Sei

1246 Parole
Faith "Mi dispiace tanto" dissi alla mia lupa. Speravo che non fosse dispiaciuta che io fossi la sua umana. Non che io la stessi tenendo lontana dal suo compagno, era lui a non volermi, ma io non avevo fatto nulla per cercare di cambiare la situazione. Anche lei doveva volermi. Non ero nemmeno riuscita a raggiungere il lupo di Declan. Questo mi rattristava molto per lei, mi chiedevo se fosse colpa di Declan o del suo lupo. Forse era il lupo di Declan che mi odiava, ma scartai l'idea nel momento stesso in cui mi passò per la testa. I lupi non rifiutavano le loro compagne in quel modo. Mi chiedevo come Declan avesse fatto a bloccarlo. "Mi dispiace tanto!" Avrei voluto fare di più per lei. Era stato molto strano cercare di confortare questo altro essere con cui condividevo la testa, senza che potessi abbracciarlo o altro. "Non è colpa tua. Io voglio un compagno." Sembrava combattuta quanto me. Dovevamo distogliere la mente da lui. "Non mi hai nemmeno detto come ti chiami." Avrei voluto veramente avere più tempo con lei. "Mi chiamo Sapphire." Provai dentro di me un’ondata di orgoglio, un orgoglio che sapevo non essere il mio. Avrei potuto sempre sentire le sue emozioni in modo così intimo? Sapphire, mi piaceva, era un nome insolito per una lupa e questo lo rendeva molto più bello. "Vuoi che ti parli un po' di me?" Mi sentii un po' sciocca anche solo per averlo chiesto, ma di cos'altro potevo parlare alla voce che avevo in testa. Era un tale sollievo che fossi nata in quel mondo, se mi ci fossi trovata, come alcuni lupi abbandonati, sarei sicuramente impazzita. Sentii la sua risatina nella mia mente, anche se era a mie spese, ero solo felice di sentirla ridere. "Sono la tua lupa, sciocca, la tua altra metà, vivo dentro di te, so già tutto quello che c'è da sapere su di te." In effetti aveva senso, certo che lo sapeva. "A proposito, cos'è questa ossessione, secondo me un po’ disgustosa, per il burro d'arachidi e i biscotti al cioccolato?" Rabbrividì disgustata al solo pensiero, doveva essere pazza, non c'era niente di meglio che mordere un Oreo con doppio ripieno inzuppato nel burro di arachidi. Era il paradiso in terra. "Chi ti nomina, puoi scegliere il tuo nome o come funziona?" Avevo diciotto anni, ero cresciuta in mezzo ai lupi per tutta la vita, come avevo fatto a non chiederglielo prima? "La nostra Madre Luna sceglie i nostri nomi, sciocchina." ‘Sciocchina’ doveva essere il mio nuovo nomignolo o qualcosa del genere, non che mi dispiacesse, sentivo l'affetto che lei nutriva per me, così come lei sentiva il mio. "Che aspetto hai?" Mi stava davvero uccidendo il fatto di non saperlo. "Dovrai aspettare e vedere." Mi prese in giro. Oh! "Che cosa faremo?" Sapeva già che mi stavo riferendo a Declan, io sapevo cosa volevo, lo volevo, ma volevo che fosse lui a venire da me, non sarei stata io a cercare di sistemare le cose. Tuttavia Sapphire era la mia lupa e Declan era anche il suo compagno, lei meritava di esprimere la sua opinione e io l'avrei ascoltata. "Non condividerò il mio compagno, dovremmo strapparle la testa!" Sentii il suo ringhio rimbombarmi nel petto. Se ne avessi avuto l'energia, sarebbe stato sufficiente a farmi mutare. Avrei voluto vederla, ma volevo la mia stanza, non potevo distruggerla, quindi ero sollevata dal fatto che non lo avremmo fatto. "Non voglio condividerlo neanche io, ma non possiamo staccarle la testa." La rimproverai, ma era difficile perché ero d'accordo. Avremmo dovuto staccarle la testa, ma poi mi sarei pentita di averle fatto del male. Era pur sempre mia sorella. "Perché?" sbuffò. Povero essere irascibile. I lupi erano esseri molto protettivi ed estremamente primordiali, quindi capivo il suo punto di vista, ma sarebbe stato