Le settimane che seguirono furono un vortice di scoperte, passione e trasformazione per Fabio. Ogni mattina si svegliava tra le braccia di Antonio con la sensazione di essere diventato una persona completamente diversa da quella che aveva varcato la soglia della libreria quella notte tempestosa. La sua pelle sembrava brillare di una luce sottile, i suoi sensi erano diventati più acuti, e poteva percepire la magia che pulsava attraverso ogni libro, ogni pagina, ogni parola antica custodita in quel santuario di conoscenza proibita.
"Stai diventando bellissimo," sussurrò Antonio una mattina, tracciando con le dita i nuovi segni che erano apparsi lungo la spina dorsale di Fabio: simboli dorati che sembravano tatuaggi ma che in realtà erano il marchio della sua accettazione da parte dei libri magici.
"È normale?" chiese Fabio, stiracchiandosi come un gatto sotto le carezze del suo amante. Si sentiva diverso, più forte, come se una forza antica scorresse nelle sue vene.
"Per alcuni," rispose Antonio, chinandosi per baciare teneramente uno dei simboli. "I libri stanno facendo di te il mio vero partner. Non solo nell'amore, ma nella custodia. Ti stanno preparando per condividere questo fardello con me."
Fabio si voltò tra le sue braccia, affondando le dita nei capelli corvini che amava tanto. "Non lo sento come un fardello. Mi sento... completo per la prima volta in vita mia."
Antonio sorrise, quel sorriso devastante che faceva sciogliere ogni resistenza. "Allora sei pronto per il prossimo passo del tuo addestramento."
Quella mattina, Antonio lo condusse in una parte della libreria che Fabio non aveva mai visto prima: un laboratorio alchemico nascosto nei sotterranei, dove alambicchi antichi brillavano alla luce di candele che bruciavano con fiamme di diversi colori. L'aria era densa di vapori profumati e l'energia magica era così concentrata che Fabio poteva quasi toccarla.
"Qui," disse Antonio, indicando un'immensa collezione di fiale, polveri e cristalli, "imparerai a creare le pozioni e gli elisir che hanno reso famosi i miei antenati. Ma prima..." Si avvicinò a un grande calderone di bronzo posto al centro della stanza. "Devi completare il rituale di accettazione."
"Che tipo di rituale?" chiese Fabio, anche se la domanda era più curiosità che preoccupazione. Ormai si fidava completamente di Antonio.
"Un bagno purificatore," spiegò Antonio, iniziando a versare nel calderone acqua che sembrava scintillare di luce propria. "Le antiche erbe lo purificheranno dai residui della tua vita precedente, completando la trasformazione iniziata dai libri."
Fabio guardò il bagno che si preparava, l'acqua che iniziava a rilasciare vapori color violetto che profumavano di lavanda, salvia e qualcos'altro di più esotico. "Devo farlo da solo?"
Gli occhi di Antonio si scurirono di desiderio. "Solo se lo desideri. Tradizionalmente, il custode assiste il nuovo arrivato nel rituale."
"Allora assistimi," disse Fabio senza esitazione, iniziando a spogliarsi mentre Antonio aggiungeva al bagno cristalli che si dissolsero immediatamente, tingendo l'acqua di sfumature iridescenti.
Quando Fabio si immerse nel calderone, sentì immediatamente la magia operare su di lui. L'acqua era calda e sembrava penetrare non solo nella sua pelle, ma nella sua anima stessa. I simboli dorati sulla sua schiena iniziarono a brillare, riflettendosi sulla superficie dell'acqua come stelle cadenti.
Antonio lo raggiunse nel bagno, il suo corpo pallido che sembrava luminescente nell'acqua magica. "Come ti senti?" chiese, attirandolo tra le braccia.
"Come se stessi rinascendo," ansimò Fabio, sentendo ondate di energia pura attraversarlo. "È incredibile."
"E sei incredibile tu," mormorò Antonio, le labbra che trovarono quelle di Fabio in un bacio che sapeva di magia e promesse eterne.
Si amarono nell'acqua scintillante, i loro corpi che si muovevano in perfetta armonia mentre la magia del rituale li avvolgeva come un mantello protettivo. Ogni tocco, ogni carezza, ogni gemito di piacere sembrava amplificato dall'energia che li circondava. Quando raggiunsero l'estasi insieme, l'acqua intorno a loro esplose di luce dorata, e Fabio sentì qualcosa di definitivo sbloccarsi dentro di lui.
"È fatto," sussurrò Antonio contro il suo collo, mentre l'acqua ritornava lentamente normale. "Ora sei veramente mio. E io sono tuo. Per sempre."
Nei giorni che seguirono, Fabio iniziò a comprendere cosa significasse essere un vero custode della libreria. Antonio gli insegnò a leggere le aure dei visitatori, a distinguere tra chi cercava conoscenza per scopi nobili e chi aveva intenzioni malvagie. Gli mostrò come i libri stessi potessero scegliere di rimanere chiusi di fronte a certi individui, e come alcuni testi fossero così pericolosi che anche solo aprirli richiedeva rituali di protezione.
"Questo," disse Antonio una sera, mostrandogli un libro rilegato in una pelle che sembrava cambiare colore continuamente, "è il Liber Mortis. Contiene incantesimi per comunicare con i morti, per legare le anime, per... riportare in vita ciò che dovrebbe rimanere morto."
Fabio lo guardò con fascino e orrore. "È mai stato usato?"
"Una volta. Dal mio trisnonno, quando la donna che amava morì di peste." Il viso di Antonio si fece cupo. "Riuscì a riportarla indietro, ma non era più lei. Era qualcosa di oscuro, di corrotto. Dovette distruggerla con le sue stesse mani."
