XII.

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XII. VERSO L’ORIENTEMa era inginocchiato da pochi minuti che in loro si produsse una reazione. Lo starsene là a confortare Fleur dava a lui uno sconforto ogni minuto più grande. Le credeva in quel momento, come non le aveva creduto per dei mesi. Ma Wilfrid che cosa faceva intanto? Dove sbagliava? Quel volto alla finestra, volto senza voce, senza più neanche il tentativo di raggiungerla! Michael si sentiva dolere quell’inutile organo che è il cuore. Tirò indietro le braccia e si alzò. «Vuoi che vada a cercarlo? Se tutto è finito… potrebbe… potrei…» Anche Fleur s’era alzata. Ora era abbastanza calma. «Sì, io andrò a letto». Con Ting-a-ling tra le braccia, si diresse verso la porta: il suo viso, in mezzo alla pelliccia castana del cane e i propri capelli, appariva pallido e calmo. «A pro

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