Vana tratteneva il respiro, spiando per mezzo ai lembi della tenda. La stanza era chiara e tranquilla, con la sua tavola, con il suo leggìo, con la sua scansia di libri, con la sua lastra di lavagna ove restava disegnata dal gesso una figura geometrica. Lunella era intenta alla sua arte, sporgendo di tratto in tratto il labbro di sotto se l'intaglio le riusciva difficile, secondando con le dita abili l'arrendevolezza del foglio che le si volgeva per ogni verso. A ogni risposta del figlio ella s'interrompeva per un attimo, sollevava le palpebre ombrose e guardava il libro. Poiché stava ella di profilo contro la luce, Vana in quell'attimo le vedeva gli occhi color di nocciola rischiarati per traverso splendere come topazii. «Quando l'alba si leva a tramontana, — o figlio mio gioioso, dimmi,

