2. Aspettative Deluse

1817 Words
POV di EMMA : “No!” Ho urlato e mi sono allontanata in un istante. C'è mancato poco! Improvvisamente mi resi conto che stavo per baciare uno sconosciuto a caso in un bar. A cosa diavolo stavo pensando? Non avrei dovuto farlo! Avevo bisogno di stare con Zach! Sapevo che il secondo bicchiere di birra era una pessima idea. Nel frattempo, il ragazzo mi guardava, sconcertato e confuso. Era anche ancora senza fiato per tutto il ballo. Con quello sguardo, non riuscivo a capire se fosse arrabbiato o deluso. O entrambe le cose. “Mi dispiace. Devo andare”, dissi e mi voltai sui tacchi il più velocemente possibile. “Ehi...” Lo sentii chiamarmi più volte, ma non volevo tornare indietro. Avevo visto Tiff che limonava con Steve e non avevo intenzione di bloccarla, così la lasciai in pace. Carrie era ancora con le ragazze della confraternita, così la tirai in disparte e le dissi rapidamente il mio piano. “Carrie, ehi”. “Ehi, Em, dove sei stata?”. “Stavo ballando... ma ascolta, io me ne vado, ok? Aspetterò nel dormitorio di Zach. Ha detto che tornerà presto a casa”, ho dovuto urlare alle sue orecchie perché la musica era così alta. “Ok! Non preoccuparti per noi. Prenderemo un Uber e staremo in un motel. Io la terrò d'occhio”, disse Carrie riferendosi a Tiff. “Va bene, ci vediamo domattina”, la abbracciai prima di separarci. “Divertitevi! Fai attenzione!” La sentii urlare sopra la musica mentre mi allontanavo. ***** Il dormitorio universitario era un grande edificio misto alla periferia del campus di Emory. Stasera era pieno di matricole ubriache dopo la serata di orientamento. Dopo aver rifiutato il ragazzo farfugliante che ci aveva provato con me all'ingresso, mi diressi all'interno dell'edificio. La gente dava per scontato che fossi una studentessa, quindi non ho avuto problemi a entrare. Il mio cuore batteva forte per l'eccitazione mentre salivo le scale che portavano al secondo piano. I miei occhi scrutarono il lungo corridoio alla ricerca della stanza n. 223, la stanza di Zach. Il mio cuore batteva sempre più forte man mano che i numeri si avvicinavano. 220... 221... 222... “223”, sussurrai sottovoce mentre mi trovavo davanti alla porta del mio ragazzo. Speravo che il suo compagno di stanza non fosse in casa. Zach sarebbe dovuto rientrare da un momento all'altro, così pensai di sedermi sul suo letto e aspettarlo. La mia mano raggiunse la maniglia e mi accorsi che la porta era aperta. Abbassai felicemente la maniglia e spinsi la porta ad aprirsi. Ma non appena vidi cosa c'era all'interno della stanza, il mio sorriso cadde a terra. Non ero preparata a vedere ciò che stava accadendo davanti a me. Non avrei mai potuto esserlo. Zach era sdraiato sul letto, nudo. Di fronte a lui c'era una ragazza, anch'essa nuda. Era a cavalcioni su di lui, quindi potevo vedere solo i suoi capelli e la sua schiena nuda. Lo stava ingroppando, mentre gemeva il suo nome ad alta voce. Una delle mani di lui le afferrava le chiappe nude, stringendole con forza mentre lei rimbalzava e rimbalzava su di lui. L'altra le stringeva il seno nudo, impastandolo mentre lui gemeva ad alta voce. Mi si spalancò la mascella e non riuscii a chiudere gli occhi, per quanto lo volessi. Questa immagine sarebbe rimasta per sempre impressa nella mia memoria. All'improvviso, l'aria mi uscì dai polmoni e non riuscii a respirare. “Aspetta - Emma?!” Con la coda dell'occhio, Zach si accorse finalmente che ero in piedi sulla soglia di casa sua. Spinse bruscamente la ragazza di lato mentre lei gridava: “Ahi!”