XVII L’indomani mattina Chiara si svegliò, come di consueto, all’alba. I ritmi del convento le erano entrati nel sangue, non riusciva ancora a slegarsi da quelle passate abitudini. Si preparò un caffè e stuzzicò una fetta biscottata con la sua marmellata preferita. Il sapore acre e dolciastro delle more selvatiche penetrò nel palato e le ricordò che quel giorno per lei cominciava una nuova avventura. Si lavò con cura, indossò uno dei vestiti che aveva comprato con sua sorella, bianco a strisce blu, semplice ed elegante allo stesso tempo, annodò i capelli in una treccia asimmetrica sul capo e agghindò le labbra di un rosa lampone. Ancora non era pronta ai colori eccessivamente sgargianti e a un trucco sofisticato. Ma di tempo ce n’era. Adesso aveva bisogno di ricostruire la sua identità,

