Capitolo 3
Anche se ho una v****a, mi sembra chiaro che le mie palle sono più grosse delle tue
Skylar
«Ma insomma! Dove sono finiti tutti i bravi ragazzi?» Prendo le patatine dal vassoio, le intingo prima nella maionese e poi nel ketchup, e me ne metto in bocca quattro in una volta, gesticolando, rivolta alle amiche al tavolo con me. «Dove! Dove sono finiti?»
Le mie amiche mi guardano, sono tutte impegnate sentimentalmente o felicemente single.
Io no.
Mi piace lagnarmi del mio status di single perché cerco attivamente l'amore, nei posti sbagliati a quanto pare.
Bethany sghignazza. «Sai cosa dicono, tutti i bravi ragazzi o sono gay o sono già impegnati.»
«O in biblioteca, quindi lasciamo perdere, quei ragazzi non sono adatti a te. Non incontrerai mai un futuro medico perché tu non vai mai in biblioteca.» Grazie Hannah.
«Sai, quell’edificio con i libri, vero? In fondo al campus, vicino al dipartimento di scienze...?» mi prende in giro Bethany, dandomi una gomitata.
Io ridacchio. «Ah ah molto divertente.»
È divertente perché è così, ma non lo ammetterò mai ad alta voce. L’ultima volta che sono stata nella biblioteca dell’università è stato durante il secondo anno, per un progetto che non avevo idea di come svolgere. Non so nemmeno dove siano le aule studio nel campus, il che spiegherebbe la mia media non proprio stellare...
Pazienza.
«Giusto.» Hannah, la mia migliore amica, ha una carota in mano e la punta nella mia direzione. «E se stanno studiando per diventare medici o ingegneri, non se ne vanno al bar durante il fine settimana. Ragazza, studiano per diventarlo! Che poi...» Inarca un sopracciglio, lasciando la frase in sospeso come la carota.
...è quello che dovresti fare anche tu.
Non lo dice ad alta voce, ma gliel’ho sentito ripetere almeno una dozzina di volte. È come se si fosse messa d’accordo con mia madre, visto che è un tipo materno anche lei. Ama dare consigli, Hannah, con i suoi voti quasi perfetti.
Capelli perfetti. Tette perfette.
E ha quasi sempre ragione.
Ignoro i suoi sottintesi. «Ti voglio bene, Hannah, ma non è il momento di tirar fuori la questione dei miei voti di merda. I risultati degli esami di metà semestre non sono ancora usciti, quindi lasciami crogiolare nella mia beata ignoranza. In questo momento voglio parlare della mia vita amorosa o meglio, della sua assenza.»
Scrolla le spalle. «Stavo solo dicendo…»
Lei sta sempre solo dicendo.
Hannah scuote la testa fissandomi con i suoi occhi castani e dà un morso alla punta della carota, masticando pensierosa. «Ti lamenti continuamente come se non avessi altre scelte.»
«Oh. E quali sarebbero?»
«Potresti lasciare che una di noi ti organizzi un incontro al buio.»
«Ci abbiamo già provato, ricordi? Uno della confraternita di Cliff? Non ha parlato per tutto il tempo, poi mi ha tempestato di telefonate per avere un secondo appuntamento. Quel tipo di ragazzo?»
«Ti avevo chiesto di non parlarne più.»
«Non posso. Ha ordinato delle crocchette di pollo per cena.» Un ragazzo? Ma dai!
«Ho detto che mi dispiace.»
Faccio un versaccio e becco Bethany a fare spallucce.
«E la nuova App per appuntamenti dell’università?»
«Uhm» gemo. «Che ne dici di un no?»
No. Non utilizzerò un’App per appuntamenti. Gli unici ragazzi online o sono dei disperati o vogliono solo sesso facile, e non sto cercando nessuna delle due alternative.
Voglio una relazione a lungo termine. Qualcosa di reale. Non la troverò certo cliccando su stupidi profili.
«Perché scarti subito l’idea? Jessica ha incontrato il suo ragazzo su LoveU.»
La nostra amica Jessica annuisce. «Tu adori Aaron.»
Tutte noi lo adoriamo.
Mi piace molto il suo ragazzo. Aaron è fantastico, anche se non è il mio tipo. E qui sta il problema; sto iniziando a pensare che il mio tipo non esista nel mondo reale. Vive solo sulla carta e nella mia immaginazione. Impossibile da trovare.
Quindi qual è il mio tipo? Credetemi, ho riflettuto a lungo su questo argomento, soprattutto dopo che le mie amiche mi hanno detto che sono troppo pignola. O troppo critica.
