Chapter 5

1922 Words
Giunse poi la notizia della disfatta di Culloden, portata a Durrisdeer dal figlio di un fittavolo. Il giovanotto diceva di essere il solo sopravvissuto tra quanti erano saliti cantando su per l’erta. Per un caso malaugurato, John Paul e Macconochie avevano trovato proprio quella mattina la ghinea, radice di ogni male, impigliata in un ciuffo d’agrifoglio; erano andati subito ad «alzare il gomito», come dicono i servitori di Durrisdeer, al posteggio dei cavalli, e ne erano usciti con le tasche quasi vuote e con la testa vuota del tutto. Niente di strano, perciò, che John Paul piombasse nella sala dove la famiglia stava a pranzo, e proclamasse lì che Tam Macmorland «era appena smontato da cavallo e ahimè! ahimè!... dopo di lui non poteva arrivare più nessuno». I tre ascoltarono la notizia in silenzio, come condannati; Mr. Henry si passò una mano sulla fronte, e la signorina Alison nascose il viso fra le mani. Quanto a mylord, era diventato color cenere. – Ho ancora un figlio, – disse. – E ti renderò giustizia, Henry, il migliore è quello che rimane. Strana cosa da dirsi in un simile momento; ma mylord non aveva affatto dimenticato quella certa frase di Mr. Henry e portava sulla coscienza lunghi anni di parzialità. Tuttavia la cosa era strana, e più di quanto la signorina Alison potesse lasciare passare. Venne fuori a rimproverare mylord per le sue parole snaturate, Mr. Henry perché se ne stava al sicuro mentre suo fratello giaceva cadavere, e se stessa per le parole crudeli rivolte al fidanzato prima che partisse: intanto chiamava questi la perla degli uomini, e ne invocava il nome, torcendosi le mani e protestando il suo amore davanti ai servi sbigottiti. Mr. Henry si alzò e rimase in piedi, reggendosi alla sedia. Era diventato anche lui color cenere. – Oh! – proruppe di colpo. – Lo so che l’amavi. – Lo sanno tutti, sia gloria a Dio! – esclamò lei; e poi, rivolta a Mr. Henry: – Ma io sola so una cosa: che tu lo tradivi in cuor tuo. – Dio sa, – egli gemette, – che fu amore sprecato da entrambe le parti. Dopo di che, il tempo continuò a trascorrere nella casa senza troppi mutamenti; soltanto, la famiglia era ridotta da quattro a tre, il che era per essa perenne ricordo del suo lutto. Non bisogna dimenticare che il denaro della signorina Alison serviva per il riscatto delle tenute; ed essendo morto uno dei fratelli, mylord si mise subito in testa che lei sposasse l’altro. Giorno per giorno portò avanti l’opera, sedendo accanto al fuoco, con un dito fra le pagine del suo libro latino e con gli occhi fissi sul viso di lei, in una specie di garbata attenzione che si addiceva molto al vecchio gentiluomo. Se lei piangeva, lui la compassionava con il tono di un vegliardo che ne ha viste di peggio e comincia a dare poco peso anche al dolore; se lei si esasperava, riprendeva la lettura del suo libro latino, non mancando mai di scusarsi urbanamente, se lei, come capitava spesso, proponeva di dar loro il suo denaro a titolo di donazione, le dimostrava come quel partito fosse inconciliabile con l’onore e le ricordava che, anche se lui stesso avesse acconsentito, Mr. Henry avrebbe opposto il suo rifiuto. Non vi sed saepe cadendo (9) era un suo motto favorito; e, senza dubbio, quella pacifica persecuzione logorò lentamente la volontà della fanciulla. Esisteva anche il fatto che, facendo per lei la parte di tutti e due i genitori, egli aveva acquistato gran potere su di lei; in quanto a questo era lei stessa imbevuta dello spirito dei Duries ed era disposta a sacrificarsi per la gloria di Durrisdeer. Non credo però che sarebbe arrivata al punto di sposare il mio povero padrone, se non ve l’avesse indotta, strano a dirsi, la circostanza dell’estrema impopolarità di costui. Questa impopolarità fu opera di Tam Macmorland. Tam non era cattivo; ma aveva un difetto deplorevole: era cioè di lingua lunga; e come solo uomo del paese