Capitolo VII I fiori che addormentano Quando Tremal-Naik tornò in sé, si trovò rinchiuso in uno stretto sotterraneo illuminato da un piccolo spiraglio difeso da una doppia fila di grosse sbarre e solidamente legato a due anelli di ferro, infissi in una specie di colonna. Dapprima si credette in preda ad un brutto sogno ma ben presto si convinse che era realmente prigioniero. Una vaga paura s’impossessò allora di quell’uomo, che pur aveva dato tante prove di un coraggio sovrumano. Cercò di riordinare le idee, ma nel suo cervello regnava una confusione che non riusciva a diradare. Si rammentava vagamente di Negapatnan, della fuga di lui, della limonata, ma nulla di più. «Chi può avermi tradito?» si chiese, rabbrividendo. «Cosa accadrà ora di me? Cos’è questa nebbia che mi offusca il ce

