Anna continuava a controllare l’orologio con crescente agitazione. L’auto non accennava a muoversi, il serpentone di macchine davanti a lei sembrava un muro impenetrabile di lamiere e luci rosse. — “Autista, cos’è successo? Perché siamo fermi da così tanto?” domandò, la voce incrinata dall’impazienza. L’uomo, guardandola nello specchietto retrovisore, rispose con calma rassegnata: — “Pare ci sia stato un incidente poco più avanti. Sarà difficile sbloccare il traffico in tempi brevi.” Un incidente? Anna sentì un brivido correre lungo la schiena. Se davvero era così grave, significava che il flusso di auto non si sarebbe mosso per molto tempo. Guardò di nuovo l’ora, se avesse deciso di proseguire a piedi, forse ce l’avrebbe fatta. — “Mi faccia scendere qui, per favore.” Pagò la corsa i

