Un'inquietante presenza Nicodemo, così come predisposto dalla Giuria, fu ricoverato nuovamente presso una struttura ospedaliera, ovviamente lontana da quella che era stata teatro del massacro. Il diario, le testimonianze e tutto ciò che emerse dal processo confermavano la totale perdita di senno di quell’uomo, ma anche la sua pericolosità concreta: era, dunque, necessario occuparsi di lui con massima professionalità e sensibilità umana. Quando Nicodemo - legato ad una barella all’interno di un’ambulanza in moto - capì che sarebbe dovuto tornare in un ospedale, venne colto da un’improvvisa crisi di nervi, cominciò ad urlare e a dimenarsi con tutta la foga e la forza che gli restavano, nonostante il lacerante dolore al fegato. Dolore ch’egli, nel suo intimo, attribuiva ad un probabile avv

