capitolo 2
Il punto di vista di Nathan
Teneva in mano la seconda lettera ufficiale, rimandata al mittente, che le aveva inviato per riportarla al branco. La prima non era stata mandata indietro, sapeva che lei l'avrebbe aperta, spinta dalla curiosità. Se non avesse sentito la responsabilità di rispondere alla lettera del suo Alfa.
Nathan sapeva che non si erano lasciati in buoni rapporti, ma era ora che Jay-la tornasse a casa. L'aveva vista in televisione per puro caso, davanti a un tribunale, mentre parlava alla stampa della causa che aveva appena vinto per un cliente che rappresentava in un caso di divorzio di alto profilo.
Erano passati sei lunghi anni e lei sembrava brillante, forte e sicura di sé. Aveva un aspetto strepitoso, vestita di tutto punto con quella gonna blu scuro aderente fino alle ginocchia e una morbida camicetta color crema che la brezza le incollava al corpo. I suoi brillanti occhi verdi sembravano così pieni di vita. I suoi commenti alla stampa andavano dritti al punto, senza perdersi in sciocchezze, e non rispondeva a domande che sconfinavano nel torrido o nel pettegolezzo.
La vita lontana dal branco sembrava piacerle. Aveva sentito un po' male al cuore, sapendo di essere il motivo per cui lei era là e non qui.
Lui e Havoc, il suo lupo, l'avevano osservata con grande interesse. Lei aveva sempre voluto fare l'avvocato.Lavorare nell'ufficio legale del branco: la società dei lupi non richiedeva avvocati divorzisti, ma il diritto contrattuale era molto diffuso e, se ricordava bene, era quello in cui lei si stava specializzando durante gli studi. Quella sera il suo Beta, Jackson, Gamma, Stephen e Delta, Ethan l'avevano vista in TV nel salotto della sala comune, mentre tutti e quattro bevevano qualcosa e cercavano un film da guardare per rilassarsi dopo una lunga giornata. Jackson aveva preso in mano il telecomando e stava passando in rassegna i canali quando il suo bel viso era apparso sullo schermo. Il suo nome e il suo studio legale scorrevano nella parte inferiore dello schermo; era un riassunto delle notizie del giorno nel mondo degli umani.
Nessuno di loro l'aveva più vista da quel giorno, il giorno in cui l'aveva costretta ad andarsene. Se n'era andata e non era più tornata, proprio come lui le aveva ordinato. Guardando il suo bel viso, notò che era diventata una giovane donna molto bella, appena ventiseienne. Ascoltando la sua voce, aveva provato una fitta di rimpianto e si era reso conto che gli mancava la sua amica di sempre. Erano cresciuti insieme, si erano allenati insieme e un tempo erano stati amanti. Ora era finito tutto, e lei non c'era più.
Havoc gli aveva ringhiato contro ed era stato implacabile nei giorni successivi: voleva riportarla a casa. Non voleva saperne di tacere e così Nathan aveva accettato la volontà del suo lupo. Decise che era giunto il momento di riportarla a casa, nel branco a cui apparteneva. Così le aveva inviato la prima lettera ufficiale dopo che Jackson l'aveva rintracciata. Non era stato così difficile, ci era voluto meno di un giorno. Era chiaro che non si stava nascondendo, ma solo allontanando.
Ora, più di un mese dopo, era seduto nel suo ufficio, infastidito e al limite della rabbia. Lei aveva ignorato la prima lettera o, almeno così pensava, c'era la possibilità che non l'avesse ricevuta, ma lui non ci credeva. Jackson non avrebbe commesso un errore, erano cresciuti tutti insieme e lei era stata sua buona amica, come lo era stata con Nathan.
In realtà, Jackson si era davvero arrabbiato per la sua improvvisa partenza per ordine di Nathan.
Quel giorno, Nathan si era arrabbiato e anche Havoc aveva reagito senza pensarci troppo.Quel fatidico giorno in cui l'aveva mandata via, aveva solo agito d'istinto, ma da allora non ci aveva pensato più molto. Non fino a quando non l'aveva vista in televisione.
Sophia era davvero arrabbiata perché all'epoca Jay-la non fu privata del rango e allontanata dal branco da suo padre, Alfa Blaine. Aveva chiesto che Jay-la fosse degradata al rango di canaglia per l'offesa ricevuta, ma suo padre aveva semplicemente dichiarato: “No, non è appropriato date le circostanze”, in quanto sapeva che Jay-la e Nathan erano andati a letto insieme per poco più di un anno, e sentiva che c'era dell'altro. Sophia aveva probabilmente reagito in modo eccessivo.
A causa della mossa che lei aveva fatto quella settimana, la lettera doveva esserle arrivata. Era possibile che non l'avesse ricevuta, ma c'era anche la possibilità che l'avesse letta e ignorata, per evitare lui.
Rigirò la lettera tra le mani e guardò il suo Beta. “Quindi è così che intende giocare, vero?”.
“Le hai ordinato di andarsene e di non tornare mai più”, rispose Jackson con semplicità, ‘se non ha ricevuto la prima lettera e ha restituito le altre due, forse non ne conosce il contenuto’. Era appoggiato con disinvoltura al muro, sembrava annoiato.
Nathan guardò di nuovo la busta e la fissò a lungo cercando di stabilire una linea d'azione. Dopo alcuni minuti di contemplazione, annuì: “Va bene, rendiamolo davvero ufficiale. Qualcosa che non possa ignorare senza la minaccia di essere recuperata”. Guardò il suo Beta.
Jackson sospirò pesantemente e lo guardò a sua volta con i suoi occhi grigi, il volto accigliato. “Sei sicuro capo... di volerlo fare?”.
“Sì” rispose Nathan con fermezza. “Invia la lettera al suo studio legale e falla firmare, così sapremo che l'ha ricevuta”. La sua bocca si incurvò in un sorriso compiaciuto. Vediamo se adesso continuerai ad ignorarmi, piccola lupa” pensò ”So giocare bene quanto te, e tu non puoi ignorarmi. Io sono il tuo Alfa e tu farai quello che ti ordino”.