"Dio santo," sussurrò Fabio. "E il libro è ancora qui?"
"La conoscenza in sé non è malvagia," spiegò Antonio. "È l'uso che se ne fa. Questo libro potrebbe anche essere usato per dire addio a una persona cara, per trovare pace. Ma nelle mani sbagliate..." Scosse la testa. "Ecco perché abbiamo bisogno di custodi. Ecco perché ho bisogno di te."
Quella notte fecero l'amore con una tenerezza disperata, come se il peso della responsabilità che condividevano rendesse ancora più prezioso ogni momento di intimità. Antonio era particolarmente dolce, le sue mani che esploravano ogni centimetro del corpo di Fabio come se fosse la prima volta, le labbra che sussurravano parole d'amore in latino antico mentre si muoveva dentro di lui con movimenti lenti e profondi.
"Ti amo," gemeva Fabio, inarcandosi sotto di lui. "Ti amo più di quanto pensassi fosse possibile amare qualcuno."
"E io adoro te," rispose Antonio, la voce rotta dall'emozione. "Sei la luce che ha illuminato secoli di solitudine. Sei la mia salvezza."
Si addormentarono abbracciati, circondati dalle presenze benevole dei libri che vegliavano su di loro come antichi guardiani.
Fu durante la terza settimana che Fabio ebbe la sua prima vera prova come custode. Un uomo entrò nella libreria durante un pomeriggio piovoso, i vestiti costosi ma gli occhi freddi e calcolatori. Disse di essere un collezionista, interessato ad acquistare testi rari di demonologia.
"Sento qualcosa di sbagliato in lui," sussurrò Fabio ad Antonio mentre l'uomo esaminava i libri della sezione pubblica.
Antonio annuì, gli occhi che non lasciavano mai lo sconosciuto. "Anch'io. I libri si stanno chiudendo al suo tocco. Guarda."
Infatti, ogni volta che l'uomo cercava di aprire un volume, le pagine sembravano incollarsi insieme, rifiutandosi di rivelare i loro segreti.
"Avete qualcosa di più... sostanzioso?" chiese l'uomo con un sorriso che non raggiungeva gli occhi. "Sono disposto a pagare molto bene per accedere alla vostra collezione privata."
"Mi dispiace," disse Antonio con voce ferma. "Ma non abbiamo nulla che possa interessarvi."
Gli occhi dell'uomo si indurirono. "Ho sentito dire che custodite testi molto particolari. Grimori originali, rituali di evocazione. Datemi il vostro prezzo.”
Fabio sentì l'energia nella libreria cambiare, diventare più densa, quasi minacciosa. I libri sugli scaffali sembravano vibrare di tensione, pronti a difendersi.
"La libreria è chiusa," disse Fabio, sorprendendo sé stesso con la fermezza della sua voce. "Vi prego di andarvene."
L'uomo lo guardò con odio puro. "Non sapete con chi state parlando, ragazzino. Ci sono modi per ottenere quello che voglio, anche senza la vostra cooperazione."
Fu allora che successe qualcosa di straordinario. I libri iniziarono a muoversi da soli, scivolando dagli scaffali per formare una barriera protettiva intorno a Fabio e Antonio. Le candele si accesero spontaneamente, proiettando ombre minacciose sulle pareti. L'aria si riempì di sussurri in lingue antiche, e la temperatura nella stanza scese di diversi gradi.
L'uomo impallidì, guardandosi intorno con terrore crescente. "Cosa... cosa state facendo?"
"Noi non stiamo facendo nulla," disse Antonio con calma glaciale. "Sono i libri che non gradiscono la vostra presenza. E quando non gradiscono qualcuno... possono diventare molto persuasivi."
Una risata fredda echeggiò nell'aria, e l'uomo corse verso la porta, inciampando nella sua fretta di fuggire. Non appena uscì, l'atmosfera tornò normale, i libri che scivolarono dolcemente al loro posto.
"È stato incredibile," disse Fabio, ancora tremante per l'adrenalina. "I libri ci hanno davvero protetti."
Antonio lo prese tra le braccia, stringendolo forte. "Ti hanno protetto perché ora sei uno di loro. Sei diventato parte della magia di questo posto." Lo baciò teneramente. "Sono così orgoglioso di te."
Quella notte, mentre giacevano sazi e appagati dopo aver fatto l'amore con una passione intensificata dal pericolo scampato, Fabio guardò i simboli dorati che ora coprivano gran parte del suo corpo, brillando dolcemente nella luce delle candele.
"Cosa significano?" chiese, tracciando uno dei disegni più elaborati sul petto di Antonio.
"Sono rune di protezione, di saggezza, di amore eterno," spiegò Antonio, le dita che danzarono sui simboli corrispondenti sul corpo di Fabio. "Dimostrano che i libri ci hanno accettato come coppia, come custodi congiunti dei loro segreti."
"E siamo legati per sempre?"
"Per sempre e oltre," confermò Antonio, sigillando la promessa con un bacio che sapeva di magia e di eternità.
Mentre si addormentavano abbracciati, circondati dal sussurro benevolo dei libri che li avevano adottati come loro protettori, Fabio si rese conto che aveva trovato non solo l'amore della sua vita, ma il suo vero scopo. Era diventato il guardiano di segreti che potevano cambiare il mondo, e lo faceva al fianco dell'uomo che amava più della vita stessa.
La sua trasformazione era completa. Non era più Fabio Marchetti, professore universitario. Era diventato qualcosa di nuovo, di magico, di eterno. Ed era perfettamente felice di essere esattamente quello che era diventato.