che fosse andato alla guerra, o, per meglio dire, che ne fosse tornato, non mancava mai di ascoltatori. Ho osservato che tutti quelli che hanno la peggio in un combattimento sono ansiosi di convincere se stessi di essere stati traditi. A sentire il resoconto di Tam, i ribelli erano stati traditi continuamente e da ogni ufficiale, erano stati traditi a Derby e a Falkirk; la marcia notturna era stata un tradimento di Lord George e Culloden era stata persa per il tradimento dei Macdonald. Questa abitudine di accusare tutti di tradimento crebbe in quello sciocco, tanto di fargli tirare in ballo anche Mr. Henry. A sentire lui, Mr. Henry aveva tradito i giovani di Durrisdeer; aveva promesso di seguirli con un rinforzo di uomini, e invece era andato da re Giorgio. – Sì, proprio il giorno dopo!... – esclamava Tam. – Il nostro bel signore, poveretto, e quei bravi ragazzi, poveretti, erano appena di là dalla cresta che già si metteva in cammino, quel Giuda! Eh, già! Ne ha tirato fuori quello che voleva. Sarà il lord, addirittura, – eppure c’è più di un freddo cadavere tra l’erica delle Highlands! E a questo punto, Tam, se aveva bevuto, cominciava a piangere. A insistere un po’ sullo stesso discorso, si finisce sempre con il convincere. L’interpretazione data da Tam del comportamento di Mr. Henry serpeggiò pian piano per il paese; se ne parlò tra persone che erano di parere opposto, ma a corto di argomenti; e gli ignoranti e i malevoli che stettero a sentire credettero e ripeterono come fosse vangelo. Mr. Henry cominciò a vedersi sfuggito; di lì a poco i paesani cominciarono a bisbigliare, mentre lui passava, e le comari (sempre più ardite sapendosi al sicuro) arrivarono addirittura a insultarlo apertamente. Il signore di Ballantrae venne celebrato come un santo. Si ricordò che non aveva mai contribuito a spremere i fittavoli, e, veramente, i denari non si era mai curato che di spenderli. Forse era un po’ scapestrato, diceva la gente, ma quant’era meglio un giovane spontaneo e sventato, che avrebbe messo presto la testa a partito, che non uno spilorcio ipocrita, sempre con il naso nel libro dei conti e accanito nel perseguitare i poveri fittavoli! Una sgualdrina che aveva avuto un figlio da Sir James e con la quale egli si era comportato malissimo sotto ogni punto di vista si innalzò tuttavia a paladina della sua memoria. Un giorno tirò un sasso a Mr. Henry. – Dov’è quel bel ragazzo che si fidava di voi? – gli urlò in faccia. Mr. Henry tirò le redini e dall’alto del cavallo la guardò, con un filo di sangue che gli scorreva dal labbro. – Come, Jessie? Anche tu? – disse. – Eppure dovresti sapere bene chi sono io. – Perché i denari per vivere glieli passava lui. La donna, che aveva pronto un altro sasso, fece per lanciarlo; e Mr. Henry, per ripararsi, alzò la mano che impugnava lo scudiscio. – Come! Picchiereste una ragazza, brutto...? – esclamò lei, e corse via strillando, come se l’avesse battuta. Il giorno dopo, in paese si diffuse in un lampo la voce che Mr. Henry aveva massacrato di botte Jessie Broun. Racconto questo per far capire come crebbe la valanga della maldicenza, e come una calunnia ne tirò dietro un’altra, finché il mio povero padrone fu screditato al punto che cominciò a restare chiuso in casa, come il vecchio lord. Intanto, siatene più che certi, in famiglia non aprì bocca per lamentarsi; l’origine stessa di quello scandalo era una piaga troppo dolorosa per rimestarla; inoltre, Mr. Henry era molto orgoglioso e stranamente ostinato nel tacere. Mylord dovette sentirne qualcosa, se non altro da John Paul; e certo notò un cambiamento nelle abitudini del suo figliuolo. Però è probabile che neppure lui sapesse come si erano scaldati gli animi. Quanto alla signorina Alison, lei era l’ultima persona a sapere quello che succedeva fuori, e quella che se ne interessava meno, quando ne sentiva parlare. Al culmine dei malumori (perché