. Raccolse i suoi pantaloni sul pavimento e si avvicinò a me barcollando. La ragazza si girò e mi vide, ma non sembrò sorpresa. Si limitò a tirare la coperta per coprirsi il petto. Poi mi fece un sorriso orrendo e diabolico. “Emma? Che ci fai qui?”, disse Zach senza fiato. Stava ancora ansimando e sudando, con un odore di sesso terribile. Lo odiavo. Avrei voluto vomitare le budella. “Come hai potuto?”, la mia voce si incrinò. Le lacrime mi riempivano gli occhi. “Posso spiegare...”, balbettò mentre usciva e chiudeva la porta dietro di noi. “Beh, spiegami”, chiesi. “Non è stato niente, ok? Jenna e io... È solo una questione fisica...” iniziò a parlare, ma io non volevo sentirlo. La mia mano volò istintivamente verso il suo viso per impedirgli di parlare, schiaffeggiandolo duramente sulla guancia. Lui sembrò preso alla sprovvista e anch'io rimasi scioccata, non ero mai stata una persona così violenta. Lentamente, i suoi occhi passarono dallo shock alla rabbia. “Cosa avrei dovuto fare, Emma? Non volevi fare sesso con me!”, ruggì. “Non ero pronto, Zach. Hai detto che ti va bene aspettare”, gli ricordai. “È passato un anno. Quanto avrei dovuto aspettare ancora?”. “Quindi, invece di dirmelo come un adulto maturo, hai agito alle mie spalle e hai fatto questo?”. Sapevo di aver colpito nel segno. Era silenzioso. Non aveva scuse valide. “Per quanto tempo?” Chiesi, soffocando le lacrime che cominciavano a scendere. “Per tutta l'estate...”, disse a bassa voce. Tutta l'estate? Quindi non era nemmeno la prima volta... Feci un passo indietro e mi asciugai le lacrime dal viso. Cercò di avvicinarsi a me, ma io allungai una mano per fermarlo. “Non toccarmi”, lo avvertii. “Emma, tesoro. Però ti amo ancora, davvero. Con lei è solo sesso, sai? Ma con te, io...”. “Basta! Smettila!” Se pensava di migliorare la situazione dicendo tutte quelle cose, si sbagliava. “Emma, ti amo”, disse ancora. Cercò di raggiungermi, ma lo spinsi via con forza. Barcollò all'indietro. “Vai a farti fottere”, sputai prima di girare sui tacchi e andarmene. Corsi fuori di lì il più velocemente possibile. Sentivo solo un dolore lancinante al petto mentre sfrecciavo via in macchina. Zach provò a chiamarmi diverse volte, ma io bloccai il suo numero. Non volevo più sentire la sua voce o vedere la sua faccia. Mai più. Chiamai Tiff e Carrie per vedere dov'erano, ma nessuna rispose. Decisi di tornare al bar, pensando che forse erano ancora lì. Controllai tutti gli angoli e la stanza delle ragazze, ma non si trovavano da nessuna parte. “Ehi, dove diavolo siete? È successa una cosa brutta. Per favore, richiamatemi”, dissi al telefono, lasciando un messaggio su entrambi i loro telefoni. Mi avvicinai al bar senza meta e mi sedetti su uno degli sgabelli. Ero stanca. Stavo soffrendo ed ero sola. Ogni volta che chiudevo gli occhi, mi tornava in mente l'immagine di Zach e di quella ragazza. Volevo solo spappolarmi il cervello. Era stata una lunga giornata e volevo solo che finisse. “Sembra che tu abbia bisogno di bere”, mi disse improvvisamente una voce familiare. Mi girai di lato e vidi di nuovo quel ragazzo, lo splendido ragazzo che aveva ballato con me prima. Era appoggiato con disinvoltura al bancone. Non ero dell'umore giusto per parlare, così lo ignorai e tornai a guardare