Leggendo Viaggio in Italia, Arrigo si soffermò su una frase. Napoli è un paradiso. Tutti vivono in una specie di ebbrezza e di oblio di se stessi. A me accade lo stesso. Non mi riconosco quasi più, mi sembra di essere un altro uomo. Ieri mi dicevo: o sei stato folle fin qui, o lo sei adesso.[1] Fulvio Martini non stava nella pelle: avrebbe portato i suoi familiari al teatro San Carlo, uno dei templi della musica in Italia, e già pregustava il loro stupore. Si era esibito diverse volte nel più bel teatro d’Italia, la prima aveva appena diciassette anni. Ricordò che tremava dentro l’abito fatto su misura per l’occasione, il violino era diventato improvvisamente pesante, le gambe stavano per cedere, e fu costretto a sedersi per non cadere; poi aveva rivolto lo sguardo al pubblico sfidando

