Joana
Dopo che la polizia se ne fu andata, restammo in silenzio. La vergogna di aver detto alla polizia che ero stata aggredita e l'espressione sul volto di Mauricio mi imbarazzarono.
Non sapevo come avrebbe reagito quando avesse scoperto come avevo incontrato Leonardo. Semplicemente non gli ho raccontato la parte in cui era diventato mio cognato.
Ho iniziato a parlargli e, grazie a Dio, è tornato alla normalità. Quando ho scoperto che aveva un s*x club, sono rimasto sinceramente scioccato, non perché ne fosse il proprietario, ma perché era lui.
Forse non mi capirai, ma sapere che l'uomo che ti piace ha frequentato e ha frequentato anche lui uno di questi club è complicato. Eravamo gelosi, ovviamente. Sì, mi ha dato fastidio scoprire che un tempo era stato un praticante del club.
Non è facile immaginarlo lì, mentre afferra le donne e si comporta come un uomo dominante, soddisfacendo i loro desideri sessuali. Quando gli ho detto che ero andata in uno strip club, ho visto che anche lui era a disagio.
Adoravo quella sensazione di potere, sai?! Sapere di aver avuto a che fare con lui era più che soddisfacente. Dire che amavo Leonardo, lo facevo davvero, ma si dice che amiamo ogni persona in modo diverso. Oggi, dopo tutto quello che ho sofferto, posso dire di essere una persona diversa.
Abbiamo parlato a lungo, alla fine mi sono addormentata e quando mi sono svegliata, l'ho visto lì, completamente rilassato accanto a me. Allora mi sono sentita una donna completa. Vederlo lì, con la camicia sbottonata, che mostrava l'inizio del petto... Mio Dio, che delizia!
— Chi è quest'uomo? — sussurro, temendo di svegliarlo.
Mi alzo molto lentamente e vado a farmi una doccia. Ho bisogno di pulirmi perché dopo l'incidente non mi sono più lavato né sono andato in bagno.
Mi alzai dal letto lentamente, avevo davvero paura di cadere. Non volevo svegliare Mauricio, sapevo che era stanco. Da quando è avvenuto l'incidente non mi ha più lasciato. Non volevo che lui fosse qui preoccupato per la sua squadra, anche se in fondo desideravo che restasse al mio fianco.
Vado in bagno e quando esco noto che lui ha già cambiato posizione, si è sdraiato sulla schiena . Non posso trattenermi e vado da lui, mi avvicino molto e inalo il suo delizioso profumo.
Ah, vorrei accarezzare il tuo petto e tutto il tuo delizioso corpo... Gemo solo pensando a questa immagine.
— Controllati, Jo — mi supplico.
Vedendo che si stava girando di nuovo, corsi al letto e mi sdraiai, respirando rapidamente.
Proprio come lo volevo. Il mio corpo aveva bisogno di Mauricio. Quando ero con Leonardo, non provavo mai queste sensazioni nei suoi confronti.
Finisco per addormentarmi e fare il sogno erotico più bello del mondo. Nel sogno, Mauricio era sdraiato sul mio letto, legato, e io ero lì, in piedi, ai piedi del letto, vestita con lingerie bianca, con una guaina, che mi faceva apparire molto sexy.
— Bella, calda, meravigliosa — disse, guardandomi con desiderio.
— Solo per te! — dissi nel sogno.
— Vieni qui, tesoro mio. Voglio leccare quei seni meravigliosi.
Andrò da lui. Salgo sul letto e mi infilo carponi fino ad avvicinarmi, mostrandogli i miei seni, e lui ci passa persino sopra la lingua e la bocca.
— Mostra al tuo uomo quei seni deliziosi, non vedo l'ora di scoparteli — Mauricio inizia a parlarmi sporco all'orecchio e quando sto per mostrargli i miei seni, mi sveglio.
—Signora, signora! — mi chiamano molto piano e mi sveglio spaventato.
- Cosa c'era? — Chiedo preoccupato, vedendo il medico accanto a me.
— La signora si lamentava. "Sono entrata per misurarti la pressione e ho visto che stavi sudando", dice sussurrando.
- Ero? Non ricordo nulla, resto sdraiato e impassibile.
— Sì, ma non preoccuparti. Ho controllato i tuoi segnali e tutto è a posto! — mi dice e io ringrazio Dio. Sarebbe un vero peccato se avesse sentito quello che ho detto nel sogno.
- Grande! — dico dolcemente. — Sai quando mi dimetteranno? — Chiedo quando vedo che è già l'alba.
— Sì, voi due siete dimessi — mi dice il medico, guardando Mauricio con occhi avidi.
— Grazie, dottore! — La ringrazio e lei se ne va, guardando Mauricio con un luccichio negli occhi.
- Mucca! — Borbotto tra me e me.
Guardare l'uomo di un'altra donna è piuttosto facile, vero?!
Mi siedo sul letto, avendo ancora una volta il privilegio di vederlo dormire il sonno dei giusti. Abbasso lo sguardo e mi rendo conto che quella mucca stava guardando il cazzo del mio uomo.
Il mio corpo si illumina di nuovo, i ricordi tornano a galla. I miei seni erano duri, la mia figa pulsava e avevo urgente bisogno di sollievo.
