Storia di Emanuele Gagliardi
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Emanuele Gagliardi

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Scacco dell'imbecille
Aggiornato il Apr 18, 2023, 00:29
19 aprile 1972: l’ex colonnello delle SS Herbert Kappler, detenuto all’ergastolo nel carcere militare di Gaeta, sposa Annelise Wenger, un’infermiera conosciuta circa sei anni prima. Il matrimonio rinfocola la polemica sul regime carcerario riservato al prigioniero, secondo alcuni troppo blando. C’è chi ne attribuisce la responsabilità al Vaticano e c’è chi se la prende con il governo italiano.Di certo, neppure i terribili fatti di cronaca di quei giorni sopisce la diatriba e Fräu Kappler, che da tempo soggiorna varie settimane all’anno in albergo a Gaeta, riceve gravi intimidazioni telefoniche e per posta. Lei, evidentemente abituata al biasimo per la sua scelta coniugale, mostra più fastidio che timore per le reiterate minacce almeno fino alla notte in cui una sua giovane connazionale, la bella e disinibita Sabine Werner, anche lei ospite dell’hotel, viene brutalmente ammazzata durante un misterioso black-out telefonico.A indagare sul caso non troppo ufficialmente tocca ancora una volta al commissario Soccodato, convinto a tradire la riviera romagnola per Gaeta dal cugino, vicedirettore dei Servizi segreti inviato col compito di vigilare in incognito sull’incolumità e sui movimenti della signora Annelise. Un giallo fresco, piacevole, venato di ironia, da leggere tutto d’un fiato.
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Scommessa assassina
Aggiornato il Apr 4, 2023, 01:35
Estate 1966. Accompagnate dalle canzoni al jukebox e dalle telecronache dei Mondiali d’Inghilterra, le vacanze a Bellaria del commissario Umberto Soccodato e signora procedono fra spiaggia e serate in compagnia di ospiti dell’albergo con cui si incontrano ogni estate. Fra questi, un frate ottantenne che dispensa facezie al peperoncino e un ex-console di Cremona, stravagante, amante del whisky, che prende spunto dalla trama del giallo che il commissario sta leggendo per lanciare un’assurda scommessa: elargirà una somma di denaro a ciascuno dei presenti se uno di loro morirà durante la partita Italia-Corea del Nord. Nessuno prende sul serio l’uscita dell’ex diplomatico. Però la notte del 19 luglio, dopo la sconfitta della Nazionale, un anziano professore bolognese viene trovato morto. L’autopsia non aiuta gli investigatori: il vecchio, sofferente di cuore, è deceduto per infarto e per le lesioni dovute alla caduta sulle scale. Sulla sequenza degli accidenti, tuttavia, resta un’incognita: l’attacco cardiaco ha preceduto o ha seguito la caduta? La posizione e la condizione degli occhiali del morto insospettiscono Soccodato e gli lasciano supporre che la vittima non fosse sola al momento del ruzzolone. Mentre gli investigatori brancolano nel buio, ecco spuntare il diario del professore e un antico libricino di preghiere… Un giallo dalle atmosfere classiche, una narrazione limpida e generosa.Emanuele Gagliardi è nato a Roma nel 1969. È sposato e ha una figlia. Giornalista pubblicista, laureato in Scienze Politiche, lavora in RAI dal 1999. Esperto di politica internazionale e di storia contemporanea dell’Estremo Oriente, collabora con saggi e articoli su riviste specializzate come Studi Cattolici, Nova Historica, Radici Cristiane, Corrispondenza Romana ed è direttore responsabile dell’agenzia online Cultura&Identità. Con i suoi romanzi di genere thriller-noir-vintage ha vinto numerosi premi (tra cui l’edizione 2011 del Premio Letterario NarreRai con La Maschera) e ottenuto importanti riconoscimenti (tra cui il secondo posto alla IV edizione del Concorso Grangiallo a Castelbrando con il romanzo inedito Un’ombra).Ha l’hobby della fotografia, soprattutto in bianco e nero e rigorosamente con apparecchi a pellicola. Scrive le prime stesure dei suoi romanzi con una Olivetti Lexikon del 1948.
