Prologo

933 Words
PrologoDiverso tempo fa, sul pianeta Taphaa, più precisamente nei sobborghi sud di uno dei sei regni, il Regno di Golena, nel piccolo villaggio di Melam, su un’ampia area a elevata fertilità, che riceveva saltuariamente le acque del Grande Fiume Pro, un ragazzino di circa tredici anni correva a perdifiato verso una palafitta gridando: «J.B.! J.B.! Corri, corri! Vieni a vedere!». A quelle grida, un altro ragazzino, più smilzo e all’incirca della stessa età, alzando la testa e voltando lo sguardo verso il luogo da cui provenivano le urla, rispose sospirando: «Cosa c’è, Maurice?». «Guarda! Guarda cosa ho inventato! Vieni, seguimi!» insistette il ragazzino con affanno, prendendolo per un braccio. Insieme i due si diressero verso lo stagno poco distante, e lì Maurice indicò a J.B. uno strano oggetto che galleggiava sulla superficie dell’acqua. «Mmh… che cos’è, Maurice?» chiese J.B. inarcando le sopracciglia. «È una mia invenzione! Per ora è solo un modellino, l’ho chiamato Rovercraft! Un giorno ne costruirò uno grande, così potremo esplorare tutto il mondo, proprio come voleva fare nonno Oleandro!» rispose Maurice con un sorriso compiaciuto e tronfio della propria invenzione. Con lo sguardo fisso nel vuoto, J.B. si trovò a fantasticare sulle avventure che avrebbero potuto affrontare in futuro. «Sarebbe fantastico poterlo esplorare, Maurice.» Dopo essersi inumidito le labbra, J.B. continuò a parlare, ma la sua espressione si fece più cupa e, rivolgendosi al fratello, continuò: «Ma Maurice, non sappiamo cosa ci attende al di fuori delle mura del regno. Come ci raccontò il nonno, le uniche persone a conoscenza della storia del nostro e degli altri regni sono le caste reali e, da quel che si vocifera, nemmeno loro ne sanno poi tanto!» Accorgendosi che l’espressione di Maurice da allegra diveniva via via più scura, con tono divertito aggiunse: «E comunque, fratellino, nel caso tu riuscissi a costruirne uno grande e funzionante, come pensi di affrontare tutti i pericoli in cui potremmo imbatterci?» «Eh, eh… a quello ho già pensato!» rispose Maurice, riprendendo la sua spensieratezza e strofinandosi il naso con l’indice. «Ah sì? E quale sarebbe la tua geniale soluzione?» lo stuzzicò J.B. «Beh, facile! Per quello ci sei tu, fratellino!» rispose Maurice socchiudendo gli occhi e sorridendo, mostrando tutti i denti. Altrove, a migliaia di chilometri di distanza, nel ghiacciato Regno di Permafrost, sulle sponde del fiume Ifing, noto per non ghiacciarsi mai nonostante il clima rigido, un uomo dalla pelle chiara, con profondi occhi blu, capelli biondissimi e un aspetto triste, volgendo lo sguardo oltre il fiume, dichiarò con voce profonda al suo fedele amico: «Paul, ucciderò quel Ghrome, quell’obbrobrio di Belfator, e succederò a mio padre come legittimo sovrano del regno. Quel mostro la pagherà per essersi preso la sua vita, porterò a palazzo la sua testa e riconquisterò la fiducia del mio popolo». Non si accorse che poco distante, celata dall’ombra di uno sperone di roccia ricoperto di ghiaccio, un’oscura figura stava ascoltando la loro conversazione. Era passato qualche giorno, da quel momento, e nella capitale di Permafrost si respirava aria di festa. Lungo le vie, i vicoli e le strade, si potevano ammirare fregi e striscioni, e ogni abitante era alle prese con i preparativi. C’era chi allestiva e appendeva addobbi colorati, chi suonava allegre musiche e chi semplicemente portava allegria con le proprie risate, tanto che anche il clima sembrava partecipare alla festa donando una giornata limpida, senza nuvole e con Saulè splendente – al contrario del suo gemello Sorin, ormai divenuta una stella morente – e tutto questo in onore dell’imminente incoronazione del nuovo sovrano. In tutto il regno, sia nella capitale sia nei piccoli villaggi, in ogni piazza e in ogni vicolo e dalle finestre delle case, non era difficile udire le voci degli araldi gridare: «Udite! Udite! Oggi è un giorno di festa per l’imminente incoronazione del nuovo sovrano, il principe Dumont Durville. Esaltiamo Dumont il leggendario, colui che sconfisse Belfator: il Ghrome dall’aspeto umano, dalla carnagione rossastra, con due corna enormi, ali da pipistrello e un ghigno malefico, che assieme alle altre cinque terrificanti creature infestava il nostro regno e causò la morte del nostro amato sovrano, re Durville!». Nella sala principale, seduto sul trono con accanto il suo fidato amico Paul, il futuro re attendeva la propria incoronazione, che sarebbe avvenuta di lì a breve, al suono delle campane. Ai primi rintocchi, il consigliere Le Roy, che era in piedi dinanzi a lui, sollevò la corona, pronunciando la frase di rito che fin dai tempi antichi aveva preceduto l’incoronazione di tutti i re di Permafrost. «Con il potere conferitomi dagli eterni ghiacci di Permafrost, procedo all’apposizione di questa corona sul vostro capo, che farà di voi il legittimo sovrano del nostro regno! Che ogni giorno sotto la vostra guida sia un giorno memorabile!» Le ultime parole pronunciate dal consigliere furono accompagnate dal posizionamento della corona sul capo del nuovo re. Il gesto scatenò nella folla appalusi, urla di gioia e danze di festa; ma presto lasciarono il posto a uno strano senso di disagio, legato a un brivido lungo la schiena di ogni abitante di Permafrost, specialmente quando il cielo, che fino a quel momento era stato terso e soleggiato, tutto d’un tratto si incupì e le nuvole iniziarono ad addensarsi. Questo fu proprio il momento in cui il nuovo sovrano, sporgendosi alla sua destra, voltandosi verso l’amico Paul appoggiando il gomito sul bracciolo del trono, sibilò con un ghigno: «Tutto si è svolto esattamente come avevamo previsto. Nessuno si è accorto di cosa è successo realmente. Mi ci vorrà un po’ di tempo, ma raggiungerò il mio obiettivo!». PARTE 1IL REGNO DI GOLENA
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