Il mio tipo ideale è alto. Non esageratamente, non alto quanto un Big Foot, ma almeno un metro e ottanta sarebbe fantastico. Un adone. Qualcuno che mi faccia sentire minuta e femminile. Capelli scuri, oh Dio adoro i capelli scuri, e non mi dispiacerebbe se avesse un po’ di peli anche sul petto. Niente barba sul viso, mi fa schifo, e mi fa pensare a mio padre, che ha la barba e ha sempre questi pezzetti di cibo incastrati.
Il mio ragazzo deve essere forte. Riflessivo. Il tipo di ragazzo che pensa prima di parlare e che, quando lo fa, ha davvero qualcosa da dire.
Carino, anche se non bellissimo. Non ha bisogno di essere perfetto, o in ottima forma. Dio sa che non lo sono nemmeno io.
Belle mani. Mani grandi.
Forse potrebbe piacergli leggere nel tempo libero, come faccio io? Sarebbe carino.
Una fossetta mi farebbe sciogliere, ma non è indispensabile.
Ho la mano sotto il mento e il gomito appoggiato al tavolo quando torno con i piedi per terra, rendendomi conto all’improvviso che tutte e tre le mie amiche mi stanno fissando.
«Che c'è?»
«Ci stai ascoltando?» Bethany mi dà un colpetto sotto il tavolo con la punta dello stivale.
«Uhm, no. Scusate.»
«Ti stavo chiedendo cos’hai contro l’App di appuntamenti. È solo per divertirsi. Non devi incontrare questi ragazzi, se non vuoi, ma cosa c’è di male a dare un’occhiata?»
«Concentrati, Sky. Sei tu quella che ha detto che voleva mettersi in gioco. Be’, in questo modo lo faresti.»
«Ti aiuteremmo noi.»
Rido e ficco in bocca un’altra patatina. «No grazie. Se lo farò, sarà senza il vostro aiuto.»
Hannah fa un sorrisetto compiaciuto. «Quindi ti iscriverai?»
Merda. Mi hanno messo in trappola. Accidenti a loro.
«Ci penserò.»
«È gratisssss» mi prende in giro Jessica, sapendo che sono una taccagna che controlla ogni centesimo. Ogni tanto ricevo una piccola somma di denaro dai miei genitori ma cerco di non spenderli in alcol, feste e frivolezze varie.
Come le App per appuntamenti.
Molte di quelle cose costano soldi.
«Ho detto che ci penserò, non siate asfissianti.»
«Sì, lo farai. Smettila di negarlo.» Jessica cerca un quaderno e una penna nello zaino. «Possiamo almeno aiutarti a scrivere il profilo?»
«Volete smetterla?» Dio solo sa cosa scriverebbero. «E non ho ancora creato un profilo, quindi raffreddate i bollenti spiriti.»
Jessica ripone il taccuino nella borsa. «Va bene. Promettici almeno che ce lo farai vedere prima di pubblicarlo.»
Vedremo.
* * *
BlueAsTheSky, 21 anni.
Fisso il nickname che ho creato, non è il caso di usare il mio vero nome, e sorrido. Mi piace. È divertente e dà un piccolo indizio su chi io sia.
Se inizierò a chattare davvero con un ragazzo, gli darò il mio vero nome. Fino ad allora, saprà solo il mio nickname.
Vediamo, che altro posso dire alle persone di me... che altro, che altro...
Fisso lo schermo del telefono e le tre foto che ho caricato. Nessuno di questi scatti mostra interamente il mio viso; ogni scatto ne mostra solo una metà. Dio non voglia che un ragazzo mi riconosca nel campus e ci provi con me nella vita reale.
O annunci a tutti che mi ha visto su LoveU.
Morirei dalla vergogna.
Scorro la biografia che ho scritto:
Le mie amiche mi hanno detto che devo mettermi in gioco, quindi eccomi qui. Ehilà. Sono estroversa una volta che conosco qualcuno. Ho un fisico snello. Adoro andare al cinema, amo soprattutto i film per ragazze. Tu devi essere: alto e divertente. Non sarcastico, ma divertente che faccia ridere. Non posso prometterti che riderò, ma puoi provarci.
Merda. Non va bene, sembro una stronza. Inoltre, ho quasi esaurito i caratteri, devo accorciarla.
Mi ci vuole un’altra mezz’ora per ottenere ciò che voglio, altri minuti per modificare e sistemare le foto, e poi il tempo per premere INVIO e pubblicare.
Sono su LoveU.
Il mio stomaco fa una capriola, sento le farfalle volare dappertutto con le ali che si agitano nella brezza.
Vorrei vomitare.
I primi dieci ragazzi che visionano il mio profilo non sono granché; li cancello immediatamente senza leggere le loro biografie. Okay, lo ammetto, li sto giudicando in base alle apparenze.
