9 - ADRIEL JOÃO

1024 Words
“No!” Disse mamma. “Non nascondo che ne ero attratta. Avevo ventinove anni e con tuo padre non avevamo rapporti da sei mesi, inoltre mi aveva lasciata. Ero frustrata e consigliata da Karla capii che Thomas poteva darmi una famiglia. Così una sera chiesi a Julio di andare già via poiché avevo dell’arretrato e decisi di sedurre Thomas.” Ebbi un colpo al cuore. Mamma aveva tradito papà! “Thomas non volle! Disse che ero sposata, effettivamente pensai, non si era lasciato sfuggire la fede al dito. Lo supplicai, avevo bisogno del contatto fisico, almeno una volta. Anche per capire se potevo andare avanti con un altro uomo. Quando dissi a Thomas che non avevo più un matrimonio e piansi mi assecondò! Fu un momento fuggevole, iniziò e finì troppo presto. Thomas aveva una certa integrità e non voleva, sia perché ero sposata, sia perché papà era ammalato. Lui capì che per me fu un sacrificio avere un rapporto che non fosse con tuo padre. Dovetti rivelargli che lo amavo ancora e che Karla mi aveva suggerito di stare con lui. Lui mi disse che eravamo diverse noi due. Aveva ragione! Thomas ha sempre avuto ragione. Quando gli dissi dei tumori di Pedro ci fu vicino, mi chiese di conoscerlo e ci propose di partire per il Connecticut per altri consulti medici, tutto spesato dalla società.” Concluse mamma. “Tumori?” Chiesi. “Non era solo uno? Sei stata con lui per avere me?” Mamma sospirò. “Abbiamo iniziato con la prostata. Fu asportato, ma ce n’era uno anche ai polmoni, sempre asportato. Si era insinuato ovunque, durante la chemio arrivò anche al fegato. Potemmo toglierli sempre, ma furono tre anni strazianti e partire per gli Stati Uniti fu un po’ una salvezza. Ripulirono tuo padre in maniera meticolosa, tanto che siamo stati bene per quindici anni. Poi è arrivato il neo maligno. Anche in quel caso fummo abbastanza veloci e fortunati.” “Dove sta la bugia?” Chiesi. “Papà sa di chi sono figlio.” Affermai. “In realtà gli parlai anche della possibilità di poter avere un figlio attraverso Thomas. Era contento di questa possibilità e mi spronò a lasciarmi andare.” “Avete complottato per avermi. Ma mio padre lo ha scoperto.” Dissi. “Se fossi nato col mio gruppo sanguigno non avremo mai avuto problemi. Ma eri zero negativo e dovevi essere operato. Thomas arrivò in Brasile molto prima di quanto ci aspettassimo, sicuramente Pablita, la moglie di Julio che lavora alla clinica, lo aveva avvertito. Fu allora che ci chiese di darti dei fratelli e in modo indiretto. Disse che avrebbe congelato degli embrioni solo per noi.” “A cinque anni un fratello mi sarebbe piaciuto. Ma papà diceva che non era possibile.” Ammisi. “Abbiamo aspettato troppo, prima abbiamo provato con l’adozione. Ma non ci fu accettata, entrammo in lista e tu crescevi.” “Ma ancora non hai raccontato bugie a papà.” Affermai. “Invece l’ho fatto. Io e tuo padre ormai siamo migliori amici, il suo hobby preferito è quello di trovarmi un partner. Sono anni che mi spinge nel letto di qualcuno, se uscivamo a cena o pranzo insieme mi indicava sempre dei papabili amanti. Ho smesso di uscire con lui per questo motivo. Anche se, quando i tuoi fratelli hanno iniziato l’asilo, gli ho detto che avevo un compagno. Per quanto siamo amici non gli direi mai una cosa del genere apertamente. Ma era la copertura che mi serviva per poter studiare.” “Studiare?” Le chiesi stupito Mamma aveva quarantasei anni, se aveva aspettato i gemelli significava che… “ti sei iscritta a quasi quarant’anni.” Lei annuì con un sorriso. “In scienze umane. Adesso sono anche responsabile alle risorse umane.” Mi disse orgogliosa. “Papà non lo sa?” Chiesi. “No, non posso farlo sentire ancora più demoralizzato. Adriel sono io che vi cresco, che ho pagato la casa e che pago la scuola a tutti. Il Santa Maria è una scuola privata.” Mi disse. Lo avevo capito da un bel po’, mi piaceva quella scuola anche se non mi ero mai chiesto da dove venivano i soldi per pagarla. “Se era troppo non avresti dovuto iscrivere tutti e quattro.” Le dissi dispiaciuto. “Sono socia della consulting e ho un extra sullo stipendio per ogni figlio. Con quei soldi vi è stata pagata la scuola e ti sarà pagata l’università.” Mi disse. “Ma vai Adriel, non fare come me. Non aspettare troppo, realizza pure il sogno di tuo padre.” Mi guardò dolcemente. “Ma realizza anche il tuo.” Ritornato a Rio incontrai il professor Gonzales. Con lui nell'aula di letteratura straniera c'era un ragazzo poco più basso di me, occhi azzurro grigi e sguardo vacuo. "Adriel ti presento mio figlio Azrael, per gli amici Ezra." Ci presentò il professore. "Piacere di conoscerti Azrael." Dissi accomodandomi come suggerito da Gonzales. Lui e suo figlio non si somigliavano per niente. Il professore era alto, moro e con gli occhi castani. Il volto era a triangolo e lo sguardo vivace. Ecco era proprio questa la differenza. "Hai deciso per l'università?" Mi chiese Gonzales facendomi tornare al presente. "Il Santos mi ha proposto di giocare nella loro under diciotto." Risposi. "Vorrei frequentare l'università di Sao Paolo in contemporanea." "Capisco. Quindi andresti via da Rio." Mi disse il professore. Sentivo alle mie spalle Azrael ridersela. Cosa c'era che non aveva quel ragazzo? "Mio figlio Ezra si è diplomato con due anni di anticipo e dovrebbe iniziare l'università!" Disse Gonzales. "Poiché tu sei bravo con le lingue, avrei trovato comodo se avesse frequentato con te." Lo guardai stupito. Si era diplomato in anticipo. "Io studierò medicina professore." Non riuscivo a immaginare quel ragazzino con un bisturi. "Lui studierebbe economia e finanza." Mi disse Gonzales. "Mi piacerebbe che venisse a stare nel tuo stesso appartamento e..." "Devi controllarmi!" Urlò Ezra. "Mio padre mi ha fatto venire da Parigi perché ho rischiato di finire dentro per droga." Disse con sguardo provocatorio. "Non riuscirai a tenermi lontano da casa."
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