- È perfetto – gli ho risposto, e poi ho lasciato che fosse lui a mettere giù. «Cosa ti metti in testa, Elly? Vorresti dire che è lui? Che potrebbe essere lui? No, no. E se fosse? Sarebbe bello, ma poi? Come gli spieghi quel che è successo?», mi sono detta. Il cuore mi batteva forte. Ho aperto la finestra e ho cominciato a respirare profondamente. Il sole s’inabissava nell’orizzonte, lunghi cirri avvampavano in lontananza, non vedevo bene, avevo gli occhi lucidi. È stato allora che è partita la prima scena, non ero più alla finestra ma in un cinema dove proiettavano il cortometraggio della mia infanzia, e non mi sono accorta che il tempo passava. Adesso è già notte, le stelle hanno preso il loro posto come scolare taciturne, di luna ce n’è solo uno spicchio, dalla pancia salg

