“Gli antichi la chiamavano la vile morte,” disse Albert Pennington nel suo italiano dal forte accento inglese. Era uno speziale dell’impero di Enrico VII ora al servizio dei Medici anche se sempre più corti reclamavano la sua presenza. “Non lascia traccia?” “No, può anche provocare gli stessi sintomi della malaria o della tisi e allora è impossibile accertare cosa realmente abbia causato la morte.” L’argomento lo affascinava ma era indietro con alcuni lavori commissionati dalla famiglia Acciaiuoli, i nobili e i mercanti facevano a gara a esibire un’opera del grande maestro in segno di prestigio. Distribuì i compiti ai suoi allievi più valenti e ordinò a Filippino Lippi di supervisionare e correggerne gli errori, solo la parte finale sarebbe toccata a lui e questo gli avrebbe permesso di

