5.Dopo dieci minuti di litigata in cui arrivo anche a minacciarlo di fare un articolo sul mio quotidiano, Guido si arrende e chiama il comandante della Penitenziaria. Usa il suo cellulare perché “non vorrei rischiare di essere contagiato dal virus dei comunisti a toccà robba tua”. Rientriamo in stanza. Io ho stampato il sorriso più solare dell’universo, mentre Guido sembra un enorme cagnone con le orecchie basse e il pelo bagnato. Si schiarisce la voce e guarda il pavimento. “Ecco, Roveri. Volevo dirte che il mio amico Matteo qui presente mi ha chiesto di parlare con il comandante della Penitenziaria. Gli ho spiegato che, sì, insomma, non stai tanto bene per ora. E fino a che non te rimetti nun te romperanno più il cazzo. Ho detto che garantisco io. Contento?” Roveri mi guarda, poi fis

