E finalmente... arrivò il giorno dell'esibizione. Alla fine mi erano stati assegnati due pas a deux con Turkis, un pas a deux contemporaneo con Aqua, un tango con Ruby Stone, un pas a six con la mia amica e Jade, Emeraude e Ruby. Un ballo di gruppo con tutte le coppie. Anche Marina fece i miei stessi balletti accompagnata da Jade, con l'aggiunta di un ultimo pas a deux con Turkis.
Lo spettacolo fu esaltante e l'esibizione ci mise l'adrenalina della prima in corpo.
"Questo per alcuni di voi è il primo di tante prime mondiali." Ci disse Dietrich. "Date il meglio, vi auguro di avverare i vostri sogni e di volere come le grandi etoile di tutto il mondo a cominciare dal grande maestro Rudolf. In bocca al lupo." Con questo discorso incitante iniziammo le danze e fu uno spettacolo apprezzato e acclamato.
A fine spettacolo infatti conoscemmo non solo il grande maestro, ma anche Carla Fracci, Magnus Charmen e tanti altri che vennero a complimentarsi con noi.
Ricevetti anche un encomio dal maestro della Royal ballett che mi propose di partecipare alla stagione del balletto, appena mi fossi diplomata. Quello per me era un sogno. E quando lo dissi a Marina anche lei esultante mi abbracciò. "Anche io ho avuto una richiesta dalla scuola della Scala di Milano. Non ci credo Saffi, il mio sogno sta realizzandosi.." disse esaltata.
"Ce la faremo.... Ce la faremo..." ero così gasata e raggiante che non c'era nessun altro per me in quel momento se non Aqua.
"Ragazze appena finite di struccarvi raggiungeteci che ci sono i vostri genitori." Venne a interromperci Petra.
Quella serata sembrava sempre più unica. Anche i nostri genitori erano venuti a vederci.
Ma non era stata solo quella serata. Tutta l'estate era stata unica. Avevamo ballato per più di un mese insieme fino ad ottenere un grande risultato. Eravamo convinte che quello sarebbe stato il nostro cammino e che avremmo realizzato insieme i nostri sogni. Quando dopo lo spettacolo salutai Marina prima del rientro in Italia, ero convinta che ci saremo riviste al prossimo ritiro, io, lei ed Emeraude. Purtroppo al ritiro di quell'inverno presa da una terribile influenza non riuscii. Sentii Marina al telefono, quando mi informò che anche Emeraude non c'era, e le dissi che anche riuscendo a rimettermi non sarei potuta partire solo per qualche giorno.
"Mi dispiace molto. Avrei tanto voluto vedere Milano." Sospirai.
"Sarà per la prossima. Ci vediamo questa estate Saffi." Mi disse lei incoraggiante.
"Quest'estate per me va benissimo Aqua. Ti aspetto a Londra, ti ricordo che sarai a casa mia." "Non vedo l'ora amica mia..."
Eppure quell'estate Marina non venne a Londra. Quando la sentii al telefono mi disse che era stata ingaggiata per gli spettacoli estivi dal corpo di danza viareggina.
Delusa le augurai il meglio. Non potevo negarle di realizzare il suo sogno e stava percorrendo il cammino per realizzarlo.
Pensavo però positiva. C'era sempre il ritiro invernale e galvanizzata continuai ad esercitarmi, provando ballerini su ballerini. Maelle era paziente, li cercava ovunque sperando di trovare quello giusto.
Sfortunatamente trovò quello giusto, Gilbert era giusto per rompermi tibia e perone. Anziché prendermi per la vita e farmi fare una presa infatti, mi afferrò per poi scivolare facendo cadere entrambi, avvertii il dolore lancinante della slogatura, reso ancora più acuto dal peso di Gilbert che non contento fece forza sul piede per evitare di farsi male.
Maelle urlò disperata ordinando a Gilbert di spostarsi, le mie urla erano la testimonianza che stavo soffrendo. Io che non mi ero mai lamentata di nulla. Mi portò in infermeria e da lì mi portarono in ospedale.
La diagnosi fu frattura di tibia e perone del piede destro. Poteva fare un intervento e poi mettere il gesso fino alla guarigione. Poi ci sarebbe stata la terapia e forse dopo quattro mesi sarei potuta tornare a ballare.
Ero sconfortata. Quell'anno anziché esserci io al ritiro diedi a Janine una scatola con le mie scarpette e una lettera per Aqua. Doveva continuare a ballare anche per me, io per il momento avevo appeso le scarpe al chiodo.
Sapevo che Aqua ormai aveva diciotto anni, forse non sarebbe stata al raduno, forse sarebbe subito arrivata sulla vetta dei grandi teatri.
Come Turkis che subito dopo il nostro spettacolo era stato preso nella compagnia del maestro Nureyev. Ma le mandai lo stesso la lettera con il mio addio alla danza.
Non sentii più nessuno, ne Emeraude, ne Turkis. Janine mi disse che Jade anziché proseguire come ballerino era entrato all'accademia militare viennese, come tradizione della sua famiglia. Ero rimasta basita da questo cambiamento improvviso. Ma non avevo la confidenza di potergli chiedere informazioni e mi accontentai delle informazioni lasciatemi da Janine.
L'ultimo anno al Rosey ero molto concentrata sullo studio e sulla danza. Non demordevo, dopo un anno di arresto infatti ero ritornata a ballare, se quello era il mio sogno volevo e dovevo realizzarlo.
Mi sarei diplomata e poi sarei ritornata a Londra insieme ai nonni che fremevano al rientro.
Come mi aveva promesso la nonna, per i diciotto anni avrei avuto la casa a Richmond, quindi al nostro rientro avremo fatto una festa al passaggio di proprietà. Nessun ingresso di società, dal momento che a ottobre sarei tornata in Svizzera per uno spettacolo al teatro di Ginevra.
Prima di lasciare il Rosey però provai a chiamare Marina a casa sua, lei aveva il mio numero di Ginevra e dovevo lasciarle quello di Londra. Mi rispose anche se mi disse che ero stata fortunata.
"Ho il fidanzato e andrò a Milano." Mi disse.
"Sono... felice per te Aqua." Le dissi emozionata. Andava proprio avanti, io invece ero talmente presa solo dal balletto che a parte dei flirt con Turkis durante il ritiro e con Stephan ancora prima, non avevo avuto storie. Soprattutto importanti. "Quando conti di entrare alla Scala? Mi informerai del primo spettacolo?" Le chiesi.
"Appena so qualcosa. Facciamo che ti chiamo per le novità." Disse eccitata.
"Ti chiamo io! Perché sto lasciando questo indirizzo, torno a Londra ma a gennaio lavoro nel balletto di Ginevra." La informai.
"Sei tornata a ballare!" Mi disse lei.
"Si..." sussurrai.
Avevo un sogno e lo avrei realizzato. Purtroppo però i miei genitori avevano deciso diversamente per me. Quando tornai a Londra dopo la mia piccola tournée svizzera mi fecero trovare una bruta sorpresa.