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33 Passarono due giorni, Alfonsi dormì al castello ogni notte. Con Sofia era al settimo cielo, non si capacitava di quell’ambiguità, di notte innamorato perdutamente della donna che, di giorno, continuava a perseguitare segretamente con indagini e ricerche. Voleva quella donna come uomo, la combatteva come poliziotto. Una nuova versione del Dottor Jekyll e Mister Hyde. Non doveva scoprire solo la verità per incriminarla, bensì voleva capire come realmente si erano svolti i fatti, cosciente che, se fosse stata lei l’assassina, a quel punto non avrebbe saputo cosa fare. Al ristorante “Da Mario”, un locale appena dietro la Questura dove molti dirigenti consumavano il pasto del mezzogiorno, Alfonsi attendeva qualcuno che arrivò in quel preciso istante. «Chiedo scusa del ritardo, commissario»

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