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I dissipati
Aggiornato il Apr 3, 2023, 23:40
Roma, 1938. In un rinomato Collegio il giovane prete Stefano Facchinetti muore in circostanze sospette. La polizia liquida il decesso come “accidentale”, ma due studenti, Umberto e Mimmo, si mettono a cercare altri indizi. Purtroppo, però, la loro indagine si arena a causa di reticenze e pressioni da parte di influenti personaggi del regime fascista.Dieci anni più tardi, l’Italia è Repubblica e Umberto è diventato poliziotto. Coincidenza vuole che, lavorando a un caso, Umberto si ritrovi a scoprire i tragici risvolti e le scomode verità celati dietro la dubbia fine di don Stefano.Il romanzo ci riporta indietro nel tempo, a un’Italia irregimentata e sprezzante che sta per essere travolta dalla II Guerra mondiale. Nel Collegio dove studia Umberto, si percepisce fin troppo bene la connivenza con il regime, tant’è che gli alunni definiscono le tonache dei preti “camicie nere appena un po’ più lunghe”. I ragazzi mostrano maggior giudizio di coloro che li invitano ottusamente a non essere “dissipati” e si oppongono, sia pur con ingenui lazzi e dispetti, a una società sempre più ingiusta e dissennata che con la promulgazione delle leggi razziali si sta avviando verso il baratro.
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Un'ombra
Aggiornato il Mar 30, 2023, 20:31
Roma, 16 marzo 1978, ore 9.02: in via Mario Fani, quartiere Trionfale, la Fiat 130 dell'onorevole Aldo Moro e l’Alfetta di scorta vengono bloccate all’incrocio con via Stresa da un commando delle Brigate Rosse. Nel giro di pochi secondi una pioggia di fuoco massacra i cinque uomini della scorta e il presidente della Democrazia Cristiana viene sequestrato… Come milioni di italiani, Valerio Lo Savio, tecnico di laboratorio presso la facoltà di Fisica all’Università La Sapienza, segue gli sviluppi del rapimento Moro. Tuttavia, per lui il vero dramma è la propria esistenza irrisolta: ha quarantatré anni, vive con la madre ed è innamorato della studentessa Valeria Felici. Le scrive lettere, le telefona a casa. Lei non lo respinge, lo ascolta. Il 20 aprile Valeria Felici viene trovata morta in un laboratorio della facoltà di Fisica. Nella mano destra stringe una medaglietta d’oro con l’effige della Madonna di Pompei e sul rovescio una data di nascita incisa: 26-2-1935. La data di nascita di Valerio Lo Savio, detto l’ombra. Tanti gli indizi contro Lo Savio, ma pure tanti dettagli che non tornano. I superiori del commissario Soccodato che conduce l’inchiesta, però, non vanno per il sottile: da più di un mese si cerca Moro senza risultato, le BR impongono ultimatum. La polizia deve riscattare gli smacchi con qualche successo in altre indagini. Così, pochi giorni prima del ritrovamento di Moro assassinato, Valerio Lo Savio viene arrestato con l’accusa di omicidio e a luglio del 1979 viene condannato definitivamente a trent’anni di reclusione. Il 2 ottobre 1983, domenica con temperatura ferragostana, un secondino lo trova impiccato nella sua cella. E si riapre il caso…
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Oceano di pietra
Aggiornato il Jan 14, 2023, 00:28
30 ottobre 1974. Il pilota della Eastern Airlines Leonard G. Johnson è impressionato dalla lettura di un articolo su un aereo della stessa compagnia che si è schiantato il 29 dicembre 1972 nelle paludi Everglades (Florida), e assurto poi alle cronache per via delle presunte “apparizioni” a bordo di altri aerei della Eastern dell’ingegnere di volo Don Repo e del capitano Bob Loft, periti nell’incidente. Johnson non dà credito ai resoconti paranormali, ma è a disagio per il fatto che il suo aereo dovrà trasportare a Lajes (Azzorre) un non meglio definito “carico” di vitale importanza per la sicurezza nazionale, che gli fa tornare alla mente misteriosi esperimenti militari di cui gli parlava il padre, astronomo di fama mondiale. Il volo Eastern 441 con Johnson alla cloche decolla regolarmente, ma ogni contatto si interrompe alle 23.30 al largo delle coste del Maryland sulle coordinate in cui esattamente venti anni prima (alle 23.30 del 30 ottobre 1954) è scomparso per sempre un Super-Constellation, volo 441 della U.S. Navy diretto a Lajes con a bordo lo stesso numero di passeggeri… Coincidenza? Alex Johnson, il figlio del pilota, che aveva due anni quando il papà è sparito nell’oceano, leggendo il bestseller di Charles Berlitz Bermuda: il triangolo maledetto, si rende conto delle inquietanti analogie tra la scomparsa del 1954 e quella dell’aereo di suo padre e convince un amico miliardario a cercare il relitto del Boeing 707. Sfidare il Triangolo Maledetto, però, non è una buona idea…
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Roma da morire
Aggiornato il Mar 30, 2020, 19:46
Quindici storie a tinte più che nere dove rancore e follia, vendetta e avidità, invidia e perversione si intrecciano fino a sfociare nella tragedia. Quindici vicende di persone comuni impaludate nelle sabbie mobili del delitto da cui neanche i tutori dell’ordine riescono sempre a venir fuori. Quindici racconti thriller ambientati nella Capitale tra il 1959 e oggi. Unica eccezione, Civitina che non fa all’ammore: si svolge a Gaeta, ma al caso si appassiona un villeggiante romano, il commissario capo Umberto Soccodato presente in tutti i romanzi e in vari racconti di Emanuele Gagliardi.