Allora, vorrei essere sessualmente attratta dal mio partner... fatemi causa! Voglio dargli un’occhiata e saperlo. Almeno un po’. Voglio sentire le farfalle nello stomaco quando lo incontrerò la prima volta, e non voglio incontrarlo affatto se la femmina che c’è in me non sente almeno qualcosa quando vede la sua foto profilo.
È così sbagliato?
Arriva un’altra notifica da parte di LoveU. Il tizio mi manda quasi subito un messaggio, e io gemo, perché già so che non è il mio tipo. L’ho capito dopo la prima occhiata, ma sono abbastanza curiosa da dargli una possibilità.
Luke: Come butta.
Io: Abbastanza bene, cosa stai facendo?
Luke: Niente.
Aspetto e ancora aspetto qualcosa da parte di Luke, ma non arriva niente. Mi lambicco il cervello alla ricerca di qualcosa di nuovo e originale da dire. Voglio dire, se non vuole chattare, perché mi ha contattato?
Fisso lo schermo, chiedendomi se questo Luke sia in grado di portare avanti una semplice conversazione, come capire che è il suo turno di fare una domanda per mantenere vivo il discorso in chat. Passo il pollice sulla foto, apro il suo profilo e lo guardo. Piuttosto semplice, non molto dettagliato, non ha niente da dire e, a quanto pare, non ha voglia di chattare. Nome, età e una riga: non annoiarmi. Ecco!
Cancello Luke e trovo altri sei messaggi quando torno alla home page. Faccio scorrere il dito su un ragazzo di nome Eric, 21. Sta studiando economia, ha un bel viso e le fossette. La sua prima fotografia è un selfie in palestra; indossa un cappellino da baseball, che copre parte della macchina fotografica. Un sorrisetto. Barbetta.
So che è online perché la spia verde accanto al nome è accesa, quindi non sono affatto sorpresa quando mi invia un breve messaggio. Piuttosto, sono contenta di non dover fare la prima mossa.
Odio doverlo fare, soprattutto tramite chat.
Eric: Sei triste?
Io: Ah ah, no. Sto studiando. Tu che cosa stai facendo?
Eric: Non i compiti! Sono seduto su una panca per i pesi in palestra.
Io: Nella tua biografia parli della palestra, ci vivi?
Eric: Probabilmente potrei sollevarti.
Supponendo che sia interessata.
Ma non lo sono.
Io: Dove vai quando non ti alleni?
Eric: Al bar, casa mia, la sede della confraternita. E tu?
Io: Mi piacciono i film, uscire e passare il tempo con le mie amiche.
Eric: E le feste?
Io: Mah, dipende dalle amiche. Ci piace uscire in gruppo, è più divertente.
Eric: Qualcuna delle tue amiche è sexy?
Uhm. Okay. Addio, Eric. Non siamo compatibili. Chi diavolo fa una domanda del genere? Che idiota.
Cancello Eric. Sospiro prima di prendere il telecomando e fare zapping tra i canali in cerca del mio show preferito. Lancio il telecomando sul lato opposto del letto, abbastanza lontano da non finirci sopra ma comunque a portata di mano, e mi stendo, con il telefono in mano e la testa appoggiata su un cuscino.
Guardo un reality per più di due ore.
Controllo il telefono e vedo la piccola icona gialla e nera illuminata.
Sono scettica, perché dopo altri dieci buchi nell’acqua, questa App inizia a sembrarmi un fallimento, la scorro per controllare il mio nuovo potenziale partner.
Mmm.
Okay. Questo non sembra così terribile.
Do una bella occhiata alla piccola fotografia. A dire il vero inclino la testa di lato mentre lo studio.
Non male. Non è affatto male…
È uno spettacolo per gli occhi, e il mio sguardo rimane incollato sulla prima foto. Poi scende sul nome e infine sul profilo.
JB, 22
Inguaribile romantico cerca relazione seria; dove sono finite tutte le brave ragazze? Di bell’aspetto, alto, atleta del college. Requisiti: qualcuno da presentare alla mamma. Lunghe conversazioni, appuntamenti al parco, film e cena. Tu: di bell’aspetto, ragazza della porta accanto, che ama ridere e sorridere.
Bene, bene, bene, ciao JB.
Di sicuro è un fico, e in più, ha compilato una biografia, che è più di quanto abbia fatto la maggior parte dei ragazzi.
Sono emozionata.
Non voglio mentire, questo ragazzo ha del potenziale. E wow, è dannatamente carino, così attraente che provo quello svolazzare nello stomaco. E sento un brivido mentre mi mordo il labbro sorridendo.
JB vuole chattare.
Con l’indice sul profilo, sopra quel punto verde che vuole che prema per poter chattare, ho un nodo in gola.
«Uhm!» Scuoto la testa mentre premo, decidendo così il mio destino. Contattare JB, aprirsi a nuove opportunità.