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25 Dechartre era venuto a salutare le due viaggiatrici nel vagone. Separata da lui, Thérèse sentì quello che era divenuto per lei: aveva dato alla sua vita un gusto nuovo, delizioso e così vivo, così reale, che lo sentiva sulle sue labbra. Viveva preda di un incantesimo, sognando di rivederlo; dolcemente stupita quando la signora Marmet, lungo il viaggio, le diceva «credo che si stia passando la frontiera», oppure «i roseti fioriscono sulla riva del mare». Conservava quella gioia interiore quando, dopo una notte d’albergo, a Marsiglia vide i grigi ulivi nei campi sassosi, poi i gelsi e il profilo lontano del monte Pilato, e il Rodano, e Lione; e poi i paesaggi familiari, gli alberi con le loro cime a ciuffo, poco prima cupe e violette, adesso rivestite di tenero verde, i piccoli tappeti r

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