CAPITOLO 17: Scritte sui muri

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CAPITOLO 17 Scritte sui muriL’Evoque blu cobalto era parcheggiata davanti a un capannone prefabbricato che ospitava un ristorante peruviano di poche pretese. Le torri grigie di Via San Dionigi si innalzavano verso il cielo per venti piani di piccole celle accatastate e illuminate a scacchiera. Le lampadine dietro le finestre davano forma a grandi occhi rettangolari, intenti a spiare il giardino di ippocastani che circondava gli edifici di cemento armato senza riuscire a infondere vita a quella triste cartolina di periferia. Seduto nel posto del passeggero Nicholas Russo guardava la telecamera frontale del cellulare e riassettava lo strato di pellicola trasparente che copriva un nuovo tatuaggio comparso intorno alla base del collo. C’era scritto Stamm Fort, perché in strada era così che a

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