poi si spensero come si erano accesi, e nessuno potrebbe dirne il motivo) si tenne una votazione nella cittadina di Saint Bride’s, che è la più vicina a Durrisdeer, in riva alla Water of Swift. Fermentava un malcontento (non ricordo quale, se pure l’ho mai saputo): si diceva apertamente che, prima di sera, ci sarebbe stata qualche testa rotta, e che lo sceriffo aveva mandato a chiedere soldati fino a Dumfries. Mylord sollecitò Mr. Henry a essere presente alle elezioni, facendogli notare che questo era necessario per mantenere il credito della casata. – Altrimenti non si tarderà a riferire, – disse, – che non marciamo alla testa del nostro stesso paese. – Il mio è uno strano modo di marciare in testa, – disse Mr. Henry; e avendo gli altri insistito, aggiunse: – A dire il vero, non oso più mostrare la faccia. – Tu sei il primo della famiglia a dire così, – esclamò la signorina Alison. – Ci andremo tutti e tre, – disse mylord. E davvero egli si fece mettere gli stivali (per la prima volta dopo quattro anni, una faccenda seria per John Paul che glieli infilò); la signorina Alison indossò il vestito da amazzone, e tutti e tre se ne andarono a cavallo fino a Saint Bride’s. Laggiù le strade erano piene di tutta la marmaglia dei dintorni; e, non appena Mr. Henry fu individuato, cominciò uno schiamazzo indecente. Chi fischiava, chi urlava; e di qua e di là si gridava – Giuda! – o – Dov’è Sua Signoria? – o – Dove sono quei poveri ragazzi che andarono via con lui? – Fu lanciato perfino un sasso; però allora i più si misero a gridare che era una vergogna, per riguardo a mylord e alla signorina Alison. Prima che fossero passati dieci minuti, mylord fu costretto a convincersi che la riluttanza di Mr. Henry non era stata senza motivo. Non fece parola, ma girò il cavallo e via verso casa con il mento sul petto. Non disse una parola neppure la signorina Alison ma pensò di sicuro molte cose dentro di sé, e di sicuro fu punta nell’orgoglio, perché era una Durie fino al midollo; e di sicuro si impietosì nel vedere suo cugino trattato così ingiustamente. Quella notte non toccò il letto; io ho biasimato spesso la signora, ma quando mi ricordo di quella notte, le perdono tutto; e la mattina dopo per prima cosa andò dal vecchio lord, che sedeva sul solito seggiolone. – Se Henry mi vuole ancora, – disse, – sono pronta a sposarlo. A lui fece un discorso diverso: – Non posso darti amore, Henry; ma, lo sa Iddio quanta pietà ho per te. Si sposarono il primo giugno del 1748. Nel dicembre dello stesso anno, io scesi per la prima volta alle porte del palazzo; riprendo da quel momento la storia dei fatti, riferendoli, quali si svolsero per mia diretta conoscenza, come un testimone in tribunale. NOTE 1) Fin dalla prima adolescenza o dall’infanzia, al figlio maggiore di un casato nobiliare veniva dato il titolo di Signore (Master). Da parte dei dipendenti ha anche un senso di rispettosa e affettuosa familiarità, più o meno come poteva essere da noi «signorino» o «padroncino»; ma assume la qualità di un titolo di cortesia, in quanto è rivolto al legittimo erede che, per nascita, rivestirà un giorno il titolo nobiliare. 2) Re di Scozia dal 1124 al 1153. 3) Poeta scozzese del Tredicesimo secolo, famoso per le profezie attribuitegli. 4) Estuario del fiume Eden che sbocca nel Mare d’Irlanda ai confini tra Scozia e Inghilterra. 5) Carlo Edoardo Stuart, autore dell’ultima impresa guerresca tentata dalla sua famiglia per riconquistare la corona britannica. 6) Giacomo Stuart, figlio di Giacomo Secondo re d’Inghilterra, padre del principe Carlo Edoardo e noto come il “Vecchio Pretendente”. 7) Giorgio Ludovico, elettore di Hannover, re di Gran Bretagna e Irlanda dal 1714 al 1727 e fondatore della dinastia ancora regnante. 8) Truppe scozzesi delle regioni montuose settentrionali. 9) «Non con violenza, ma con insistenza.»
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