Declan
Sei mesi prima.
Ero in ritardo per il mio compleanno. Le mie mamme si sarebbero arrabbiate. Mi ero allenato duramente tutto il giorno. Non riuscivo a liberarmi della sensazione di nervosismo che provavo e cercavo di sconfiggerla. Mi buttai sotto la doccia ma non vi rimasi a lungo. L'acqua calda non ebbe neanche il tempo di scaldarsi sufficientemente. Fu appena sufficiente per lavarmi e uscire.
Indossai la mia solita maglietta nera con collo a V e un paio di jeans denim blu scuro. Mi stavano un po' larghi. Negli ultimi tempi avevo perso molto peso nonostante avessi guadagnato quasi il doppio di muscoli, quindi indossai una cintura. Presto sarei dovuto andare a fare un po' di shopping. Applicai un po' di gel per tenere i capelli lontani dal viso. Dovevo tagliarli al più presto, ma mi piaceva il look arruffato e nero.
Quella sera ci sarebbe stata la mia prima rasformazione, il mio lupo sarebbe stato altrettanto scuro? Speravo di sì, un lupo nero corvino avrebbe avuto un aspetto minaccioso, e un lupo Alfa doveva essere spaventoso. Era il nostro compito proteggere il nostro branco.
La festa era iniziata da circa due ore. Avevo bevuto già 15 drink. Mi sentivo benissimo. Finalmente avevo compiuto 18 anni. Non appena avrei trovato la mia splendida Luna, avrei potuto assumere il ruolo di Alfa. Mi ero allenato per anni sotto la guida di mio padre, che ormai stava invecchiando. Era ancora un uomo forte e capace di comandare, ma era Alfa da più di trent'anni e meritava la possibilità di godersi un po' di tempo con mia madre.
Una ragazza mi si avvicinò e mi cinse il collo con le braccia, cercando di sembrare seducente, ma riuscivo a percepire quanto fosse nervosa. Era una lupa attraente, alta circa 1,70, con lunghi capelli biondi, labbra rosa carnose, occhi azzurri e un bel sedere sodo.
"Ti va di ballare, Alfa?" mi sussurrò all'orecchio e mi fece scorrere una delle sue unghie lunghe sul petto. Voleva fare di più che ballare, questo era certo. Avrebbe dovuto implorarmi di farlo. Era davvero eccitante quando lo facevano. Era incredibilmente sexy. Non mi sarebbe dispiaciuto ballare.
Camminammo mano nella mano verso la pista da ballo. La strinsi a me in modo che potessi sentire i suoi seni grandi premere contro il mio petto. Non vedevo l'ora di venire su di loro più tardi. Sentii il mio cazzo fremere mentre mi veniva in mente l'immagine di lei nuda e implorante.
"Vuoi andare via?" spostò discretamente la mano contro il mio membro e abbassò timidamente lo sguardo. Quella piccola sfacciata stava diventando molto audace. Era così eccitante. Mi piaceva.
Intrecciai le mie dita alle sue e iniziai a trascinarla verso la casa del branco. La giovane stava quasi correndo per riuscire a starmi dietro. Quasi inciampai per la sorpresa quando i miei sensi furono bombardati dal profumo inebriante di gelsomino e lillà. Non avrei avuto il mio lupo fino a mezzanotte, ma potevo percepire tutto in me gridare COMPAGNA. Era lì. La mia compagna era veramente lì. Speravo che avesse compiuto 18 anni.
Sentii la sgualdrina di prima urtarmi. Non si aspettava che mi fermassi così bruscamente. In quel momento provavo disgusto per lei. La allontanai e, come un pazzo, seguii l'odore che mi conduceva attraverso la folla. Sentii la lupa della puttanella chiamare disperatamente il mio nome, ma la ignorai. In quel momento c'era solo una donna per me: la mia compagna.
Fu allora che la vidi, un angelo tra la folla. Faith. Era sempre stata bellissima, ma in quel momento aveva un aspetto che mi fece venire l'acquolina in bocca. Anche nel suo abito blu scuro lungo fino ai piedi, potevo accorgermi quanto fosse bello il suo corpo. I suoi capelli castani scuri erano raccolti con cura, lasciandole il collo scoperto. Alcune ciocche ribelli le incorniciavano il viso in modo grazioso.
Perché la Dea della Luna mi aveva maledetto in quel modo? Per un anno, ero segretamente innamorato di Faith. Chi non poteva degnarla di uno sguardo? Aveva gli occhi marroni più belli che avessi mai visto. Sotto la luce giusta, sembravano color miele, ma lei era l'unica donna che non avrei mai potuto accettare. Avrei voluto gridare a causa del dolore che stavo provando. Perché proprio lei? Tra tutte le lupe. Avrei voluto staccarle la testa. Era così ingiusto.
I miei coetanei non sapevano che non ero l'unico figlio dell'Alfa. Avevo un fratello maggiore che era morto e Faith, che lo sapesse o meno, aveva avuto un ruolo in tutto ciò.
Un giorno mia madre e Heather, la madre di Faith, uscirono insieme. Quando rientrarono nel territorio, mio padre, l'Alfa, diede l'alarme di un attacco imminente. Dei maledetti randagi erano riusciti a superare il confine. Mia madre lasciò Heather con me, Faith e mio fratello maggiore Conner. Non ne ho ricordo. Per fortuna, all'epoca ancora un neonato di otto mesi.
