CAPITOLO VENTICINQUESIMO

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CAPITOLO VENTICINQUESIMO«Carol è tanto cara. Un po’ fastidiosa, ma le passerà. Vorrei che si sbrigasse, però. Quello che non riesce a capire è che uno che esercita la medicina in una cittadina di provincia come questa deve piantarla con le cose complicate e difficili e non può passare tutto il suo tempo ad andare ai concerti e a lucidarsi le scarpe. (Senza contare che riuscirebbe benissimo come chiunque altro in tutte quelle cose artistiche e intellettuali solo che ne avesse il tempo! ) ». Così meditava il dottor Kennicott nel suo studio, durante un momento libero verso la fine l’un pomeriggio d’estate. Equilibrandosi sulla sedia dello scrittoio inclinata contro la parete, si sbottonò un bottone della camicia, dette un’occhiata alle notizie dello Stato sull’ultima pagina del Giornale dell’

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