CAPITOLO 18 Tempo di festaUn serpente di palloncini colorati si snodava lungo le pareti della villa-bunker di don Rocco Alfieri. Una vetrata sgranava gli occhi sul giardino coperto dalla neve. Un tavolo imbandito accoglieva bottiglie di sciampagna e grandi damigiane di rosso, arrivate direttamente da San Michele d’Aspromonte. Era quel vino che macchiava i bicchieri di plastica e aiutava gli abili nell’arte della tarantella ad allietare gli altri commensali durante le mangiate che si tenevano Giù, in primavera, sotto i rami delle querce secolari e in riva alle fiumare addormentate. Dopo sei Natali trascorsi tra le braccia della Legge, Domenico Alfieri era tornato a casa, finalmente, per festeggiare la nascita di Nostro Signore. Il tragediatore aveva ritrattato la testimonianza, affermando

