Tuck accarezzò il bastone. – Ah! ah! tu osi sfidarmi, insultarmi! – urlò il barone quasi soffocando dalla collera. – Giacché ha le orecchie abbastanza lunghe, che lo si inchiodi per le orecchie alla porta grande del castello e che gli vengano dati cento colpi di verga. Robin, pallido d’indignazione, ma tranquillo, restò in silenzio guardando fisso il terribile Fitz Alwine, mentre estraeva dalla faretra una freccia. Il barone trasalì, ma finse di non accorgersene. Dopo un secondo di silenzio riprese in tono meno violento: – Potrei farti gettare in una segreta, ma, malgrado la tua impertinenza, la gioventù m’ispira compassione. Però tu devi rispondere alle mie domande e facendolo devi ricordarti che sei vivo solo per la mia bontà d’animo. – Io non sono in vostro potere come credete, nobi