Scendo velocemente dal letto, prima di commettere l'errore di buttarmi su quella poltrona e sedermi proprio su quel cazzo, prendo la mia borsa e la porto con me in bagno, dove ho sempre un paio di mutandine di ricambio. Accendo la doccia e la metto su fredda. Ero sudato, appiccicoso e desideroso di essere scopato. Mentre mi lavo, mi passo le mani sul corpo, insaponandomi, ed è allora che mi accorgo che il mio clitoride è molto sensibile. Cosa devo fare?
Il mio piacere cede, i miei pensieri si rivolgono al sogno. Mi tocco con desiderio, mi stringo un seno come se lo facesse Mauricio. Era una gioia sentire le mie dita entrare in me così velocemente. Infilo un dito, mi sporgo in avanti e mi appoggio al muro. Raggiungo l'orgasmo non molto soddisfatto. Volevo che fosse lui a darmi piacere.
Finisco di fare la doccia, mi asciugo ed esco dal bagno. Naturalmente, indossando gli abiti che indossavo ieri, prendo un paio di mutandine che avevo nella mia trousse da trucco e mi vesto. Mi cambio e mi asciugo i capelli, li pettino e li rendo più ordinati. Quando vedo che sto meglio di quando mi sono svegliato, esco dal bagno e mi trovo faccia a faccia con Mauricio, che era già sveglio e con un'espressione molto preoccupata.
— Buongiorno, Mauricio! — il saluto, l'andare a incontrarlo. Anche se sembrava assonnato, era molto gustoso, in quel suo modo sciatto.
— Ciao, buongiorno, mio raggio di sole. Come è andata la tua nottata? — mi chiede affettuosamente, guardando l'orologio.
— Ah, molto bene! Ho dormito bene, grazie a Dio. È venuto il dottore.
- Nostro! Stavo dormendo e non ho sentito niente! — commenta imbarazzato e continua a dire. —È solo una mia impressione o avverto un'ondata di ironia nell'aria?
- Ovviamente! — Borbotto, senza cedere. — Calmati, Mauricio. Ti avevo detto che ti avrei chiamato!
— Perché non mi hai chiamato? «Vorrei sapere cosa ha detto il medico», commenta Mauricio, come se fosse dispiaciuto che lei non lo abbia chiamato.
— Eri stanco, non volevo disturbarti — dico affettuosamente, cercando di rassicurarlo.
— Ehi, lo so! Vorrei solo essere sveglio! — mi dice con rammarico.
— Bene, il dottore mi ha dimesso — urlo, facendolo sussultare, e mi lancio tra le braccia della mia dolce metà, che mi abbraccia davvero forte.
Non mi ero mai sentito così protetto in vita mia. Il nostro abbraccio diventava sempre più caldo. La mia piccola figa pulsava di desiderio per Mauricio. Mi resi presto conto che non ero l'unica ad essere emozionata da quell'abbraccio.
- Mio Dio! Fantastico, Joana. Possiamo andare! — dice tutto felice. Adoravo la sua gioia.
— Sì, è per questo che sono andato a fare la doccia. Per liberarmi dall'odore dell'ospedale, dico, ancora tra le sue braccia. muoio dalla voglia che lui spenga il mio incendio.
— Sole mio, devo bagnarmi un po' la faccia — mi dice accarezzandomi il viso con il pollice. Non so cosa sia successo, ma Mauricio mi lascia andare e corre verso il bagno. Sento la porta chiudersi e poi il rubinetto viene aperto.
Mauricio rimase dentro per molto tempo. Stavo già iniziando a preoccuparmi quando ho sentito un gemito; per un attimo ho pensato fosse dolore, ma ho capito subito che era un gemito di eccitazione.
— Mauricio, tutto bene lì? — Chiedo quando sento il suo gemito, che all'inizio penso sia di dolore, ma presto capisco che è di eccitazione.
— Sì, angelo mio — risponde e io decido di farmi coraggio, vado in bagno, dove trovo il mio Ade, appoggiato al muro con il cazzo tra le mani. La scena lì era perfetta, mancava solo una persona e quella persona ero io! — Sole mio, avresti dovuto aspettarmi fuori! — dice con voce roca.
— Sono venuto per vedere cosa ti stava succedendo veramente — dico, chiudendo la porta e avvicinandomi.
— Sto bene, tesoro mio, ma è meglio che tu te ne vada — dice.
— E se non me ne andassi? — Lo prendo in giro. — So che sei emozionato. Ho sentito il suo cazzo nella mia piccola figa — sussurro e lui mi tira contro il muro, dove mi attacca con un bacio feroce.
— Merda! — geme e sentendolo mi chiedo se potrei reggere tutto il suo spessore.
— Hmm... Che cattivone — scherzo e lui mi guarda molto eccitato.
Non mi accorgo nemmeno che mi slaccia i pantaloni e si inginocchia proprio davanti a me, facendomi tremare le ginocchia per la scena che stava accadendo.
— Sole mio, sei una ragazza molto cattiva — sussurra, mentre gli apro la cerniera.
— Voglio raccontarti un piccolo segreto — Allora gli racconterò tutto quello che ho sognato.
Sento un gemito di apprezzamento quando vede quanto è grande il mio cazzo. Mi tocca la testolina, facendomi chiudere gli occhi per l'intensità del suo tocco.
— Meglio che tu la smetta — chiede, ma io non obbedisco e faccio finta di non sentire le sue suppliche.
- Per fermarsi? Sei sicuro? — E così lo divoro.
— Mio Dio, donna. Vuoi uccidermi con un infarto? — Lui geme