La rosa nera Suonano ripetutamente alla porta. È già arrivata. Detesto quando fa squillare il campanello in quel modo insistente. Avrei voluto poltrire a letto e poi andare a correre nel parco, ma, anche questo sabato, mia suocera ha scombussolato i miei piani. Compare radiosa come sempre, con la voce alterata da un’incontrollata eccitazione. È fresca di parrucchiere che forse ha esagerato con il biondo, ha poco trucco ma è molto abbronzata, anzi, lampadata. Entra carica di borse della spesa e si dirige in cucina; il suo fortissimo profumo all’ambra ha già invaso la casa e il rumore dei suoi tacchi è fastidiosissimo. “Cosa fai ancora in pigiama? Su, forza, vestiti che ho una sorpresa per te!” “Sono proprio una donna fortunata!” dico con sarcasmo, ancora assorbita dal sonno. Mi chiedo