Capitolo 6 Due giorni dopo l’omicidio di Mosca Stalina Scrofagnocca, verso le 20 l’amico e io eravamo a cena assieme, come quasi tutte le settimane nel corso della nostra ormai lunga frequentazione. Si mangiava sempre nello stesso locale, un ristorante di corso Palestro non lontano dai nostri appartamenti. Vittorio, scavalcati gli antipasti “ammazza appetito” com’egli li definiva d’accordo con me e terminato il primo piatto, ch’era quasi un fisso per lui napoletano, spaghetti ai frutti di scoglio, era venuto sul discorso del Mostro dell’Orecchio: “Evaristo mi ha detto che, a quanto sembra, nessuna vittima aveva mai lamentato, con parenti o amici, e men che mai aveva denunciato d’aver avuto minacce, in genere o, pensando alle due morte ficcate in passato nella sinistra estrema, minacce po