Conner aveva dieci anni, Faith era appena nata. Heather prese me dalle braccia di mia madre, e Conner prese Faith. Corsero più veloci che poterono verso la sicurezza della casa del branco, ma i randagi li accerchiarono.
Heather si trovò bloccata con tre piccoli indifesi e circondata da lupi feroci che non ci avrebbero pensato due volte prima di uccidere dei bambini. Disse a Conner di prendere Faith e di fuggire. Mio fratello non avrebbe potuto portarci entrambi, e Faith era più piccola, quindi sarebbe stata più facile per un ragazzo di soli dieci anni come Conner correre con lei.
Heather mi nascose nella cavità di un albero lì vicino e si spostò, riuscendo a uccidere da sola tre dei quattro randagi, un'impresa davvero impressionante a mio parere, ma uno riuscì a sfuggirle. Heather lo inseguì, sicura che io fossi al sicuro nella mia cavità, ma, prima che potesse raggiungerlo, il randagio aveva già ucciso Conner, che aveva dato la vita cercando di proteggere Faith nonostante lui fosse troppo giovane per trasformarsi.
Heather riuscì ad immobilizzarlo senza ucciderlo prima che potesse raggiungere Faith. Heather riuscì a sottometterlo senza ucciderlo prima che riuscisse a raggiungere Faith. Heather rischiò di morire per la perdita di sangue, ma riuscì a riprendersi dopo alcuni giorni di ricovero nel reparto di terapia intensiva. Il randagio fu catturato e torturato lentamente per molti mesi per i suoi crimini.
Non incolpavo Faith per la morte di Conner. Che cosa avrebbe potuto fare? Aveva appena due mesi. Avrei potuto essere io a spingere Heather verso Conner e a dirgli di scappare. Neanche i miei genitori la incolpavano. Faith era indifesa, ma non riuscivo a costringermi a farla diventare la mia compagna e metterla in mostra di fronte ai genitori a cui mancava ancora molto il loro figlio.
Una volta mia madre mi aveva confessato che a volte le era difficile guardare Faith. Quando arrivava il compleanno di Conner e lui non era lì per festeggiarlo, mia madre stava male per un po' quel giorno. Dopo si sentiva sempre immensamente in colpa per questo, ma alcuni sentimenti erano impossibili da controllare. Ci avrebbe provato anche per me e persino per Heather, che amava ancora molto, ma non potevo chiedere a mia madre di accogliere Faith in famiglia o a mio padre, che ancora soffriva per la perdita di mio fratello. Erano stati come migliori amici. Avrei voluto conoscerlo. I miei genitori erano così addolorati per la sua perdita che ordinarono al branco di non parlare di lui. Ma come famiglia, abbiamo comunque celebrato la sua vita e parlato spesso di lui, e anche se non potevano vantarsene, sapevo che il branco lo stimava molto per il suo sacrificio.
Non so come dovrei riempire quei suoi panni, ma non potrei farlo con lei, mai.
Ero così amareggiato da quella situazione. Vidi la sorella di Faith dall'altra parte della sala che si stava versando un punch dalla grande coppa di cristallo. Mi avvicinai furtivamente alle sue spalle e le cinsi la vita con un braccio.
“Stasera sei bellissima.” Le baciai il collo e il suo corpo rabbrividì di piacere sotto il mio tocco. Perfetto.
“Perché tu invece non sembri bello?” L'eccitazione ci avvolse. Lo sapevo che non avrei dovuto ma non me ne importava. Comunque non potrei avere chi volevo veramente.
“Vuoi venire via con me?” le morsi dolcemente l'orecchio e lei gemette, sciogliendosi tra le mie braccia. La stavo eccitando, e lo sapevo.
“Uhm…” gemette. Non vedova l'ora di sentire quella bocca attorno al mio membro.
Non perdemmo tempo a lasciare la festa e ad andare dritti in camera mia. La buttai rudemente sul letto. Solitamente mi piaceva prendermi il mio tempo con una donna, ma i pensieri lussuriosi su Faith mi facevano impazzire. Sua sorella era la cosa migliore che ci fosse. Avevano persino lo stesso odore.
Le baciai rapidamente le gambe. Quando arrivai a quel punto che profuma di paradiso, le strappai le mutandine con un unico movimento dolce. La penetrai con due dita. Le succhiai il clitoride e lo stimolai. Non passò molto prima che lei fosse completamente bagnata. Sapevo che Samantha non era vergine. Aveva una certa reputazione di essere una ragazza cattiva.
Appena fu abbastanza bagnata, mi allontanai solo per il tempo necessario per spogliarmi. Il mio membro era già più duro del legno. La tirai rudemente verso il bordo del letto. Mi stava supplicando di prenderla, e io rimasi quasi senza fiato. Per restare eccitato, dovevo fingere che fosse Faith a supplicarmi. Infilai il mio cazzo pulsante dentro di lei.
La presi più e più volte fino a quasi mezzanotte. Mi sarebbe piaciuto continuare fino al sorgere del sole, ma da lì a poco mi sarei trasformato e probabilmente l'avrei uccisa se fosse successo mentre ero dentro di lei. Di sicuro sarei tornato a farlo ogni volta che ne avrei avuta l'occasione, ci potevo scommettere.
Quella ragazza a letto era un mostro. Se avesse continuatoa succhiarmi il cazzo come aveva fatto prima, un giorno avrei potuto persino farla diventare la mia Luna. Dovevo solo aspettare che Faith compisse 18 anni per poterla respingere ufficialmente.