VI.Dopo cena mi accesi una sigaretta e mi distesi comodamente su un mucchio di pellicce davanti alla porta, con la testa di Ajor appoggiata sul grembo e una sensazione di grande soddisfazione che mi pervadeva. Era la prima volta, da quando il mio aereo aveva superato la barriera di scogli di Caspak, che provavo un senso di pace o di sicurezza. La mia mano vagò sulla guancia vellutata della ragazza che avevo reclamato come mia, e sui suoi capelli lussureggianti e sul nastro dorato che li legava alla testa armoniosa. Le sue esili dita, tese verso l’alto, cercarono le mie e le portarono alle sue labbra, poi la presi tra le braccia e la strinsi a me, coprendo la sua bocca con un lungo, lungo bacio. Era la prima volta che la passione entrava nel mio rapporto con Ajor. Eravamo soli e la capanna