comunque sbagliato. Se tutti gli altri riuscivano a controllare i loro impulsi da lupo, di certo potevo farlo anch'io. "Da dove inizio? Perché farebbe male a mamma e papà, lei è mia sorella, nella migliore delle ipotesi saremmo cacciate dal branco e costrette a vivere come vagabonde per aver infranto la legge e nella peggiore potrebbero addirittura condannarci a morte. Declan ama lei e odia noi, quindi probabilmente ci condannerebbe a morte" le risposi con tono cupo. Faceva male ammetterlo, ma i fatti erano fatti. "La odio" mormorò "Anch’io." Un lieve scricchiolio alla porta, mi bloccò pensando che probabilmente fosse Samantha, quella ragazza doveva capire, ma fui volta dall’aroma di cannella e di spezie e capii subito che si trattava di mia madre. "Avanti!" Mia madre fece capolino attraverso la porta, notai che era titubante e le sorrisi calorosamente per farle capire che era la benvenuta. "Ho notato che la colazione è stata un po'... tranquilla, ti va di parlarne?" Quindi se n'era accorta. Accidenti, pensavo di aver finto bene. "Che cosa vuoi dire?" Non volevo ferire i suoi sentimenti ed escluderla con un bel NO, ma non volevo nemmeno dirglielo. Se lo avessi fatto, le scelte che avrei fatto in seguito avrebbero potuto essere criticate e non lo volevo, non volevo un'altra persona con cui litigare. Potevo farcela da sola. "Voglio dire, tu, Samantha e Declan. Di solito siete tutti molto loquaci. Non avete praticamente detto una parola, nessuno di voi." Tanto valeva puntare il dito, già che c'era. "Sinceramente mamma, sono solo stanca. Non mi sento me stessa e mi sono preoccupata quando non sono riuscita a parlare con la mia lupa a colazione. La mia mente era altrove. Quanto a Samantha e Declan, non so cosa diavolo sia successo a quei due." Scrollai le spalle, odiavo mentire a mia madre. Speravo che mia madre affrontasse Samantha, non avrebbe mai detto a mia madre quello che stava succedendo, ma come minimo si sarebbe sentita a disagio anche lei. “Sei sicura?” Capisco che vuole credermi, ma che è un po' titubante. "Sì mamma, sono sicura." La abbracciai, la strinsi il più possibile e le diedi un bacio sulla guancia. Apprezzavo moltissimo quella donna, era sempre presente per me e eravamo sempre state incredibilmente unite. Eravamo quasi migliori amiche, mia madre e io. Ci somigliavamo per molti aspetti. Eravamo quasi della stessa altezza, a parte qualche centimetro. Avevamo entrambe gli stessi lunghi capelli ricci castani e i nostri occhi avevano la stessa forma, ma il colore era diverso. Samantha e mia madre avevano entrambe gli occhi verde mela, mentre io avevo gli occhi marroni di mio padre. Lei era un po' più conservatrice, ma ci vestivamo anche in modo simile. Era molto audace, per essere una mamma. La lasciai andare nonostante sentissi di poterla stringere per sempre. Mi faceva sempre sentire meglio, non doveva nemmeno provarci. C'era tanta incertezza nel suo sguardo, quando mi fissò. "Mamma, te lo giuro." "Se ne sei sicura." Le sorrisi calorosamente, mostrando tutto l'amore che potevo. "Sì" le risposi, accompagnandola gentilmente fuori dalla porta. Adoravo quella donna. Ero davvero stanca. Indossai velocemente il pigiama e sistemai i capelli in uno chignon disordinato. Non importava il mio aspetto mentre ero lì da sola nella mia stanza. Mi ero preoccupata di vestirmi bene per la colazione solo perché sapevo quanto avrebbe fatto arrabbiare quel bastardo di Declan. Mi rannicchiai al caldo e al sicuro sotto le mie coperte. Avrei dormito il più possibile. Quando quella notte mi sarei svegliata, volevo avere l'energia per far uscire Sapphire. Non mi ci volle molto per addormentarmi, ma, quando lo feci, sognai il lupo grigio.
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