Anime sfregiate Se tutto fosse andato come doveva, a quest’ora sarei in Costa Azzurra, con una valigia piena di soldoni a godermi sole, mare e vita facile. E invece no. Dopo qualche mese di carcere per una rapina improvvisata e tragicomica in un piccolo supermercato, mi hanno messo a fare lavori socialmente utili in una casa famiglia: si tratta di un fabbricato fuori città che ospita i poveracci e i perduti come me (così sono stata etichettata) che don Paolo accoglie con pochi aiuti. Avevo ben altri sogni che non affettare patate per lo spezzatino o lavare un dormitorio puzzolente. La domenica è il giorno che detesto di più, arrivano decine di persone a portare viveri e vestiti, stanno con noi tutto il giorno, sono snervatamente premurosi e ostentano sorrisi alla melassa. Bella forza.