IL RAGGIO NERO Sarcon vide il Raggio Nero in lontananza, era ormai arrivato. Il sentiero dai bianchi ciottoli era da poco ritornato diritto, ed in quel momento si stagliava verso l’entrata della tana dei Predoni Alati. Questa era un’ampia e profonda fenditura dalla forma tonda e irregolare, formatasi dal crollo di una parte del cratere del vulcano spento. Attorno non c’era nulla, né un albero, un cespuglio, un ciuffo d’erba, solo terra grigia, sassi e qualche grande masso di pietra scura. Oltre la grande grotta si stagliavano morbide le vette verdeggianti dei Monti Sibron. In prossimità dell’entrata, in basso sul fianco sinistro, giacevano immobili le acque buie di un piccolo laghetto dalla forma tondeggiante. Da lontano sembrava davvero un lungo raggio scuro, esso partiva obliquament

