcus ha cercato qualcosa dal tuo computer." Disse indicandomi la ventiquattro ore. "Ti consiglio di non farlo aspettare quando chiede cose, soprattutto perché tu lavori part time qui." Mi disse cinica. Mi strinsi la borsa al seno. "Non sono la sua segretaria, in realtà non sono la segretaria di nessuno qui." Affermai sfidandola. "Non avevo nulla per Marcus sul mio computer, ti consiglio..." dissi facendole il verso. "Dí allontanarlo la prossima volta." Conclusi andando via. Quel pomeriggio incontrai Georgius Maler per una strategia di mercato con la sua attività. La banca era soddisfatta della mia proposta e anche Maler che firmò il contratto. "Ci vediamo domani per la proposta Bauer." Mi salutò soddisfatto il direttore della Munz. Ero contenta di soddisfare i suoi requisiti, da quando lavoravo lì era una continua ascesa alla mia carriera e quello con Bauer era un contratto molto importante e ricco, soprattutto per la portata del cliente. Il giorno dopo consegnai a mia madre la lettera di dimissioni. Avevo dato già un preavviso verbale, quella lettera confermava la mia decisione. Sarei andata via la settimana prossima. Tanto non facevo molto, quindi che ci fossi o meno era relativo. "Non vuoi ripensarci?" Chiese mia madre. "Assolutamente no frau (signora- nda) Müller." Le dissi schietta mantenendo le formalità. "Adesso se mi permette, ho del lavoro da finire." Così dicendo uscii dall'ufficio e mi diressi alla scrivania. Mi rimisi al mio computer rivedendo la proposta Bauer, c'erano dei valori che ero sicura di non aver messo. Quella non era la mia proposta, ne ero più che sicura. "Mara qualcuno ha toccato il mio computer?" Chiesi alla segretaria. "Marcus come sempre. Ti ho detto che devi dargli ciò xke ti chiede." Mi disse scocciata. "Io ti ho detto di riprenderlo. Non ho niente per lui e questo è il mio computer personale." Le dissi prendendo il mio porta appunti e cercando tutto ciò che mi ero prefissata per Bauer, dopo presi la chiavetta per recuperare l'ultimo salvataggio. "Lui è il padrone qui! Non sei tu a ordinare Seriel. Gli ultimi arrivati non hanno voce in capitolo." Mi ammonì Mara. La fissai indiavolata. "Il computer è mio! Non c'entra niente con la KCG e ti dovevi impedirgli di toccarlo." Dissi aprendo il file sulla chiavetta. Lo misi a confronto con l'altro prospetto e scoprii che era stato sostituito. Mara parlava, ma io non la ascoltavo. Ma cosa diamine? Come si erano permesso di cambiarmi il prospetto e il grafico? Controllai gli ultimi calcoli sul mio porta appunti e aggiornai il lavoro salvato la sera prima. Poi lo spostai sul computer e sul tablet. Dovevo parlare con Marcus! Non poteva giocarmi quei tiri mancini. Così appena Mason mi chiese il caffè, posai portatile e tablet nella mia ventiquattr'ore e colsi la palla al balzo per andare nell'ufficio di mio cugino con la chiavetta dove misi l'insulsa proposta che aveva messo nel mio pc. Quando arrivai al piano di sopra, mi informarono che Marcus era impegnato in sala riunioni con mia madre e anche il nonno, per un cliente importante. Quindi c'era anche il nonno e non ci avevano detto niente a me e Barbiel. Assurdo. "Da quando è iniziata la riunione?" Chiesi alla segreteria. "Mezz'ora circa." Rispose lei. Accipicchia. Se non mi fossi messa a resettare e correggere la proposta avrei fatto in tempo a parlare con Marcus e prendere anche il caffè a Mason. Controllai l'ora. Erano le 11.50, mancava poco all'ora di pranzo. Così decisi di prendere il caffè a Mason e rinunciare al pranzo. Dovevo assolutamente parlare con Marcus. Mangiai un tramezzino lì aspettando che Marcus finisse la riunione, sperai presto poiché avevo appuntamento alle quindici con Bauer.
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