32.La sera era fredda, in giro poca gente. Le serrande dei negozi si stavano abbassando una dietro l’altra e gli ultimi ritardatari stavano rincasando. Un negozio di prodotti e souvenir di Genova diffondeva le note di ‘A pittima di De André. Corrado procedeva rasente i muri, con fare circospetto. Aveva allungato il percorso per accertarsi di non essere seguito. La paranoia era una costante della sua vita. Una volta giunto nei pressi della sua meta, si fermò ad aspettare nel portone di un palazzo per osservare la situazione. Dalla sua posizione non lo poteva vedere nessuno, ma lui poteva vedere indisturbato. Era tutto tranquillo davanti al ristorante la Grande Muraglia Cinese. Corrado stava giocando con il fuoco, sapeva che quello che stava per fare era maledettamente pericoloso. Già

