Revenge, nave di Sir Francis Drake.

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Revenge, nave di Sir Francis Drake. «Fuoco!» La voce di Sir Francis Drake risuonò forte e decisa sul ponte della nave. I cannoni spararono quasi all’unisono una salva di colpi. Stavano attaccando da ore le navi spagnole. La battaglia aveva ricordato a Drake quella combattuta dai greci più di mille anni prima contro i persiani di Serse. I galeoni spagnoli avevano un armamento spaventoso se confrontate alle numerose ma piccole navi sotto al suo comando. Anche i ventisette vascelli imperiali al comando di Howard non potevano competere con la stazza delle navi spagnole. Ma lo svantaggio delle dimensioni era compensato in agilità e facilità di manovra. Ma soprattutto quella non era una battaglia normale. La nave di fronte a quella di Drake si illuminò per un attimo. All’ammiraglio parve di scorgere l’albero maestro che si abbatteva sul ponte. Non poteva esserne sicuro, in ogni caso. La pioggia, fittissima, creava una specie di muro davanti alle navi inglesi, impedendo di scorgere chiaramente le navi nemiche. Ma la sagoma era facilmente riconoscibile e tanto bastava per avere un bersaglio. Durante una normale battaglia avrebbe esultato per il colpo appena messo a segno. Adesso, invece, si stava chiedendo come se la sarebbe cavata a parti invertite. Provò quasi un senso di solidarietà nei confronti dei capitani spagnoli che dovevano affrontare un nemico invisibile. Si strinse nel cappotto caldo, rabbrividendo. Guardò il cielo. Il fenomeno atmosferico che aveva di fronte era qualcosa di totalmente inspiegabile. Il vento che lo aveva aiutato nella prima parte della battaglia era scomparso, sostituito da una pioggia incessante che si abbatteva in modo rettilineo con una forza spaventosa. Il muro d’acqua si arrestava però a poche decine di yard dalle navi inglesi. Osservare dall’esterno quella muraglia compatta lasciava senza fiato. Era come stare in piedi di fronte a una cascata. Una cascata enorme che si estendeva sino all’orizzonte. La muraglia d’acqua accecava le navi spagnole che tentavano di rispondere ai colpi inglesi. Sparare alla cieca in mezzo al vortice d’acqua era come cercare di colpire un uovo a centinaia di yard di distanza. Le navi di Drake non avevano subito alcun danno fino a quel momento. Normalmente Drake avrebbe esultato per quella che si profilava una grande vittoria. Avrebbe interpretato quei fenomeni atmosferici come un segno della benevolenza divina. Dopo il colloquio avuto con la regina non la pensava più così. Lei aveva dato ordini precisi. Aveva organizzato la battaglia. Drake aveva dovuto più volte mordersi il labbro per non replicare in modo sferzante. Aveva dovuto fare appello a tutto il suo autocontrollo per ricordare a sé stesso che aveva di fronte la massima autorità dell’Impero. “Non si possono dare ordini a un capitano!” aveva urlato la sua mente in più di un’occasione, mentre la regina indicava sulla mappa come si sarebbe dovuto comportare quando gli spagnoli fossero arrivati in vista della costa. Elisabetta non era mai entrata nelle strategie militari. Si limitava a risparmiare sugli equipaggiamenti assicurandosi che non si spendesse troppo. Ma qualcosa era cambiato. Fino a quella mattina, Drake credeva che solo l’abilità dei comandanti nell’interpretare la mutevolezza del mare e una dose di buona sorte determinassero la vittoria o la sconfitta. Ora non la pensava più così.
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