Antonio condusse Fabio attraverso corridoi sempre più stretti, dove l'aria sembrava farsi più densa e carica di elettricità. Le candele lungo il percorso bruciavano con fiamme che danzavano senza correnti d'aria, proiettando ombre che sembravano muoversi di vita propria. Fabio notò che i libri sugli scaffali cambiavano gradualmente: dalle rilegature di cuoio marrone delle opere più comuni, si passava a volumi rivestiti di pelli più scure, alcune delle quali brillavano con riflessi innaturali.
"Siete nervoso, professore?" chiese Antonio senza voltarsi, la voce che echeggiava stranamente tra le pareti di pietra.
"Dovrei esserlo?" rispose Fabio, cercando di mantenere un tono leggero nonostante il cuore che batteva sempre più forte. Non era solo l'atmosfera misteriosa della libreria a metterlo in agitazione: era il modo in cui Antonio si muoveva davanti a lui, l'eleganza felina dei suoi passi, la linea perfetta delle sue spalle sotto la camicia di seta nera.
Antonio si fermò davanti a una porta che Fabio non aveva notato prima. Era fatta di ferro battuto, decorata con simboli che sembravano pulsare nella luce tremolante delle candele. Non erano caratteri latini, né greci: appartenevano a un alfabeto più antico, più oscuro.
"Questa è la sezione riservata," disse Antonio, estraendo da una catena al collo una chiave dall'aspetto antico. "Quello che vedrete oltre questa porta... cambierà la vostra percezione di ciò che è possibile. Siete ancora sicuro di voler continuare?"
Gli occhi di Fabio incontrarono quelli di Antonio, e per un momento il tempo sembrò fermarsi. C'era qualcosa in quello sguardo che andava oltre la semplice preoccupazione professionale: era desiderio, paura, e una vulnerabilità che Antonio cercava di nascondere dietro la sua sicurezza apparente.
"Non sono mai stato così sicuro di qualcosa in vita mia," disse Fabio, e fu sorpreso dalla verità assoluta di quelle parole.
Antonio sorrise, un sorriso che trasformò completamente il suo viso, rendendolo ancora più attraente. "Allora preparatevi a lasciare indietro tutto ciò che credevate di sapere sul mondo."
La chiave girò nella serratura con un clic metallico che risuonò come un tuono. La porta si aprì lentamente, rivelando una stanza che tolse il respiro a Fabio. Era molto più grande di quanto le dimensioni esterne della libreria potessero suggerire, con un soffitto a volta che si perdeva nell'oscurità. Candelabri di ferro nero sostenevano candele che bruciavano con fiamme violacee, proiettando una luce innaturale su scaffali carichi di libri che sembravano pulsare di vita propria.
"Mio Dio," sussurrò Fabio, facendo un passo all'interno. L'aria era carica di un'energia che gli fece rizzare i peli sulle braccia. "Cosa sono questi testi?"
«Conoscenza che l'umanità ha dimenticato per paura», rispose Antonio, chiudendo la porta alle loro spalle. "Grimorii di maghi medievali, trattati di alchimia che descrivono trasformazioni reali, rituali in grado di alterare la trama stessa della realtà."
Fabio si avvicinò a uno scaffale, le dita che tremavano mentre sfiorava le rilegature. Una di esse, rivestita di una pelle che sembrava cambiare colore sotto il suo tocco, emanava un calore sottile. "Sono... sono autentici?"
"Ogni singolo volume," confermò Antonio, avvicinandosi tanto che Fabio poteva sentire il suo respiro sulla nuca. "E tutti incredibilmente pericolosi nelle mani sbagliate."
"E nelle mani giuste?" chiese Fabio, voltandosi. Si ritrovò intrappolato tra Antonio e lo scaffale, i loro corpi separati da pochi centimetri. Poteva vedere ogni dettaglio del viso dell'altro uomo: la linea perfetta della mascella, le ciglia lunghe che incorniciavano quegli occhi scuri e magnetici, la curva sensuale delle labbra.
"Nelle mani giuste," sussurrò Antonio, sollevando una mano per sfiorare delicatamente la guancia di Fabio, "possono rivelare segreti che vanno oltre l'immaginazione."
Il tocco fu elettrico. Fabio si appoggiò istintivamente alla carezza, chiudendo gli occhi per un momento. Quando li riaprì, vide che Antonio lo stava fissando con un'intensità che lo fece tremare.
"Antonio," disse, la voce roca di desiderio che non riusciva più a nascondere.
"Lo sento anch'io," rispose Antonio, la mano che scivolava lungo il collo di Fabio. "Dal momento in cui siete entrato nella mia libreria, ho sentito qualcosa risvegliarsi. Non solo nei libri. In me."
