La Fine dell’Adolescenza
Disteso, con la schiena appoggiata al muro mezzo diroccato di quello che una volta era il granaio dei Forrest, Vladimir riprendeva fiato. Aveva corso a lungo attraverso i campi, la brezza leggera che scompigliava i capelli neri e le spighe di grano maturo che graffiavano mani e viso. Teneva stretto contro il petto il fucile da caccia che suo padre custodiva in cantina. Il metallo freddo gli infondeva sicurezza, era una solida ancora a cui aggrapparsi in un momento in cui non sembrava esserci più alcuna certezza. Era fuggito da casa all’alba, attraverso la finestra che dava direttamente sul porticato. Nella notte, qualcosa era scattato nel suo cervello. Ci sono cose che la nostra mente nasconde sotto il velo della normalità. Le seppellisce sotto terra, coprendole c
