11 - La discendenza divina pt 4

868 Words
A lungo andare Theresa aveva fatto in modo di allontanare Gián e non poteva che ringraziarla questa volta, era la seconda volta che dopo un parto impazziva. Ma questa volta aveva sbagliato di grosso. "Si ma perché io! Perché io tra tanti?" Disse l'uomo disperato "Perché sappiamo che sei un buon dispensatore di semi?" Ironizzò lei portando il pollice alle sue labbra e carezzando con l'altra mano il suo petto "O semplicemente perché sei bellissimo e fai innamorare tutte le donne che incontri Gián." Terminò con ironia prima di baciarlo. Quando le era mancato baciarlo, sentire il sapore della sua bocca contro la sua e il calore del suo corpo, quelle sensazioni che non poteva provare più con lui. Sapeva che non poteva dare sfogo al suo desiderio, stava uscendo con Marcello ed era già tanto che a lui andasse bene il fatto che avesse tanti figli da Gián e che ne aspettasse altri due. Gli piaceva Marcello, era una persona misteriosa e un soldato dedito alla sua causa tanto che gli aveva chiesto di poterlo seguire in Etiopia adesso che sarebbe partito in missione e lui anche se titubante aveva acconsentito e si era prodigato per trovare una casa a lei e i bambini poco distante dall'accampamento militare e per lui sicuro. Alla fine anche Gián si era ritratto e ne era felice, anzi, lui andò alla ricerca del compagno e dei suoi figli così da non aver altri fastidi. Al mattino Gián lasciò la casa tornando subito da sua moglie a Santorini. ... "Sei stato da lei vero?" Chiese Theresa appena lo vide. Assurdo come il suo viso non riuscisse a nascondere le sue azioni, assurdo come ella subito capiva pensò Gián. "Sei libera di lasciarmi." Disse allora lui. Era in realtà lui a volerla lasciare "Non ti lascerò. Sapevo che saresti andato da lei. Lei ti ama ancora e ti amerà sempre." Disse lei "Cosa vuoi da me Theresa? Perché non mi lasci?" Chiese allora lui disperato. Si perché dopo ciò che era accaduto in Norvegia lui voleva chiudere tutto. "Ti amo... sei il padre dei miei figli." Rispose lei Lui la guardò gelido e le si avvicinò "Quindi per te non ci sono problemi se non facciamo più figli giusto?" Lei trasalì, ingoiò un groppo e gli sorrise. "Per ora possiamo fermarci." "Direi per sempre. Abbiamo cinque figli e possiamo stare bene così. Marin ha comunque sua sorella Diana e poi ci sono tre maschi belli vivaci." Terminò lui, includeva nella lista tutti i suoi figli perché si erano loro la famiglia che lui è Theresa si erano costruiti. Theresa gli andò incontro e lo afferrò per il braccio supplicandolo con lo sguardo. "Non puoi..." "No. Non puoi tu farmi essere complice della tua follia... ti servo per la tua terza figlia. Vero!" Disse lui gelido Lei sussultò, le lacrime le comparvero agli occhi poi con voce tremante parlò "L'ultima, fondamentale come le altre due. Lei è la pace." Lui scosse la testa con sarcasmo e la guardò mordendosi il labbro. "Ma guarda un po'! Poi quando sarà nata che farai Theresa? Abbandonerai anche lei!" Le disse con disprezzo Lei scosse la testa "No, no. Certo che non lo farò. Credimi era importante che Frey andasse ad Asgard, lei è il tramite..." "Tra due culture e tra due mondi... certo!" Disse ripetendo con perfidia le sue motivazioni. "Ti rendi conto che ciò che dici è solo follia e che la tua fantasia galoppa troppo?!" Le disse allora "Vuoi creare una..." come l'aveva chiamata Juno "discendenza divina, che non esiste." Lei si fece seria. "Esiste e tu ne sei il capostipite." "Ma smettila..." "No che non la smetto. Non ricordi, non ancora! Io ho dovuto partorire Dike per ricordare chi ero, lei era il mio tramite col passato e con i ricordi. Ma tu... anche tu sei come me, padre delle mie figlie e Dio dell'Olimpo." "Ah smettila... smettila Theresa." Urlò lui "Guardati intorno... i tuoi figli." Disse allora lei Lui scosse la testa, i bambini ridevano nell'altra stanza e non capiva cosa diceva Theresa. "Non è mia la discendenza divina. È tua, tua e solo tua! Lo scaltro Ermes, l'ironico Dioniso, l'artista Apollo e la fiera Artemide. Sono tutti di la in quella stanza a giocare! Tu hai scelto le loro madri e tu li hai rigenerati." Disse lei prendendo fiato. "Sapevo che con Juno non era finita perché la vostra discendenza divina ancora non era giunta a conclusione, per questo ti ho spinto a stare con lei." Lui scosse la testa sconvolto. "Non è vero! Non è vero!" Affermò allora l'uomo scosso. Non voleva più ascoltarla. "Capisco che non ricordi. Chi era importante per te ancora non è giunto! Ma fidati Gián mi tradirai ancora prima di oggi, perché la tua discendenza ancora non è completa e io non sarò la madre di altri tuoi figli oltre Irene." Continuava a scuotere la testa Gián, non l'avrebbe tradita. Non più, si sentiva male ad averlo fatto con Juno figurarsi con un'estranea. "Prepara tutte le tue cose. Domani torniamo in Giappone, vado ad avvertire Makoto e Arianna." Le disse infine ed intanto pensava che avrebbe dovuto contattare un medico per Theresa una volta in Giappone.
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