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Nero pesto
Aggiornato il Mar 30, 2020, 19:46
Roma, 1979. Sono gli anni in cui eversione nera e terrorismo rosso insanguinano la Capitale aggiungendosi agli attacchi diretti allo Stato culminati nel rapimento e uccisione di Aldo Moro. Omicidi, sequestri, rapine, violenze hanno spesso connotazione ideologica e così, quando un portinaio di 60 anni iscritto al MSI, Alfredo Mancini, viene trovato morto, orrendamente mutilato, il commissario capo della Squadra Mobile Umberto Soccodato si indirizza senza esitare sulla pista politica, benché le caratteristiche del delitto lascino ipotizzare un movente passionale forse omosessuale. Qualche giorno dopo, nello stesso stabile, avviene un secondo omicidio. A parte il teatro dei delitti e le simpatie destrorse delle vittime, non parrebbe esserci un comune denominatore tra i due casi. Ma è davvero così? Soccodato e i suoi collaboratori si muovono non senza grossi rischi e affanni nel sottobosco del terrorismo neofascista che per le sue aderenze con gli ambienti istituzionali e con la grande criminalità capitolina si rivela un nemico quanto e forse più insidioso delle temibili e meglio organizzate formazioni eversive di sinistra.
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Delitti vietati ai minori
Aggiornato il Mar 30, 2020, 19:46
La scrittura graffiante di Emanuele Gagliardi dà vita a undici racconti di carattere poliziesco, pulp e hardboiled, ambientati perlopiù nella Roma degli anni ’70, in cui il crimine si tinge di sfumature morbose: gli efferati omicidi che costituiscono il “perno” intorno al quale ruotano i racconti sono accompagnati da un corollario di perversioni, feticismi, tradimenti, stupri, giri di prostituzione dipingendo, senza falsi moralismi né atteggiamenti voyeuristici, un affresco credibile delle pulsioni oscure della natura umana. I personaggi sono genuini, ottimamente caratterizzati nella loro complessità psicologica, nelle loro matrici culturali, nella loro estrazione sociale. Su tutti, svetta il Commissario Umberto Soccodato: pingue, fuori moda, estremamente umano, ma animato da una sincera e trasparente volontà di ricercare la giustizia.
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La pavoncella
Aggiornato il Mar 30, 2020, 19:46
Nella notte tra il 1° e il 2 novembre 1975 muore Pier Paolo Pasolini. Morte violenta, squallida… “pasoliniana” a tutti gli effetti. Pino Pelosi, il “ragazzo di vita” che lo ha massacrato a legnate e gli ha rubato l’auto con cui lo ha investito già esanime, catturato poco dopo, confessa. Benché vi siano incongruenze, parecchie incongruenze, l’idea dell’assassinio maturato nell’ambiente della prostituzione omosessuale soddisfa i media e l’opinione pubblica. Ma fra gli intellettuali, come nelle forze dell’ordine, molti non sono convinti. Circola un’inquietante ipotesi che collegherebbe la fine di Pasolini alle "lotte di potere" all’interno del settore petrolchimico, tra ENI e Montedison, tra Enrico Mattei (morto nel ’62 in circostanze non meno dubbie) ed il suo vice Eugenio Cefis. Pasolini, infatti, si era interessato al ruolo di Cefis nella storia e nella politica italiana facendone uno dei personaggi chiave del misterioso romanzo-inchiesta a cui stava lavorando prima della morte. Così, quando in seguito, a distanza di una settimana l’uno dall’altro, vengono trovati i cadaveri seminudi di due alti dirigenti dell’ENI e spuntano le copie ciclostilate degli appunti di Pasolini con i nomi di maggiorenti della DC e dell’ENI legati alle vicende dello stragismo italiano, un brivido scuote parecchie schiene nei palazzi del potere. Oltre alla pista politica, però, altre sono possibili, e recano l’impronta di due donne: Santina Martino, ammaliante pittrice e ballerina di danze orientali che usa la sua avvenenza per irretire e spillar soldi a facoltosi manager e Luana Dabrowska, moglie del Prefetto di Roma, dirigente all’ENI come i due morti, algida carrierista; una donna dal passato oscuro le cui origini si perdono nella tragedia della repressione nazista nel ghetto di Varsavia. Due sirene… che renderanno a Soccodato molto difficile dipanare l’intricata matassa.
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