davanti a me. “Serata difficile?”, ha parlato di nuovo. Non risposi, pensando che avrebbe capito l'antifona e se ne sarebbe andato. Ma non lo fece. Invece, fece cenno al barista di avvicinarsi. “Un gin tonic per favore, per la signora”, disse mentre metteva dei soldi sul bancone. Il barista annuì e iniziò a preparare il drink. “Potrebbe essere utile”, mi disse semplicemente. Non aspettò una risposta. Mi fece un ultimo sorriso prima di voltarsi per andarsene. Pensavo che avrei dovuto sentirmi sollevata dal fatto che se ne stesse andando. Ma, stranamente, mi sentivo come se non volessi che se ne andasse. Il barista mi mise davanti un bicchiere alto, pieno di ghiaccio, lime a fette e un liquido chiaro all'interno. Non sapevo cosa mi fosse preso, ma improvvisamente sentii l'impulso di parlare. “Ehi, aspetta”, dissi al ragazzo. Lui si fermò e si girò, aspettando che continuassi. Presi il drink e lo mandai giù tutto d'un fiato. L'alcol mi bruciava la gola, ma non mi importava. Il bruciore era meglio di qualsiasi cosa stessi provando. Mi guardò con gli occhi spalancati mentre sbattevo il bicchiere vuoto sul bancone. “Vuoi andartene da qui?” Dissi di nuovo. “Dove?”, chiese. “Con te? Ovunque”. Il mio cuore era spezzato e la mia mente era vuota. Tutto ciò che avevo ora era il mio corpo e il bruciore nel mio petto. Mi avvicinai a lui, mentre lui si impuntava. Mi fermai quando ero a un braccio di distanza da lui. Lo guardai e lui ricambiò lo sguardo. Studiava il mio viso mentre io mi mordevo il labbro inferiore e inclinavo la testa di lato, in attesa della sua risposta. Ci fu un momento di silenzio tra noi due. E all'improvviso, un sorriso selvaggio si incurvò mentre lui si muoveva in avanti e le sue mani raggiungevano il mio viso. Mi sollevò il mento mentre si chinava e le sue labbra si posarono violentemente sulle mie. L'impatto fece aumentare il fuoco nel mio petto. Gli chiusi le braccia intorno al collo e lo tirai più vicino. Mi baciò con più urgenza, mentre la sua grande mano mi stringeva il collo, e io ricambiai il bacio. Il suo delizioso profumo maschile avvolse il mio naso e mi sentii ancora più inebriata. Le sue labbra divorarono le mie e lui sapeva di alcol e menta. Era assolutamente un ottimo baciatore, sapeva esattamente quanto dare per farmi desiderare di più. Mi si mozzò il fiato quando sentii la sua lingua sfiorare le mie labbra, cercando una via d'accesso. Mi adeguai e aprii leggermente la bocca. Lui colse l'occasione e la sua lingua si infilò subito dentro. Le nostre lingue si incontrarono e iniziarono a danzare appassionatamente, facendomi mugolare. Strinsi la sua camicia mentre le sue mani scendevano lungo la mia schiena e si fermavano sul mio sedere. Mi afferrò il sedere con tanta foga, spingendo con forza il mio lato anteriore contro i suoi pantaloni. Gemeva a bassa voce mentre usava la mia coscia superiore per accarezzare la sua zona inguinale che si stava indurendo. Spara! Sentivo che mi stavo bagnando tantissimo. E all'improvviso si staccò, interrompendo il bacio. I miei occhi si aprirono per lo shock e ansimai senza fiato. Lui strinse i denti, mentre i suoi profondi occhi marroni si conficcavano nei miei. Lentamente, si chinò in avanti finché la sua bocca non toccò il mio orecchio sinistro e sussurrò con voce rauca contro la mia pelle. “Vieni con me”. ***** Da continuare *****
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