Fabio deglutì, cercando di mantenere un briciolo di controllo. "Io... non sono mai stato attratto da un uomo prima d'ora."
"E pensate che questo vi spaventi?" Antonio si avvicinò ancora di più, i loro petti che quasi si toccavano. "Oppure vi eccita l'idea di esplorare territori inesplorati?"
Prima che Fabio potesse rispondere, Antonio si allontanò e si diresse verso il centro della stanza, dove un leggio di ebano sosteneva un volume particolarmente imponente. "Questo è il Codex Umbrarum," disse, la voce che tornava professionale anche se i suoi occhi continuavano a bruciare di desiderio inespresso. "È qui da quattro secoli, tramandato di custode in custode. Nessuno è mai riuscito a leggerlo completamente senza..."
"Senza cosa?" Fabio lo raggiunse, sforzandosi di concentrarsi sui libri nonostante la tensione sessuale che vibrava nell'aria tra loro.
"Senza perdere la ragione. O l'anima," Antonio aprì il volume, e immediatamente l'atmosfera nella stanza cambiò. Le fiamme delle candele si fecero più intense, proiettando ombre danzanti sulle pareti. Le pagine erano coperte di simboli che sembravano muoversi sotto la luce violacea, riarrangiandosi in configurazioni diverse ogni volta che Fabio cercava di mettere a fuoco.
"È incredibile," mormorò Fabio, chinandosi sul libro. "I simboli... stanno davvero cambiando?"
"Il Codex risponde a chi lo osserva," spiegò Antonio, la sua voce che tremava leggermente. "Si adatta alle paure, ai desideri, ai segreti più nascosti di chi osa aprirlo."
Fabio tese la mano verso la pagina, ma Antonio gliela afferrò, fermandolo. Il contatto fu come una scossa elettrica che percorse entrambi, facendo tremare le loro dita intrecciate.
"Attento," sussurrò Antonio, ma la sua voce era roca di desiderio più che di preoccupazione. "Il libro sente la passione. Si nutre di emozioni intense. E io... io non riesco più a controllarmi quando siete così vicino."
I loro sguardi si incontrarono sopra il libro antico, e Fabio vide nei profondi occhi scuri di Antonio lo stesso desiderio che stava bruciando dentro di lui. L'aria nella stanza sembrava crepitare di elettricità, i libri sugli scaffali che sussurravano in lingue dimenticate.
«Cosa mi state facendo?» chiese Fabio, con un filo di voce.
"La stessa cosa che fate voi a me," rispose Antonio, lasciando andare la sua mano per accarezzargli delicatamente la guancia. "Dal momento in cui siete entrato qui, ho sentito qualcosa cambiare. Come se i libri stessi vi stessero riconoscendo, vi stessero chiamando."
Fabio si appoggiò al tocco, il cuore che batteva così forte da essere sicuro che Antonio potesse sentirlo. "Forse... forse è per questo che sono venuto qui stanotte. Non solo per i libri."
"Per cosa allora?" sussurrò Antonio, il pollice che tracciava delicatamente il contorno delle labbra di Fabio.
"Per voi," confessò Fabio, sorprendendo sé stesso con la sincerità di quelle parole. "Anche se non lo sapevo ancora."
Il Codex Umbrarum pulsò di una luce dorata, le sue pagine che si voltarono da sole come mosse da una brezza inesistente. I simboli sulla pagina aperta si riorganizzarono, formando quello che sembrava un mandala intricato che rifletteva l'energia che vibrava tra i due uomini.
"Il libro sente quello che proviamo," disse Antonio, gli occhi che non lasciavano mai quelli di Fabio. "Sta reagendo alla nostra attrazione, alla passione che stiamo cercando di negare."
"Allora smettiamo di negarla," disse Fabio, sorprendendo sé stesso con la sua audacia.
Antonio sorrise, quel sorriso devastante che faceva sciogliere ogni resistenza. "Siete davvero pronto per questo, professore? Una volta che attraverseremo questa soglia, non potrete più tornare alla vostra vita di prima. I libri vi cambieranno, io vi cambierò."
Fabio guardò intorno alla stanza magica, ai tomi antichi che sembravano osservarlo con approvazione, all'uomo incredibile che aveva davanti. Per tutta la vita aveva seguito regole, protocolli, la sicurezza della conoscenza accademica. Ma in quel momento, circondato da magia reale e desiderio palpabile, sapeva che era pronto a lasciarsi andare.
"Cambiatemi," sussurrò, tendendo la mano verso Antonio. "Vi prego."